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Perù: manipolazione mediatica nella protesta contro progetto minerario

Categorie: America Latina, Perù, Citizen Media, Giovani, Media & Giornalismi, Politica, Protesta

Durante una recente marcia [1] [es, come gli altri link] di protesta a Lima contro il progetto minerario Conga [2], il monumento al liberatore del Perù, José de San Martín, nella piazza del centro storico della città, che porta il suo stesso nome, è stato sfigurato [3] con scritte che inneggiavano contro il governo e contro il citato progetto minerario.

La manifestazione è stata convocata [4] dalla CGTP [5] (Confederazione Generale dei Lavoratori del Perù) per chiedere al governo di tornare al dialogo, per risolvere i conflitti sociali così come per esigere provvedimenti sanzionatori contro i membri del governo responsabili delle morti [6] di alcune persone durante le precedenti proteste. Tali manifestazioni hanno avuto luogo simultaneamente nelle città di Lima e, tra le altre, in quelle di Arequipa [7], Piura [8], Cusco [9] e Puno [10].

Presto la faccenda delle scritte (i graffiti) è stata tacciata come  “atto di vandalismo [11]” contro il patrimonio culturale della Nazione e sono state avanzate richieste di sanzionamento [12] per i colpevoli. Inoltre si è riportata [13] la notizia del rinvenimento di “una bottiglia che poteva essere utilizzata come bomba molotov” negli scontri [14] che hanno visto coinvolti i manifestanti e la polizia. Poiché gli eventi sono stati trasmessi in diretta da un canale locale e successivamente sono stati diffusi [14], mezzo stampa, i volti dei giovani rei delle azioni, la giornata si è conclusa con l'arresto di 5 manifestanti [15].

Il seguente video realizzato da CaNal N di Lima e pubblicato su YouTube da   periodismope [16] documenta i momenti in cui il monumento veniva oltraggiato:

Su Twitter Javier Fernández (@javi270270 [17]) scrive:

@javi270270 [18]: Ahora la gran marcha de la Plaza San Martin será reducida por medios a pintas del Monumento a San Martin…

“Adesso la grande marcia di Plaza San Martin sarà ridotta dai media alle scritte sul monumento a San Martin…

Mentre, secondo Miguel Prialé Ugás (@miguelpriale [19]), ciò che stava avvenendo era senza senso:

@miguelpriale [20]: Q necesidad de hacer esto? Manifestantes hicieron pintas al monumento de San Martín en el centro de Lima

“Che bisogno c'era di fare questo? I manifestanti hanno imbrattato il monumento di San Martin nel centro di Lima

Da parte sua Carlos Aguilar (@carlitosilich1 [21]) faceva notare il contrasto delle reazioni rispetto ai due avvenimenti connessi tra di loro:

@carlitosilich1 [22]: Piden sanciones para los que hacen pintas en Plaza San Martin, y para los que matan campesinos en Cajamarca y Espinar piden condecoraciones.

“Chiedono provvedimenti per coloro i quali fanno scritte nella Plaza San Martin e per quelli che uccidono i contadini a Cajamarca e ad Espinar chiedono onoreficenze.

Il giorno seguente alcuni consiglieri comunali di Lima, insieme ai dirigenti della CGTP, hanno partecipato [23] alla pulizia del monumento. Dal canto loro i giovani arrestati sono stati liberati [24] dopo essere stati interrogati [25] dalla Polizia Nazionale, mentre si scopriva [26] che i veri autori di tali atti erano a piede libero.

Per di più è emerso che gli scontri a plaza San Martin sono scaturiti dopo che un gruppo di dimostranti ha rifiutato [27] la presenza di alcuni membri del Movadef [28] (simpatizzanti del leader terrorista Abimael Guzmán) all'interno della manifestazione. Persino Rocío Silva Santisteban (@pavese [29]), attivista di DDHH, ha insinuato che le scritte in questione sarebbero opera di persone appartenenti al Movadef:

@pavese [30]: Infiltrados de Movadef pintan monumento, policia los intenta sacar.

“Infiltrati di Movadef fanno scritte sul monumento, la polizia cerca di fermarli.

