La lettera [pt, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato] diffusa in ottobre dalla comunità indigena Guarani-Kaiowá di Pyelito Kue / Mbarakay, nello Stato brasiliano del Mato Grosso do Sul (MS), ha dato origine ad un'importante mobilitazione, sia dentro che fuori del Brasile. Molti cittadini hanno seguito su internet la lotta [it] ingaggiata nel municipio di Iguatemi, dopo le minacce di sgombero dalle proprie terre e moltissimi hanno firmato le petizioni rilanciate online. La mobilitazione ha ottenuto il risultato sperato, dato che il Tribunale Regionale Federale della 3ª Regione, a San Paolo, ha infine sospeso lo sgombero degli indigeni Guarani-Kaiowás dall'accampamento in cui si trovavano, accogliendo la petizione presentata dalla Fondazione nazionale per gli indigeni (FUNAI).
Maria do Rosário, Segretaria nazionale per i diritti umani della Presidenza della Repubblica, annuncia via Twitter:
@_mariadorosario: Acabamos de receber decisão judicial que suspende reintegração de posse do território dos Guarani-Kaiowá. Recurso do Gov.Federal foi acatado!
I 50 uomini, le 50 donne e i 70 bambini della tribù Guarani-Kaiowá potranno rimanere nella fattoria Cambará a Iguatemi-MS, dove dispongono di un territorio di due ettari (l'equivalente di due campi da calcio). La decisione sarà valida fino a quando il FUNAI avrà concluso l'identificazione e la demarcazione definitiva del territorio indigeno.
La soluzione al momento è precaria, date anche le pessime relazioni con il proprietario. Secondo la denuncia presentata dagli indigeni mercoledì 24 ottobre una ragazza indigena di Pyelito Kue è stata violentata da otto uomini in una fattoria. Il Ministero della giustizia ha inviato un nuovo effettivo dell'esercito nazionale per mantenere l'ordine nella zona.
Secondo il pubblico ministero Marco Antonio Delfino de Almeida la mobilitazione dei social network ha avuto successo:
a mobilização das redes sociais foi definitiva para alcançar esse resultado. Provocou uma reação raramente vista por parte do governo quando se trata de direitos indígenas.
I leader Guarani-Kaiowá, denunciando il genocidio perpetrato contro la loro etnia [it], hanno fatto riferimento alla notizia, sottolineando però che solamente la demarcazione delle terre [it] porrà fine al conflitto con i produttori agricoli della zona. Vogliono anche cercare di aumentare la rete di solidarietà creatasi attorno ai Guarani-Kaiowá. La lotta non è solamente contro gli sgomberi ma sopratutto per la demarcazione definitiva delle terre indigene.
Ladio Veron, leader Guarani-Kaiowá, racconta le sue difficoltà sul sito del giornale Carta Maior, in un'intervista pubblicata il 28 di ottobre:
Nello stato del Mato Grosso do Sul, 43.000 índigeni Guarani-Kaiowás esigono di poter far ritorno alle loro terre originarie che chiamano “tekoha”. Vogliono poter lasciare la riserva ed installarsi negli accampamenti, che sono quasi tutti legali. Oggi esistono più di 30 accampamenti Guarani-Kaiowá confinati sulle strade o dentro le fattorie nelle aree che gli indigeni hanno occupato. A questo vanno aggiunte le più di 20 aree che sono state recuperate e regolarizzate grazie alla forte pressione dei nativi, che hanno perso molti leader, morti durante la lotta. Nel frattempo, in tutte queste zone vige un alto controllo militare.
Una nota tecnica del FUNAI pubblicata nel marzo del 2012 [pdf] sostiene che il territorio rivendicato dagli indigeni di Pyelito Kue e Mbarakay è occupato da sempre dalle etnie Guarani e Kaiowá. Dal 1915, quando venne istituita la prima zona indigena, e sopratutto dagli anni '70 e '80 del secolo scorso, si sono intensificati gli episodi di espulsione di indigeni in favore dei proprietari agricoli (con l'obiettivo principale di aumentare le produzioni di zucchero di canna e di soia), a cui si vanno ad aggiungere gli episodi di segregazione e raggruppamento con altri gruppi etnici, fenomeni che hanno provocato un forte senso di insicurezza e di sradicamento culturale e sociale.
Il sito del Comitato internazionale di solidarietà con il popolo Guarani e Kaiowá sottolinea il potere economico che in questa regione riveste la produzione di canna da zucchero:
“A cana que hoje está sendo plantada lá e colhida como etanol já é misturada com sangue indígena Guarani Kaiowá”, disse o cacique. O peso do agronegócio na região teve uma guinada após acordo do ex-presidente brasileiro Lula com ex-presidente dos Estados Unidos George Bush sobre a produção de biocombustíveis.
Un articolo di Larissa Ramina, docente di diritto internazionale della UFPR e di UniBrasil, illustra la tragedia annunciata sul sito Carta Maior:
A situação dos Guarani-Kaiowá, segundo grupo mais numeroso do país, é considerada a mais grave. Confinados em reservas como a de Dourados, encontram-se em situação de catástrofe humanitária: além da desnutrição infantil e do alcoolismo, os índices de homicídio são maiores que em zonas em guerra, como o Iraque.
Un comunicato diplomatico del 2009, trapelato da Wikileaks, mostra il disprezzo delle autorità del Mato Grosso do Sul di fronte alle domande dei Guarani Kaiowá per le terre coltivate dai produttori da decenni.
Sul sito del Ministero Pubblico Federale una istituzione federale con lo scopo di rappresentare gli interessi dei cittadini e delle comunità durante i processi penali (che in Brasile rappresenta il quarto potere), si legge:
Afastar a discussão da ocupação tradicional da área em litígio equivale a perpetuar flagrante injustiça cometida contra os indígenas em três fases distintas e sucessivas no tempo. Uma quando se lhes usurpam as terras; outra quando o Estado não providencia, ou demora fazê-lo, ou faz de forma deficiente a revisão dos limites de sua área e quando o Estado-Juiz lhes impede de invocar e demonstrar seu direito ancestral sobre as terras, valendo-se justamente da inércia do próprio Estado.
Il deputato Pedro Kemp, leader del PT, ha affermato nel Parlamento del Mato Grosso do Sul:
Desenvolvimento não é só produção de boi, milho e soja, mas também respeito ao povo, direito a cidadania. O desenvolvimento deve ser econômico e social, com diretos a todos.
Infine, i nativi hanno inviato i loro ringraziamenti attraverso un gruppo di Facebook [fr] creato in appoggio alla loro causa:
Nós, Guarani Kaiowá e os sobreviventes que realmente querem sobreviver, desejamos com esta mensagem simples expressar publicamente nossa imensa gratidão a todas e todos que acrescentaram Guarani-Kaiowá a seus nomes. Como todos sabem, os Guarani e Kaiowá, sozinhos, podem ser exterminados, mas estamos confiantes de que, com a real solidariedade humana e o apoio de todos vocês, podemos ser salvos de várias formas de violência contra nossas vidas e, especialmente, evitar a extinção do nosso povo. Graças a esse seu gesto de amor pela nossa vida, sentimos um pouco de paz e esperança em uma verdadeira justiça. Entendemos que há cidadãs e cidadãos movidos por um genuíno amor ao próximo, que têm sede de justiça e exigem esta justiça. Não temos palavras para agradecer a todos. Só dizemos JAVY'A PORÃ, a paz esteja em seus corações. Muito obrigados.