Senegal-Italia: la mediazione di Sant'Egidio nel rilascio di 8 ostaggi senegalesi

Le trattative avviate a Roma verso metà ottobre [fr, come i link successivi eccetto ove diversamente indicato] tra rappresentanti del governo senegalese e del Movimento delle Forze Democratiche della Casamance (Mfdc) [it], sotto gli auspici della Comunità di Sant'Egidio, hanno portato alla liberazione di 8 prigionieri senegalesi, tra cui sei soldati, un gendarme e un civile, il 9 dicembre scorso — come precisa la testata online scoopsdeziguinchor.com. L'Mfdc, diviso in varie fazioni conduce una guerriglia dal 1982 per l’indipendenza del Casamance [it], la regione meridionale del Senegal, una striscia di terra situata tra la Guinea-Bissau e il Gambia.

Mappa del Senegal, con il Casamance

Mappa del Senegal, con la Casamance in rosso. Foto ripresa da commons.wikimedia.org

Il blog fattodiritto.it riassume la cronologia [it] degli eventi:

Nell’ultimo anno, diversi soldati senegalesi sono stati uccisi e altri rapiti nel territorio del Casamance, a seguito di attacchi dei ribelli separatisti. La Comunità cattolica di Sant’Egidio, mediatrice ufficiale tra il governo senegalese e i separatisti, ha iniziato i negoziati a Roma, il 14 Ottobre 2012. Come prima cosa, ha chiesto la liberazione dei soldati senegalesi al leader dell’MFDC, Salif Sadiò, il quale ha aderito positivamente alla richiesta. Ieri, 9 Dicembre 2012, i soldati sono stati liberati alla presenza dei rappresentanti della Croce Rossa Internazionale e la Comunità di Sant’Egidio, composta da don Angelo Romano e Mauro Garofalo. I soldati, sono stati riportati nel territorio della Repubblica del Gambia.

 

Massimo A. Alberizzi aggiunge [it] sul sito africaexpress.corriere.it:

Grazie alla comunità di Sant’Egidio che ha trattato a oltranza, otto soldati senegalesi nelle mani dei ribelli che lottano per l’indipendenza della Casamance (la regione più meridionale dell’ex colonia francese) sono stati liberati oggi. Alcuni erano prigionieri da poco meno di due anni, altri da un anno. In realtà uno di loro non è un militare ma un pompiere. I guerriglieri del MFDC (Movimento  delle Forse Democratiche della Casamance), secondo la comunità di Sant’Egidio, non hanno chiesto nulla in cambio. Probabilmente però un po’ di visibilità gli è più che gradita. La loro lotta dura dal 1982 e solo rarissimamente ha avuto l’onore di apparire sui giornali.

 

Il rilascio ha suscitato molte reazioni e commenti in Senegal. Il blog ferloo.com, concludendo un’intervista con Jean Marie Biagui, segretario generale dell'ala politica dell'Mfdc, scrive:

 Les huit (8) soldats libérés le dimanche grâce à l’intervention de la communauté chrétienne de Sant-Egidio, ont été capturés par le Mfdc d’abord lors de l’attaques du cantonnement de Kabeum (Sédhiou) et ensuite quelques semaines plus tard de Brigade de gendarmerie d’Affiniam (Bignona). Le Président de la République qui a accueilli dimanche les ex-otages à la base militaire de Ouakam (Dakar) a réaffirmé son engagement à tout mettre en œuvre pour le retour de la paix en Casamance où une crise à l’irrédentisme a commencé en 1982.

Gli otto (8) soldati liberati domenica, grazie all'intervento della comunità cattolica di Sant'Egidio, erano stati catturati dall'MFDC nel corso dei primi attacchi all'acquartieramento di Kabeum (Sédhiou) e poi un paio di settimane più tardi alla Gendarmeria di Affiniam (Bignona). Il Presidente della Repubblica, che ha accolto domenica gli ex-ostaggi alla base militare di Ouakam (Dakar) ha ribadito il suo impegno a fare ogni sforzo per il ritorno della pace nel Casamance, dove una crisi irredentista è iniziata nel 1982.

Il sito senenews.com pubblica dice:

 Depuis la capture de ces soldats plusieurs structures ou personnalités sont entrées en médiation pour leur libération. Il s’agit notamment du Cicr, de la Communauté Sant’Egidio. L’ancien ministre d’Etat, Robert Sagna, a été également très actif. Il a été l’émissaire de Macky Sall sur ce dossier. Sans tambour ni trompette, l’ancien maire de Ziguinchor se rendait très souvent dans le maquis, en passant par la Gambie pour rencontrer Salif Sadio pour libérer ces vaillants soldats.

 

Da quando è avvvenuta la cattura di questi soldati, varie strutture o personalità hanno svolto opera di mediazione per il loro rilascio. Questi includono il CICR e la Comunità di Sant'Egidio. L'ex ministro di Stato, Robert Sagna era anche lui molto attivo. E ‘stato l'emissario di Macky Sall in questo dossier. Senza clamore, l'ex sindaco di Ziguinchor si recava spesso nella boscaglia, passando dalla Gambia per incontrare Salif Sadio per discutere del rilascio di questi coraggiosi soldati.

