Libia: violento assedio alla città di Beni Ulid

A quasi un anno dalla morte di Mu'ammar Gheddafi ^[1], nel silenzio dei media internazionali sembra cedere la sua ultima roccaforte, la città di Beni Ulid, cuore della tribù dei Warfalla. Come fu per Sirte ^[2], è in corso da due settimane un violento assedio che alcune fonti ^[3] definiscono un piccolo genocidio. L'operazione è guidata da milizie facenti capo al Cnt, con il coinvolgimento di forze islamiste di Bengasi e Misurata nemiche dei Warfalla. Al momento è impedita la circolazione di cibo e medicine mentre la città continua a subire i colpi dei mortai e dei missili ^[4] e si denuncia ^[5] l'uso di gas tossici; l'ospedale pare già al collasso per l'elevato numero di feriti tra cui diversi bambini. Su Twitter proseguono gli aggiornamenti con l'hashtag #BANIWALID ^[6], ma è indubbia la sostanziale indifferenza della comunità internazionale rispetto a questa sorta di operazione di “pulizia” che espone a grande sofferenza la popolazione civile.