Successivamente nella colonna [31] del giornale locale in cui scrive cambia di nuovo versione seppure, in qualità di testimone oculare sul luogo degli eventi, parli degli scontri tra i gioveni manifestanti e i membri di Movadef: “un alterco è scoppiato nei pressi del monumento: erano i membri di Movadef  che litigavano con un gruppo di manifestanti. Sono stati cacciati da questi giovani ma appena la polizia si è avvicinata correndo, il gruppo si è disperso e tutto intorno è rimasto solo caos”

Senza dubbio non tutti concordano con questa versione dei fatti. La sociologa Teresa Cabrera dissente e spiega in una nota [32] nel suo profilo Facebook:

Me interesa señalar que el affaire con MOVADEF se resolvió sin un solo policía, como tiene que ser. Corresponde a los militantes de izquierda y activistas de DDHH marcar su distancia –o no- con organizaciones de prédica pro violencia o pro amnistía. Para hacer eso, no necesitamos a la policía, ni a inteligencia, ni a los soplones. Ni, por cierto, a las ONG’s. Es claro que ni a la fuerza pública ni al periodismo hegemónico le interesa que se haga visible esta distinción. Todo lo contrario.

Mi preme segnalare che il caso Movadef è stato risolto senza alcun intervento da parte di un solo agente di polizia, come è giusto che sia. E’ dovere dei militanti di sinistra e degli attivisti di DDHH prendere -o meno- le distanze da organizzazioni che fomentano la violenza o che sono a favore dell'amnistia. Per fare ciò non abbiamo bisogno né delle forze dell'ordine, né dei servizi segreti, né dei delatori, tantomeno delle ONG. E’ chiaro che né alla forza pubblica, né al giornalismo egemonico importa rendere palese tale distinzione. Tutto il contrario

In un video del canale di YouTube La biblioteca Marquense [33] si sentono i giovani manifestanti che intonano cori contro la presenza di Sendero Luminoso: “Via Sendero”, “Qui, lì, la paura è finita”, “Gonzalo e Montesinos, stessi assassini”, “Lucanamarca non si dimentica mai”, “Assassini”, “Via Sendero, questa non è la tua lotta” e così via.

Nonostante questo scambio di opinioni su un evento più importante che le scritte in loro stesse, l'attenzione mediatica, compresa quella della blogosfera, è stata rivolta a queste ultime e ai loro autori. Ad esempio in un post [34] del blog Crónicas del Poto abbondano commenti sui giovani coinvolti e sulla sinistra in generale.

estos sujetos se zurraron en todos los peruanos en vivo y en directo y con sus actos demostraron el lado quizás más sincero de la izquierda dogmática, irracional y caviar = Si tu protesta es “justa” no importa que transgredas las leyes, destruyas propiedad privada o pública, amenaces, secuestres e incluso hagas que tu violencia empiece a cobrar vidas (si hay muertos no importa, son mártires útiles para la lucha).

“Questi soggetti hanno dato una lezione dal vivo e in diretta a tutti i peruviani e con le loro azioni hanno dimostrato forse il lato più sincero della sinistra assolutista, irrazionale e superba= Se la tua protesta è “giusta” non importa che trasgredisca le leggi, distrugga la proprietà privata o pubblica, minacci, sequestri e persino arrivi a mietere vittime attraverso la violenza (se ci scappano i morti non importa, sono martiri utili alla causa).

Il giornalista Raúl Wiener nel suo blog omonimo punta [35] il dito sulla criminalizzazione della protesta e sulla perdita del senso della proporzione:

Un factor clave para que los conceptos se distorsionen es el papel de la prensa y el alto grado de concertación con el gobierno y los órganos de represión que se ha armado poco a poco en las últimas semanas. El caso de las pintas en el monumento a San Martín, al margen del aspecto vandálico y de baja cultura que expresa de parte de los autores, no tenía la dimensión criminal que de manera unánime le dieron las estaciones de televisión.

Un fattore chiave per fare in modo che i concetti vengano distorti è il ruolo della stampa e dell'alto grado di concertazione con il governo e gli organi di repressione che si è mano a mano rafforzato nelle ultime settimane. Il caso dei graffiti sul monumento di San Martin, a parte l'atto vandalico in sé e la mancanza di cultura espressa dai suoi autori, non aveva la dimensione criminale che in modo unanime i media hanno costruito a tavolino.

