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Russia: omicidio e altri orrori (reali) via Facebook

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Citizen Media, Cyber-attivismo, Donne & Genere, Legge, Media & Giornalismi, RuNet Echo

Nel fine settimana l'Internet russa è rimasta sconvolta dalla notizia di un raccapricciante omicidio avvenuto a Mosca. Un cuoco locale, Alexey Kabanov, avrebbe strangolato e fatto a pezzi sua moglie [1] [ru, come gli altri link eccetto ove diversamente specificato] Irina Cherska, madre dei suoi tre bambini. Secondo le autorità, Alexey sarebbe stato fermato proprio nel momento in cui si stava sbarazzando dei resti della moglie e avrebbe poi confessato quanto accaduto, scatenando un'enorme ondata di sdegno anche online.

Sebbene ogni anno in Russia vi siano centinaia di omicidi in famiglia, questo ha colpito in modo particolare i netizen russi. Secondo alcuni, Kabanov e la moglie erano strettamente legati alla comunità locale di protesta su Facebook. Questi legami sono esplicitati nell'aspro commento diffuso su Twitter [2] dal giornalista Oleg Kashin:

Бля, чувак, который жену убил и расчленил, подписан на меня в фб, и 146 общих друзей вплоть до Алины Гребневой((

C***o, il tipo che ha ucciso e fatto a pezzi la moglie mi segue su Facebook e abbiamo 146 amici in comune, inclusa Alina Grebneva [corrispondente della radio Echo Moskvy] ((

[3]

Pagina Facebook di Kabanov (14/01/2013)

Mentre l'account Facebook di Irina è stato cancellato, forse su richiesta dei parenti, quello di Kabanov [3] conta più di mille amici (anche se diminuiti dopo la diffusione della notizia). Proprio a questo gruppo di persone e ai loro contatti si era appellato per ritrovare la moglie che, secondo quanto scrtto dallo stesso Kabanov, si era allontanata da casa dopo una violenta lite. Lo stesso gruppo è il più scandalizzato, adesso che sembra essere stato lui a uccidere la moglie fingendo di volerla cercare.
Il 6 gennaio Kabanov aggiornava così il suo stato [4] [ru]:

Друзья! Пропала Ира, моя жена. Вышла из дома 3-го утром и не вернулась. Полиция ее ищет. Но пока нет никаких результатов. В полиции говорят, что вернется и все будет нормально. Но чем больше проходит времени, тем меньше я в верю в это нормально. […] Если все-таки среди наших общих знакомых есть кто-то, кто знает что с ней, то просто скажите, что она жива.

Amici! Mia moglie Ira è scomparsa. Non è più tornata dopo essere uscita di casa il 3 mattina. La polizia la sta cercando, ma ancora non ci sono novità. Dicono che tornerà e che andrà tutto bene, ma più il tempo passa e sempre meno credo in questo “tutto bene”. […] Se qualche conoscente sa cosa sia successo, mi dica almeno che è viva.

[5]

Esempio di un volantino scritto e distribuito dai volontari alla ricerca di Irina Cherska (14/01/2013)

La richiesta ha mobilitato un gruppo ha speso tempo e risorse, usando la sezione degli aggiornamenti di stato per far circolare informazioni sulla donna. Girava voce [6] che Irina fosse andata a visitare i genitori in Ucraina. Non solo i volontari si erano offerti di andarla a cercare [7] in locali o ristoranti preferiti, ma alcuni avevano anche proposto di contattare medium e streghe, spiegando che [8]:

При всем распространенном скепсисе нельзя исключать ситуацию, что Ире требуется какая-то помощь, в этом случае важно не терять времени, а этот способ ее отыскать самый быстрый.

Nonostante il solito scetticismo, non dovremmo ignorare che Ira ha bisogno di aiuto. In questo momento è importante non perdere tempo e questo è il modo più veloce per trovarla.

