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Singapore: commenti allo “sciopero illegale” di autisti municipali cinesi

Categorie: Asia orientale, Singapore, Citizen Media, Lavoro, Protesta

Lunedì scorso circa 171 autisti cinesi di autobus dell'azienda MRT, uno dei più grandi fornitori di trasporti pubblici di Singapore, hanno scioperato in segno di protesta a causa della discrepanza [1] [en, come gli altri link, eccetto ove diversamente segnalato] degli stipendi tra gli autisti di autobus cinesi e malesi che lavorano per la medesima azienda. Gli autisti malesi sono pagati 1.400 dollari singaporiani al mese più un bonus, mentre gli autisti cinesi sono pagati 1.075 dollari singaporiani al mese, senza bonus per i primi due anni. Altre lamentele riguardano il cambiamento della settimana lavorativa da cinque a sei giorni e, in generale, le scadenti condizioni di vita.

Un autobus della SMRT [2]

Un autobus della SMRT. Foto dalla pagina Flickr di TIB1218R, utilizzata con Licenza CC

Lunedì pomeriggio hanno avuto inizio i negoziati con i dirigenti della SMRT, in seguito alle quali gli autisti hanno accettato di tornare al lavoro il giorno seguente. Tuttavia, 88 lavoratori hanno continuato lo sciopero il martedì, dichiarando che l'accordo del lunedì di un aumento mensile di 25 dollari non fosse abbastanza.

Lo sciopero è stato denunciato [3] come “illegale” da Tan Chuan Jin, Ministro provvisorio della Manodopera, affermazione sostenuta dal National Trades Union Congress (NTUC), che ha aggiunto [4], “È importante mandare a tutti i lavoratori un chiaro segnale che, come nazione governata dalla legge, ci sono modi appropriati di affrontare problemi e disaccordi”.

Finché il Ministro della Manodopera non aveva definito l'azione uno sciopero, i mezzi di comunicazione di massa si erano rifiutati di utilizzare tale termine, spingendo gli utenti Twitter a trovare altri eufemismi:

@mrbrown [5]: Nomi alternativi per uno #sciopero degli autobus [6] a Singapore: Pausa Sigaretta Coordinata.

Un editoriale di The Online Citizen mette in dubbio [7] la pertinenza della NTUC nella questione:

Tutto ciò sottolinea che l'influenza delle unioni è in diminuzione: in questi giorni e nell'epoca di internet, se l'unione è percepita a favore dei datori di lavoro, i lavoratori avranno sempre l'opzione di rafforzare la propria posizione di negoziazione unendosi insieme e avvicinando la stampa.

La NTUC ha iniziato a dirigersi sempre di più verso una strategia di marketing raffinato in modo da aumentare la propria base di iscrizioni; l'elenco di benefici di cui i membri possono usufruire comprendono, secondo il suo sito web: “Salute e Sostentamento, Stile di vita e Divertimento, Terapia dello Shopping, Servizi e Sviluppo, Vino e Cibo”.

È abbastanza strano, per un congresso di unioni che ha l'obiettivo di rappresentare gli interessi dei lavoratori, che “La partecipazione ad una piattaforma di lotta per la paga e le condizioni di lavoro” non sia uno dei benefici dell'appartenenza.

Joshua Chiang non è d'accordo [8] con la descrizione degli scioperanti come rapitori che tengono in ostaggio il pubblico, privandolo dei “servizi essenziali”:

Quindi qui abbiamo una situazione dove delle imprese precedentemente-possedute-dal-governo-ma-ora-private che forniscono servizi essenziali a LIVELLO NAZIONALE assumono un gran numero di lavoratori stranieri (grazie alle nostre politiche per l'immigrazione molto liberali) ai quali manca nondimeno una rappresentanza (grazie alle nostre leggi sul lavoro), che devono scioperare per far conoscere le proprie lamentele (e, riconosciamolo, funziona) e che quindi causano disturbi ai pendolari.

E hanno il coraggio di identificare i lavoratori come gente che tiene in ostaggio qualcuno.

Ravi Philemon sostiene [9] che lo sciopero dimostra che Singapore non può dipendere dai lavoratori stranieri:

Lo sciopero degli autisti cinesi della SMRT ci dice che non possiamo essere eccessivamente dipendenti dagli stranieri per i nostri servizi essenziali. Dobbiamo spingere più autisti singaporiani a guidare i nostri autobus, per questo bisogna offrire loro uno stipendio competitivo e delle ore di lavoro strutturate in modo che anche loro possano godere dell'equilibrio tra lavoro e vita privata.

Aresha dichiara [10] la sua delusione riguardo ai connazionali singaporiani che hanno condannato gli scioperanti:

Inizialmente ero molto orgogliosa di essere una cittadina di Singapore, quando ho visto la notizia. Era meraviglioso vedere dei lavoratori temporanei che si univano sfidando ogni probabilità per prendere posizione in favore di una causa nella quale tutti credevano…

…finché non ho sentito dire parole come ‘RPC‘, ‘Cina‘, ‘immigrati cinesi‘ ‘nessun rispetto della legge‘, ‘multarli‘ e ‘mandarli indietro‘, che mancano totalmente il punto della causa molto valida per cui i lavoratori stavano tentando di lottare, sebbene avessero infranto la legge non intenzionalmente non avendo fornito un avviso pre-sciopero di 14 giorni.

Mi sono sentita imbarazzata di essere singaporiana, vedendo il modo in cui la maggior parte dei singaporiani ha reagito alle notizie ed ai commenti… che mi ha fatto realizzare che la recente indagine di Gallup che ha scoperto che Singapore è la società più impassibile [11] probabilmente non era così lontana dalla realtà. Mancanza di emozioni, ovviamente, portandoli a dire che ‘non sono affari loro‘.

La causa era molto valida. Era una questione importante.