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Cambogia: allarme per il quadro sociale della violenza contro le donne

Categorie: Asia orientale, Cambogia, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Governance

Se in India si sono registrati ampio sdegno e proteste dopo la morte della giovane vittima di uno stupro di gruppo [1] [it], in Cambogia, dove la reazione dell'opinione pubblica agli stupri resta sommessa, la situazione é completamente diversa.

Gli episodi di violenza sessuale ricevono scarsa attenzione, malgrado il rapporto dell'Associazione per i Diritti Umani e lo Sviluppo della Cambogia (ADHOC), la quale ha registrato [2] [en, come i link a seguire salvo dove diversamente indicato] ben 467 casi di stupro nel 2011 e 320 nel 2012. Queste cifre, tuttavia, potrebbero essere perfino più alte, dal momento che i registri non sono accurati.

Stando all'associazione, i casi di stupro spesso non finiscono in tribunale perché lo stupratore offre alla vittima un rimborso economico. Il Centro per i Diritti Umani della Cambogia (CCHR) attribuisce [3] questo fenomeno anche al fatto che il responsabile dello stupro [4] in 53 dei 250 casi da loro registrati tra maggio 2010 e maggio 2011 é risultato essere un membro della famiglia.

[4]

Mappa dei casi di stupro in Cambogia. Fonte: portale SITHI

Quel che é peggio é che alcuni membri delle forze dell'ordine incolpano le vittime per il loro stesso stupro. In risposta a un recente caso che ha vista coinvolta una donna disabile di 19 anni, violentata in un campo di banane nella provincia di Kandal del distretto di Kien Svay, il capo della polizia locale Pam Sam Eth avrebbe detto [2]:

Erano già le 9 di sera quando è stata stuprata. Non avrebbe dovuto essere in giro a quell'ora.

Un'affermazione del genere mostra l'atteggiamento assunto da alcuni poliziotti  e scoraggia le vittime dal cercare aiuto presso le autorità. Sfortunatamente questa attitudine non è limitata ad un solo distretto. Ci sono molti altri esempi di poliziotti che si sono espressi allo stesso modo. Ad esempio, si dice che il Segretario di Stato per il Ministero degli Affari delle Donne abbia appoggiato [5] una manifestazione pubblica di oltre 100 persone scese in strada per sollecitare le donne Khmer a vestire con maggior modestia:

Indossare minigonne e vestiti sexy incrementa le possibilità di stupro, in quanto tutti gli uomini, quando vedono la pelle lattea, immediatamente sentono il bisogno di fare sesso.

[6]

Immagini tratte dal video di equitycam su ‘Stupro e Condanna’ in Cambogia.

Citando un articolo sul Cambodian Daily, Mech Dara e Denise Hruby citano un rapporto del 2010 di Amnesty International [2] che fece scattare l'allarme sull'incremento nel numero degli stupri in Cambogia.

Tra la cultura dell'impunità e la corruzione diffusa, alle vittime delle violenze sessuali della Cambogia viene spesso negata giustizia. S'impegnano per pagare tasse ufficiose sui servizi sanitari e lottano per ottenere assistenza e sostegno. Normalmente le forze dell'ordine, inclusi la polizia e il personale in tribunale, organizzano pagamenti illegali “al di fuori della Corte” tra lo stupratore e la vittima (o tra le loro famiglie).

La mancanza di indagini concrete e di un procedimento valido danneggia ancora di più le vittime, le quali spesso vivono nella paura che il colpevole torni ad aggredirle di nuovo, con l'aggravante del danno psicologico e di un senso di perdita della dignità. Le carenze delle autorità, ivi incluse quelle del sistema giudiziario criminale, restano incontestate e diventano un'estensione della violenza iniziale.

Un'altra dichiarazione discriminatoria documentata è la proposta [7] del 2009 del governatore di Phnom Penh di vietare alle minori di 16 anni di andare in giro da sole dopo le 9 di sera. Convinto che le minorenni finivano con l'andare nei club, nei karaoke bar o in altri posti di intrattenimento riservati agli adulti, ha poi aggiunto che la sua proposta aveva lo scopo di promuovere la morale comune nella società. L'idea di un coprifuoco per le minorenni è stata tuttavia criticata da molti, i quali preferiscono che le autorità locali si concentrino piuttosto su un rafforzamento delle leggi invece di limitarsi a incolpare le vittime.

Infine, l'attitudine a scaricare la colpa sulle donne (il Centro per i Diritti Umani della Cambogia, nel corso della raccolta delle prove, non ne ha trovata alcuna su stupri che abbiano vista coinvolta una vittima di sesso maschile o un colpevole donna) ne pone molte altre a rischio. Un fatto che contraddice la dichiarazione [8] del governo secondo cui ‘le donne sono la spina dorsale della nazione’.