Wiener continua:

Ahí, ninguna [estación de televisión] se equivocó, titubeó o vio otras escenas de la movilización que pudieran interesar al público. Todas se concentraron en las pintadas y en una imagen de un joven que forcejeaba con un policía por el control de una bandera que era descrito como los graves enfrentamientos de la Plaza San Martín. La misma escena se repitió decenas de veces para que creyésemos que todo era un caos. Y todo esto era una mesa servida para que en la noche el presidente deplorara a los antipatrióticos que malogran los monumentos.

Nessun [canale TV] si è sbagliato, ha esitato o mostrato altri episodi della mobilitazione che potessero interessare il pubblico. Tutti hanno concentrato l'attenzione sulle scritte e sull'immagine di un giovane che si divincolava da un agente della polizia per ottenere il controllo di una bandiera. La stessa scena, che è stata descritta come un pesante scontro a Plaza San Martin, si è ripetuta decine di volte in modo tale da far credere che tutto fosse un caos. E tutto questo è stato montato affinché nella notte il Presidente potesse deplorare gli anti patriottici che avevano danneggiato la statua.

Wilfredo Ardito, attivista di DDHH in un post [36] del suo blog Reflexiones Peruanas, offre la visione del persistente razzismo presente nella società peruviana:

los medios de comunicación logran manipular sentimientos y emociones, logrando que muchos limeños desinformados sientan que su bienestar se encuentra amenazado por las protestas contra el proyecto Conga […]

I mezzi di comunicazione cercano di manipolare sentimenti ed emozioni con l'obiettivo di spingere i tanti limegni [abitanti di Lima], ignari di come sono andati realmente i fatti, a pensare che il proprio benessere è minacciato dalle proteste contro il progetto Conga […]

Yo particularmente estaba muy indignado, pues tengo especial afecto hacia la Plaza San Martín… pero era impresionante que muchos otros indignados se encogían de hombros frente a las muertes de Celendín, Bambamarca, Espinar, Sechura, Paita y un largo etcétera. Había también quienes proponían que los autores de las pintas fueran fusilados, incluido un integrante del Serenazgo de Lima. En realidad, también son muchos los limeños de sectores populares que han asumido las prioridades y el racismo de los más privilegiados.

Io, in particolar modo, ero molto indignato poiché nutro un affetto speciale per Plaza San Martin…tuttavia è stato impressionante vedere molte altre persone, ugualmente arrabbiate, prendere alla leggera le morti di Celendín, Bambamarca, Espinar, Sechura, Paita e un lungo eccetera. C'erano persino coloro i quali proponevano di fucilare gli autori degli atti vandalici, incluso un membro della polizia municipale di Lima. In realtà, sono molti anche i limegni dei settori popolari che hanno assunto priorità e posizioni razziste dei più privilegiati

Dal canto suo, Anahí Vásquez-de-Velasco nel suo blog Arbolaridad riflette con sarcasmo sull'incoraggiante interesse delle autorità riguardo al patrimonio architettonico e culturale della città e sul moto di indignazione per gli episodi accaduti. In seguito, tra le altre cose, chiede [37]:

entonces, ¿por qué van a perforar el cerro Puruchuco, que es patrimonio cultural, con dos túneles a nivel del suelo? ¿Por qué la Hacienda Punchauca, lugar relacionado con nuestra independencia, está abandonada? ¿Por qué permiten la venta como terreno de edificios virreinales y republicanos? […]

Allora perché hanno intenzione di perforare la collina Puruchuco, patrimonio culturale, con due tunnel a livello del suolo? Perché la tenuta Punchauca, luogo simbolo della nostra indipendenza, è abbandonata? Perché permettono la vendita di edifici del periodo coloniale e repubblicano come se fossero terreni? […]

L'economista Silvio Rendón condivide la sua opinione e offre maggiori informazioni sulla situazione attuale del progetto Conga in un post (e video) [38] nel suo blog Gran Combo Club.

Infine, il 17 luglio nella seduta del consiglio comunale di Lima è stata respinta [39] una mozione che dichiarava “persone non gradite” coloro le quali avevano danneggiato l'obelisco del liberatore San Martín.

Post [40] originale pubblicato sul blog personale di Juan Arellano