Con le elezioni ormai alle spalle, Obama deve ora concentrarsi sul suo secondo mandato alla guida degli Stati Uniti. Sin dalla prima campagna elettorale nel 2008 ha avuto al suo fianco come principale consigliere in materia di rapporti USA-Russia Michael McFaul, professore all'università di Stanford ed esperto in transizioni democratiche, il quale all'inizio di quest'anno è stato nominato ambasciatore statunitense a Mosca [en, come i link successivi, tranne dove altrimenti indicato].
Con l'appoggio di McFaul, Obama ha cercato di “resettare” i rapporti con la Federazione russa. Tuttavia, alla luce degli ultimi avvenimenti, molti osservatori hanno dicharato la politica di riconciliazione promossa da Obama un vero e proprio fallimento. I due episodi cruciali che sembrano aver animato le critiche a Obama sono la chiusura (istigata dal Cremlino) degli uffici USAID di Mosca e l'affermazione di Putin secondo cui gli Stati Uniti avrebbero incoraggiato le manifestazioni svoltesi in diverse città del Paese durante le elezioni parlamentari e le presidenziali dello scorso inverno.
Vilhelm Konnander, ex-presidente di una società svedese che si occupa di studi su Russia, Europa centro-orientale e Asia centrale, oltre che autore di diversi articoli per Global Voices, riassume lo scetticismo nei confronti della politica del “resettaggio” in un post su Facebook:
[Mi domando] quali saranno le implicazioni della rielezione di Obama per quanto riguarda le relazioni USA-Russia dopo il fallimento della politica di resettaggio.
In un commento [ru] alla vittoria di Obama, il Primo ministro Dmitrij Medvedev si è detto sollevato nel vedere che gli Stati Uniti non avevano eletto il candidato (Romney) che aveva più volte definito la Russia “l'avversario geopolitico numero uno degli Stati Uniti.”
Su Twitter i commenti alla rielezione di Obama sono assai coloriti. Ecco una serie di rilanci:
Shiitman: [ru]
А тут есть люди, которые расстраиваются, что ромни не победил?
я
Falanster: [ru]
почему??
Smirnov: [ru]
много раз объяснял же. Обама это предельно мягкий курс. Нахуй он такой нужен нам в России
Falanster: [ru]
ну он же как бы умеренный соцдем, а ромни пиздец, а рашке оба как жук лапкой потрогал
Beh, [Obama] è un socialista democratico moderato, mentre Romney è un bastardo, ma la Russia dovrebbe lasciarli in pace entrambi.
Smirnov: [ru]
[…] сравните администрацию Буша-мл и Обамы по отношению к Москве. ОДНО И ТОЖЕ??
Kulturtrager: [ru]
При Обаме похуизм под видом “перезагрузки”
Su RuNet si è inoltre discusso molto sulle conseguenze della rielezione di Obama per gli Stati Uniti. Oleg Kozyrev condanna [ru] il processo elettorale statunitense, specialmente il sietma dei collegi elettorali [it], che a suo avviso sarebbe antidemocratico. Alexander Kireev cita dei sondaggi per spiegare [ru] la polarizzazione razziale del processo elettorale americano.
Altrettanto negativi i commenti nel proprio blog del politico di destra Vladimir Žirinovskij, secondo cui [ru] il risultato elettorale non è il frutto del consenso americano nei confronti dell'amministrazione Obama, quanto il primo passo degli Stati Uniti verso la stagnazione e l'isolazionismo:
Победа нынешнего президента США обусловлена не большими ожиданиями от продолжения деятельности президента, а обычным нежеланием американцев менять устоявшиеся порядки. Они консервативны, как и все избиратели. Все боятся: а вдруг новый что-то такое начнет?
[…]
Что сейчас будет делать Барак Обама? Ничего. У него третьего срока нет – ему хочется поцарствовать 4 года, он будет кататься по заграницам, внутренние вопросы ему не решить, их вообще никому нигде нельзя решить, это надо героическое что-то произвести. Поэтому Америка сама себя обрекает на застой.
La ragione per cui il Presidente ha vinto le elezioni non sta nella fiducia degli americani che vogliono permettegli di continuare il buon lavoro fatto, ma nella riluttanza di questi ultimi a cambiare un ordine consolidato. Sono dei conservatori, come tutti gli elettori. Tutti temono le novità improvvise.
[…]
Cosa farà adesso Barack Obama? Niente. Non avrà un terzo mandato — rimarrà in carica per altri quattro anni, si farà un bel po’ di viaggi all'estero, senza risolvere nessuna questione interna — questioni che nessuno è in grado di risolvere senza fare qualcosa di eroico. Per questi motivi gli Stati Uniti sono destinati alla stagnazione.