Il 17 agosto scorso, il gruppo femminista radicale ucraino Femen ha abbattuto a colpi di sega elettrica un crocefisso commemorativo a Kiev per protestare contro la pena detentiva inflitta alle Pussy Riot. Come per tutte le loro azioni, anche questa è stata compiuta da una donna a seno nudo e ne è stato fatto il resoconto sul loro blog [ru, come i link successivi eccetto ove diversamente indicato].
Tre giorni dopo, Femen ha pubblicato la seguente dichiarazione, presto rimossa da LiveJournal:
После ошеломляющего дебюта треш-группа “Крестоповал” планирует свой первый гастрольный тур по очагам православного деревянного зодчества России. […] Пили кресты – спасай Россию!
Cinque giorni dopo, il 25 agosto, parti ancora non note hanno segato tre croci di legno, questa volta in Russia, nella città di Chelyabinsk, negli Urali. La stessa notte un'altra croce è stata abbattura a Arkhangelsk, nel nord. Tutte e quattro le croci sono dette “croci di preghiera”, cioè crocifissi disposti sui sagrati delle chiese in segno di commemorazione (un buon riassunto di come e perchè vengono erette si può trovare qui.) Risulta chiaro che siano atti vandalici emulativi della performance di Femen.
Tuttavia i blogger russi hanno assunto un punto di vista differente, e hanno etichettato l'abbattimento delle croci come un progetto del Cremlino. Ciò non è particolarmente sorprendente, date le tensioni politiche presenti in Russia e la facilità con cui l'opposizione digitale nel Paese adotta teorie cospirative, nonostante spesso manchino completamente di prove a sostegno.
Nikolai Polozov, un avvocato di Mosca, il 25 agosto ha scritto su Twitter ciò che segue:
Позитивно лишь то, что взрывать дома они уже очкуют, ограничиваются крестами.
Si riferiva alla popolare teoria (in alcuni ambienti) che il FSB (Servizi federali di sicurezza) aveva progettato una serie di bombardamenti sugli edifici nel 1999, sfociata poi nella seconda guerra cecena. Polozov non ha sprecato altro tempo ed è passato direttamente alla Legge di Godwin [en], e presto ha scritto su Twitter che il vandalismo sulle croci ortodosse equivale a Hitler che dà fuoco al Reichstag [en].
Il suo post è stato subito appoggiato da Marat Gelman, l'avvocato delle Pussy Riot Mark Feygin, e anche da Oleg Kashin, che a sua volta non usa mezzi termini:
Согласен с Полозовым: пиление крестов, конечно, кампания, за кампанией, скорей всего, стоит Кремль.
L'idea è avanzata a grandi passi sui post Facebook dei giornalisti Sergey Parkhomenko e Andrei Malgin. Entrambi l'hanno definita una provocazione diretta a conseguenze atroci. Anche Parkhomenko ha fatto riferimento alle esplosioni degli appartamenti del 1999, mentre Malgin ha malauguratamente usato l'espressione “guerra civile.” Altri blogger hanno sottolineato il riferimento alle esplosioni. Olga Bakushinskaya ha consigliato il libro “The FSB Blows Up Russia” a chi ancora avesse dei dubbi, mentre un altro blogger ha suggerito che forse il Cremlino potrebbe anche fare esplodere una chiesa.
L'ex mago delle pubbliche relazioni del Cremlino Gleb Pavlovsky si è spinto oltre, insinuando che la performance delle Femen sia stata messa in scena dai servizi segreti:
Кто поверит в кресты спиленные в Архангельске и т.п. по указанию Femen (сдающих груди в аренду по договорённости) ? Вонью несёт из московских кабинетов, с прибавлением пары киевских. Схема старая гб-шная […]
La lettura di Pavlovsky è comprensibile – dopo aver intessuto schemi politici per così tanto tempo, probabilmente vede un “tecnologo politico” dietro a gran parte degli eventi.
Inoltre c'è da segnalare anche l'atto vandalico sul recente monumento commemorativo di Boris Yeltsin nella sua città natale Yekaterinburg. Il giorno prima che venisse abbattuta la prima croce in Russia, qualcuno ha versato vernice blu [ru] su tutta l'enorme statua. Forse anche questo è parte della stessa campagna del Cremlino che ha lo scopo di far passare le leggi anti-dissacratorie, pensa tra sè e sè [ru] il blogger fyodorrrrr.
Quindi non sorprende che quando un gruppo alla fine si è fatto avanti [ru] per rivendicare l'atto di vandalismo sulla croce, Oleg Kashin e altri hanno subito dato per scontato [ru] che fossero degli infiltrati del Cremlino o del NASHI. Kashin ha poi scritto [ru]:
Кто-то в Facebook взял на себя ответственность за спиленные кресты — спасибо, конечно, но неужели вы хотите, чтобы мы в это поверили?
Il gruppo si fa chiamare Narodnaya Volya, o “Volontà del Popolo”, un riferimento ad una organizzazione terroristica [en] populista del diciannovesimo secolo che riuscì ad assassinare lo Zar Alessandro II. Si descrive come un movimento di “cyberdemocratici-rivoluzionari” e la sua pagina Facebook [ru] è piena di retorica pro-Pussy Riot e antigovernativa.
Le prove che Narodnaya Volya sia responsabile di qualche cosa sono inconsistenti. Certamente, se si spende qualche minuto a guardare il loro profilo, diventa chiaro che il gruppo non si aspetta che qualcuno creda seriamente alle loro rivendicazioni. Il linguaggio ironico della loro rassegna stampa, la mancanza di dettagli oltre a qualli che si possono trovare nei giornali, e la rivendicazione dello sfregiamento del memoriale di Yeltsin, insiene alle croci, sono solo alcuni degli indizi.
È molto più rivelatrice la formula che in primo luogo il gruppo ha usato per spiegare [ru] come ogni caso di vandalismo è stato mobilitato:
летучие боевые отряды оппозиции под названием «Неизвестные»
La rassegna stampa finale ha aggiunto che la squadre di combattimento mobile sono “le ali militanti del nostro Movimento”.
L'uso delle parola “sconosciuto” (che è semplicemente un altro modo di tradurre la parola “anonimo” in russo), insieme alla maschere di Guy Fawkes che adornano la pagine del gruppo su Facebook , fa capire chiaramente che le loro rivendicazioni sono ironiche. Le squadre mobili di combattimento sono sconosciute: in altre parole, sono anonime. Quindi, nessuno sa chi siano, inclusi gli autori della rassegna stampa.
L'attribuzione di azioni collettive anonime e non connesse tra loro a una misteriosa organizzazione chiamata Anonymous [en] è il marchio di alcuni attivisti di Internet, che imbrogliano ripetutamente i media. È paradossale che gli hipster di Internet russi debbano rendersi “fighi” in questo modo, anche se è proprio questo tipo di ironia che è così popolare in questi gruppi.