Il cardinale Theodore Sarr, arcivescovo di Dakar, ha commentato lo sviluppo avvenuto in questi termini in una intervista rilasciata [it] a Helene Destombes, della redazione francese della Radio Vaticana:

 E’ veramente una bella notizia per tutti i senegalesi: ne sono veramente molto, molto contento. E’ davvero un motivo di sollievo e contemporaneamente di speranza. E’ un primo passo: c’erano già stati contatti preliminari, a Roma, tra una delegazione del governo del Senegal e una delegazione del Movimento di Salif Sadiò, alla presenza della Comunità di Sant’Egidio che ha svolto le funzioni di testimone. Si è trattato sostanzialmente di preliminari, eppure questo atto è una grande prima tappa che consentirà il proseguimento dei negoziati e, come noi crediamo fermamente, un loro esito positivo. C’è una seconda ala del Movimento, l’Mfdc, con il quale è necessario prendere contatti e so che questo è un momento favorevole per farlo, so che è ben disposto al dialogo. Quindi, se veramente le due principali ali del Movimento iniziano un dialogo con il governo del Senegal, penso si possa dire di essere sulla buona strada per la pace.

Ancora fattodiritto.it fornisce alcuni cenni storici [it] per comprendere meglio i motivi della guerriglia in atto:

 Secondo gli storici, la guerra per l’indipendenza del Casamance è iniziata a causa di una mancata promessa del celebre presidente e poeta senegalese Leopold Senghor. Nel 1960 egli promise ai leader del Casamance, che, se si fossero uniti al Senegal per vent’anni, avrebbero ottenuto successivamente la loro indipendenza. Quando ciò non accadde, nel 1980, il Casamance insorse con manifestazioni violente per le strade della capitale, Ziguinchor. Manifestazioni represse brutalmente con violazioni di diritti umani. Da quell’anno, iniziò una guerra civile fatta di rapimenti, attacchi, rivolte, che ha comunque prodotto nel tempo circa un milione di profughi e migliaia di morti.

Il sito sito diasporas.biz illustra in questi termini le modalità con cui la Comunità di Sant'Egidio si è trovata a svolgere l'opera di mediazione:

 Salif Sadio, qui se présente comme “chef d’état-major général, commandant en chef des forces combattantes du maquis” du MFDC affirme, dans un communiqué transmis mardi à l’AFP à Dakar, qu’il reste “disponible au dialogue” à condition que le dialogue se déroule en terrain neutre, hors d’Afrique. Salif Sadio a ainsi rappelé que l’ancien secrétaire général de Sant‘Egidio, l’abbé Augustin Diamacoune, décédé en 2007, “souhaitait qu’après l’échec de la médiation conjointe de la Gambie et de la Guinée-Bissau, la Communauté mette sa propre médiation à la disposition” des parties. Ce souhait “reste en nous” parce que le MFDC “espère que celle-ci fera preuve de neutralité dans sa médiation”.

Salif Sadio, che si presenta come “il capo di stato maggiore generale, comandante in capo delle forze combattenti nella macchia” del MFDC, ha detto in un comunicato inviato martedi alla AFP a Dakar, che egli rimane “disponibile al dialogo” a condizione che il dialogo si svolga su un terreno neutro al di fuori dell'Africa. Salif Sadio ha ricordato che l'ex segretario generale di Sant'Egidio, Padre Augustin Diamacoune, scomparso nel 2007, “ha voluto dopo il fallimento della mediazione congiunta del Gambia e della Guinea-Bissau, che la Comunità mettesse la propria opera di mediazione disponibile alle parti. Questo desiderio “è in noi”, perché l'MFDC “auspica che la comunità potrà dimostrare la propria neutralità nella mediazione”.

In realtà però, è stato l’ex-Presidente senegalese, Abdoulaye Wade [it] a indicare la Comunità di Sant’Egidio come intermediario, durante un’intervista a Radio France internazionale [it] il 5 gennaio scorso, cioè poco prima delle elezioni, spiegandone così il motivo:

Le 5 janvier dernier, lors d’un entretien à RFI, c’était le président sénégalais Abdoulaye Wade qui avait révélé avoir demandé à la Communauté de Sant’Egidio, proche du Vatican, de servir d’intermédiaire entre le gouvernement et la tendance du MFDC de Salif Sadio, afin de “régler cette question” de la crise en Casamance s’il est réélu.( ..) “je connais les gens de Sant’Egidio, parce que j’ai travaillé avec eux quand j’étais dans l’opposition (…) et je leur ai demandé d’être des facilitateurs entre le gouvernement du Sénégal et la tendance de Salif Sadio”.

Il 5 gennaio, in un'intervista con RFI è il presidente senegalese Abdoulaye Wade, a rivelare di aver chiesto alla Comunità di Sant'Egidio, vicina al Vaticano, di mediare tra il governo e la tendenza del MFDC di Salif Sadio, al fine di “risolvere la questione” della crisi in Casamance, se fosse stato rieletto. (…) conosco la gente di Sant'Egidio, perché ho lavorato con loro quando ero all'opposizione (…) e ho chiesto loro di essere facilitatori tra il governo del Senegal e la tendenza di Salif Sadio”.

La Comunità di Sant'Egidio ha svolto in diverse occasioni opera di mediazione in terra africana, tra cui Mozambico, Algeria, Guinea e Costa d'Avorio, ottenendo diversi riconoscimenti internazionali per queste sue attività. Oltre a gestire il programma DREAM per la lotta contro l'AIDS [it], che copre 10 Paesi africani, 38 centri di cura, 20 laboratori e 4.500 specialisti. Andrea Riccardi [it] uno dei fondatori della stessa Comunità, è Ministro senza portafoglio [it] del governo Monti (dimissionario) [it] per la cooperazione internazionale e l'integrazione [it].

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