Il recente caso di stupro di gruppo a Delhi non ha generato rabbia e indignazione in tutta l'India [it], ma anche nei Paesi confinanti. La società patriarcale del Nepal non è molto diversa da quella indiana – o della maggior parte dell'Asia del Sud – per quanto riguarda le donne, che devono fronteggiare molestie sessuali e violenze mentre le autorità appaiono incapaci di risolvere tali problemi. Lo stupro di Delhi ha portato alla ribalta casi simili in Nepal e diversi gruppi si sono fatti avanti per formare un movimento in favore della giustizia e della legalità.
Le proteste in Nepal sono iniziate in relazione allo stupro di Sita Rai [en, come i link successivi] (il nome è stato cambiato), rapinata e stuprata il mese scorso dal personale di sicurezza del Tribhuvan International Airport di Kathmandu mentre tornava a casa dall'Arabia Saudita. Da qualche giorno gli attivisti locali stanno protestando davanti alla residenza del Primo Ministro a Baluwatar per chiedere giustizia per Sita Rai. Gli attivisti hanno anche redatto una petizione, mettendola poi online perché potesse essere firmata e inviata al Primo Ministro Dr. Baburam Bhattarai, per chiedere interventi immediati sui recenti casi di violenza contro le donne.
I racconti di casi di stupro si sono diffusi sui social media in seguito all'estesa copertura da parte dei principali media negli ultimi giorni. Su Facebook e Twitter i netizen esprimono opinioni e capiscono che qualcosa va fatto per promuovere il cambiamento. Alcuni prendono l'iniziativa, proponendo di occupare la residenza del Primo Ministro a Baluwatar. Il movimento è ora noto su Twitter con l'hashtag #OccupyBaluwatar:
@UjjwalAcharya: Esprimo solidarietà con #OccupyBaluwatar e chiedo giustizia per Sita Rai, vittima del #TIARape. Per favore unitevi a noi alla residenza del Primo Ministro alle 10 di domenica!
@manjushreethapa: Spero che #OccupyBaluwatar faccia in modo che lo stato si sforzi di metter fine all'impunità per questo e altri casi di stupro – migliaia restano ancora irrisolti dalla guerra.
@anitapthapa: Ci è stato assicurato che il Primo Ministro leggerà tutte le lettere di petizione entro oggi e che il suo ufficio ci risponderà entro 2 giorni #TIArape #OccupyBaluwatar.
Anche Pushpa Basnet, nominata CNN Hero 2012, fa parte del movimento e sostiene la petizione. Ecco una sua immagine mentre partecipa alla protesta.
Il governo ha deciso di risarcire la vittima dello stupro con 150,000 Rupie Nepalesi. I manifestanti chiedono tuttavia severe punizioni per gli autori del reato, invece di un semplice risarcimento. I tweet e agli aggiornamenti Facebook degli attivisti hanno sospinto al meglio la campagna, come rivela lo status Facebook di Stuti Basnyet:
La protesta #OccupyBaluwatar continuerà domani, 29 dicembre, dalle 10 in avanti. Ci sono stati grossi progressi oggi e il Primo Ministro ha promesso di portare i casi di Sita Rai e Saraswati Subedi all'attenzione dei membri del governo perché si giunga a una decisione. Fino ad allora è necessario aumentare la pressione pubblica per chiedere che il governo si assuma le proprie responsabilità. Unitevi alla lotta!