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Spagna: è giusto che la Chiesa Cattolica paghi (tutte) le tasse ?

Categorie: Europa occidentale, Spagna, Citizen Media, Economia & Business, Media & Giornalismi, Politica, Religione

Lo scorso maggio la città di Zamora è diventata la prima città spagnola ad esigere dalla Chiesa Cattolica il pagamento della tassa sugli immobili (Impuesto de Bienes Inmuebles -IBI). Grazie a questa misura, il governo della città ha cercato di arginare il deficit economico che sta minacciando tanti comuni spagnoli.

In rete si sono moltiplicati commenti di ogni tipo. La gente si è indignata scoprendo che la Chiesa, che possiede il patrimonio più grande del Paese, non paga tutte le tasse previste.

@piluquita [1]: ¿Alguien podría calcular cuántas mamografías podrían hacerse con la recaudación de la iglesia si pagara el IBI?

@piluquita [1]: Qualcuno potrebbe calcolare quante mammografie si potrebbero fare con i soldi che verserebbe la Chiesa se pagasse l’ IBI?

@Tweets_Platino [2]: Rajoy en mayo:”Con los 3000 mill. del IBI de la iglesia no solucionaríamos nada” Junio: el gobierno quita MEDICAMENTOS que ahorrarán 440.

@Tweets_Platino [2]: Rajoy in maggio:”Con i 3000 mill. dell’ IBI della Chiesa non risolveremmo nulla” Giugno: il governo taglia I MEDICINALI per un risparmio di 440 milioni.

La Conferenza Episcopale spagnola si difende dalle accuse. Sul suo sito un articolo di Isidro Catela [3] [es, come gli altri link] chiarisce vari punti:

Manifesto della campagna di Izquierda Unida perchè la Chiesa paghi la IBI [4]

Manifesto della campagna di Izquierda Unida perchè la Chiesa paghi la IBI.

La Chiesa non paga la tassa sugli immobili ?

È falso. La Chiesa paga la IBI su tutti gli immobili che non sia esentati per legge.

La Chiesa non paga le tasse municipali?
Sì, le paga (immondizia, accesso ai parcheggi, etc.). Non esiste nessuna eccezione prevista per legge rispetto al pagamento di queste tasse.

 

Chi mente? In realtà tutti e nessuno. Si tratta del tipico caso di manipolazione dell'informazione grazie al quale «ognuno tira acqua al suo mulino».

Ci sono una serie di edifici che sono esentati dal pagamento della tassa sugli immobili. Nel caso della Chiesa, gli accordi con la Santa Sede prevedono che siano esentati quegli edifici in cui vengono svolte le funzioni proprie della chiesa (quella pastorale, educativa, amministrativa, ospedaliera, assistenziale …). La Legge sul mecenatismo, esenta dal pagamento della tassa sugli immobili quegli edifici che sono di proprietà di enti senza fini di lucro, eccetto quello che svolgono un'attività economica soggetta ad altre tasse. Prendendo come esempio la nuova legge del comune di Zamora, l'articolo dell'Economista.es [5]ci aiuta a comprendere le differenze:

Immagine tratta dalla pagina di Facebook «Estado del Malestar Madrid» [6]

Immagine tratta dalla pagina di Facebook «Estado del Malestar Madrid»

(…) gli edifici inclusi nell'Accordo con la Santa Sede (…) e la Legge sul Mecenatismo continueranno a non essere soggetti alla tassa sugli immobili.

In ogni caso, riconoscono che la lista degli edifici è stata aggiornata per cui molti sono stati eliminati dalla lista e dovranno iniziare a pagare. È il caso del Museo Catedralicio, a fianco della Cattedrale. Mentre quest'ultima continuerà ad essere esente, l'altro edificio ha iniziato a pagare la tassa, avendo iniziato a generare un'attività economica.

 

Per quanto riguarda le tasse municipali, nello stesso articolo si legge che:

Dal Comune hanno spiegato all'el Economista che in realtà il pagamento delle tasse sulla spazzatura è dovuto al fatto che in precedenza venivano conteggiate nello stesso modulo dell’ IBI mentre adesso, dato che si paga a parte, come nel caso di altri comuni del Paese, gli edifici ecclesiastici che generano spese inutili dovranno pagarla.

In poche parole sembra che la chiesa cattolica abbia cercato di «dribblare» il pagamento dell’ IBI e delle tasse municipali di alcuni immobili. Può darsi che si tratti di cifre irrisorie ma in momenti così delicati economicamente, quando alle famiglie spagnole viene richiesto uno sforzo quasi al limite dell'umano, non sarebbe male che la Chiesa cattolica desse l'esempio e contribuisse con ciò che le spetta, invece di sforzarsi tanto nel giustificare la sua fuga dal fisco.

Infatti, con un certo tono minaccioso, Isidro Catela dice nel sito della Conferenza Episcopale :

La Chiesa continuerà a compiere la sua missione con i mezzi di cui dispone. Logicamente, se dovesse disporre di meno risorse, le attività potrebbero venire ridotte, anche se con più o meno mezzi, la Chiesa continuerà a fare tanto per i molti che continuano ad averne bisogno.

Ed il sito della Chiesa di Navarra [7] sottolinea:

Se la legge dice che la Chiesa deve pagare l’ IBI logicamente si sottometterà alla legge (…). è ovvio che il pagamento di questa tassa diminuirà i mezzi di cui dispone la Chiesa per aiutare i meno fortunati . (…)

In realtà, la Chiesa cattolica indirizza la maggior parte della sua attività umanitaria attraverso la Caritas. Quest’ organizzazione ha compiuto uno sforzo inusuale per rendere trasparenti i suoi conti e ha pubblicato sul suo sito la rendicontazione completa delle proprie finanze [8] degli ultimi anni, mettendole a disposizione di coloro che vogliano consultarle, permettendoci di conoscere le cifre reali, independentemente dalle opinioni di coloro che la difendono o l’ attaccano. In questo modo possiamo rilevare come solo una piccolissima parte dei fondi totali che gestisce Caritas proviene dalla Chiesa come istituzione sotto forma di fondi del Fondo Interdiocesano e di organismi della diocesi

ANNO

BILANCIO TOTALE DELLA CARITAS (€)

CONTRIBUTO DELLA CHIESA (€)

Fondo Interdiocesano

Organismi Diocesani

2007

200.278.373,27

327.783,79  (0,2%)

2.410.656,08  (1,2%)

2008

216.916.013,54

332.168,89 (0,2%)

1.641.758,19  (0,8%)

2009

230.017.789

298.671   (0,1%)

1.878.914  (0,8%)

2010

334.448.494

nessun dato

nessun dato

Nella memoria del 2010, non appaiono donazioni specifiche di queste istituzioni, o perchè sono state incluse in un altro registro o perchè semplicemente non ci sono state.

In ogni caso, viste queste cifre, non sembrerebbe che la Caritas abbia molto da preoccuparsi [9] se i comuni spagnoli decidessero di obbligare la chiesa a rispettare i propri obblighi fiscali.

Va segnalato che nel febbraio scorso, il governo italiano ha approvato l'applicazione di una tassa simile all'IBI sugli immobili di proprietà della Chiesa che non sono utilizzati a fini religiosi per adattare la legislazione alle norme europee rispetto agli aiuti statali, per evitare una possibile multa della Commisione. Diversi europarlamentari spagnoli hanno chiesto in maggio alla Commissione Europea [10] che chiarifichi se le esenzioni della chiesa in Spagna sono o meno compatibili con le norme del mercato interno dell'Unione Europea.