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Iran: può lo Stato temere una bambina di 13 anni?

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Iran, Citizen Media, Diritti umani, Giovani, Libertà d'espressione, Politica, Protesta

Per anni il Governo iraniano ha messo sotto pressione attivisti politici e della società civile usando un vecchio escamotage: proibire viaggi all'estero. Ciò nonostante, il divieto [1] [it] di lasciare l'Iran recentemente imposto da una corte di sicurezza al marito dell'avvocatessa per i diritti umani Nasrin Sotoudeh [2] [en] (detenuta nelle carceri iraniane) e alla loro figlia tredicenne Mehraveh Khandan, ha suscitato grande clamore. Nasrin Sotoudeh era stata condannata a 11 anni di carcere.

Ensiloos scrive [3][fa, come tutti gli altri link, eccetto dove diversamente specificato]:

sulla sua pagina facebook il padre di Mehraveh scrive che, anche se sua figlia Mehraveh avesse commesso un crimine, il caso avrebbe dovuto essere giudicato da una corte dei minori, non certo a Evin [famosa prigione di Tehran]

Haghemoslamema commenta [4]:

dovremmo dare il via ad una “campagna per la tutela dei bambini innocenti”, per far sapere al mondo intero quali sono le azioni del regime islamico [regime iraniano]. Il blogger si chiede ironicamente quali siano i crimini commessi di Mehraveh: essere la figlia di Nasrin Sotoudeh, essere una bambina di 13 anni, amare i propri genitori, prendersi cura del suo fratellino…in realtà solo Ali Khamenei sa quali crimini questa bimba abbia commesso…non dovremmo abbandonare il caso di Mehraveh, se lo facessimo tutti i prigionieri politici finirebbero dritti a Evin.

Il blogger condivide anche una foto di Mehraveh con il fratello:

Mehraveh Khandan and her brother. Image from haghmosalamma.blogspot.ca. [4]

Mehraveh Khandan con il fratello. Immagine tratta da haghmosalamma.blogspot.ca.

L'8 luglio 2012, GreenCity scriveva [5] che il capo dell'Alto Commissariato per i diritti umani iraniano, Javad Larijani, aveva pubblicamente negato l'esistenza di prigionieri politici in Iran. Solo pochi giorni dopo, il 16 luglio 2012, il caso di Mehraveh è venuto alla luce.

Jomhouriat scrive [6] “il mio Paese è fiero di questa bambina innocente. Il fatto che le sia stato proibito di viaggiare dimostra che la Repubblica islamica [iraniana] sta collassando.”

Già altre volte in passato le vicende occorse ai bambini di Nasrin hanno contribuito a richiamare l'attenzione sulle sofferenze delle famiglie dei detenuti politici. Circa un mese fa, un utente di un social network iraniano ha condiviso il seguente video, girato mentre Nasrin Sotoudeh cercava di giocare con il suo bambino di quattro anni attraverso il vetro che separa detenuti e parenti in prigione, durante una visita.