Altri erano stati più costruttivi. Gennady Chichkanov, che secondo le testimonianze era un collega di Irina, si era proposto [9] di far pressione sui suoi contatti al giornale “Komsomolskaya Pravda” per diffondere la notizia della scomparsa, mentre altri utenti Facebook, legati al quotidiano, si erano offerti di divulgare quanto accaduto. Dato che la ricerca sembrava essere del tutto inutile, perché nessuno aveva visto Irina uscire dall'appartamento, Alexander Belousov aveva insistito affinché Kabanov chiedesse di aprire un'indagine invece di continuare a scrivere “persona scomparsa”. Spiegava [10] che un'indagine sarebbe stata più efficiente e avrebbe dispiegato un maggior numero di risorse:

Алексей! Вам надо как можно быстрее писать заявление в Следственный комитет с просьбой о возбуждении уголовного дела. Вы только попусту теряете время и упускаете возможность просмотреть записи с камер метро и по ходу её движения.

Alexey! Dovresti comunicare l'accaduto al Comitato investigativo il prima possibile e  chiedere l'apertura di un'indagine. Stai sprecando tempo e, così facendo c'è possibilità di controllare i suoi spostamenti, tramite i video delle telecamere della metro [e altre telecamere a circuito chiuso].

Ovviamente, a questo punto Irina era già morta , e nessuna telecamera sarebbe stata in grado di trovarla. Forse questa è una delle ragioni per cui Kabanov, a parte la sua prima deposizione presso il distretto locale, tardava a coinvolgere la polizia. Il quadro si faceva strano. Inoltre Kabanov, parlando solo al passato, sosteneva che la moglie se ne fosse andata prendendo con se il passaporto [11]. Irina era una cittadina ucraina non registrata in Russia e spesso lasciava il passaporto a casa. Inoltre, alcuni utenti di Facebook accusavano [12] Kabanov di cancellare i commenti di chi sospettava un suo coinvolgimento nella scomparsa di Irina.

Kabanov, subito dopo, aveva postato tre aggiornamenti di stato sugli “sviluppi della ricerca”. In uno di questi [13], l'8 gennaio, aveva chiesto aiuto per portare a scuola i figli: presumibilmente, in quel momento era riuscito a prendere in prestito una macchina dall'amico di famiglia, poi usata per sbarazzarsi delle prove. Solo dopo aver interrogato l'uomo, la polizia aveva scoperto i resti di Irina nel bagagliaio.

L'ultimo aggiornamento [14] di Kabanov risaliva a venerdì, appena prima del suo arresto. Adesso ci sono poco meno di 2.000 commenti su Facebook, molti dei quali scritti da amici furiosi, ingannati dalla sua messinscena. Il più sarcastico e pieno d'odio è del tipo “Vai all'inferno!”. Eppure, alcuni commenti forniscono preziose informazioni. Per esempio, un collega di Irina, a conoscenza dei particolari delle indagini, sostenie [15] che il passato da chef e di macellaio di Kabanov ha caratterizzato l'omicidio:

Про труп. Он его очень профессионально и быстро расчленял – на баранах рука набита была

Per quanto riguarda il corpo, lo ha fatto a pezzi velocemente e con professionalità; era una mano esperta, che ha fatto pratica con le pecore [animali che lui smembrava per lavoro].

Chichkanov accenna [16] anche al fatto che la polizia era consapevole dei post di Kabanov su Facebook, che stessero seguendo il caso online e che avevano provato a usare queste prove per ricostruire l'accaduto:

[…] Чтоб вы знали теперь – даже заметки в КП писались так, как следователям было надо и некоторые мои комменты здесь тоже по просьбе следователей – мы его драконили и психически шатали. […]

[…] Perchè voi lo sappiate, le annotazioni sul quotidiano K[omsomolskaya] P[ravda] erano scritte come volevano gli investigatori, e così anche alcuni dei miei commenti: lo stavamo seguendo, mettendolo psicologicamente alla prova. […]

Alla fine, proprio l'aspetto interattivo e strettamente legato ai social network rende questa storia unica. Migliaia di persone hanno visto la vicenda svolgersi in tempo reale, vi hanno preso parte, hanno interagito con il presunto responsabile, seguito i drammatici risvolti dell'accaduto, e reagito…il tutto incollati davanti ai loro computer.