India: minacce costringono all'abbandono rock band di donne

Ciò che più si avvicina a esprimere l'inesprimibile, dopo il silenzio, è la musica  –Aldous Huxley

Tre giovani donne decidono di fondare un gruppo musicale. Il caso vuole che siano tutte e tre originarie del Kashmir [it], la prima band tutta al femminile in una valle fino a quel momento risonante solo dei sinistri assordanti boati di rivolte e controrivolte. Le tre ragazze vincono il premio come migliore esibizione nella ‘Battaglia delle Band’ a Srinagar, nel dicembre del 2012. E subito viene emessa una fatwa contro di loro dal Mufti [it] locale, a cui fanno immediato seguito minacce di assassinio e stupro, sia online che offline. Le componenti del gruppo Pragaash [en, come i link successivi, eccetto ove diversamente indicato], ovvero ‘La luce dopo le tenebre’, Noma Nazir, Aneeka Khalid e Farah Deeba decidono così di abbandonare la musica.

Sui social media impazzano interviste e articoli su quest'ennesimo gesto di intolleranza. Tutti i discorsi su libertà e diritti civili per il Kashmir altro non sono che parte di un circo mediatico, sostiene Mohamad Junaid sul suo blog.

Pragaash The Band -

La band Pragaash

E’ sicuramente tragico che pochi commenti isolati e violenti pubblicati sui social media contro la band da parte di qualche anonimo giovane – che si è catapultato nella controversia subito dopo che l'odiato ‘Gran Mufti’ del Kashmir ha pronunciato la sua fatwa contro la musica e quelle donne che osano esibirsi in pubblico — stia mettendo a repentaglio il futuro artistico di queste tre ragazze. Le televisioni hanno approfittato della storia per dipingere la società kashmira come fortemente misogina e come una minaccia per il secolarismo indiano. Sarebbe però da considerare che la maggior parte dei kashmiri non ha alcun accesso ai social media. Ma le grossolane pennellate di generalizzazione, insieme agli stereotipi rispolverati per l'occasione sulla società musulmana in generale, hanno dipinto tutti indistintamente come pericolosi estremisti.

Mentre online non mancano le pagine Facebook a sostegno del gruppo Pragaash, la polizia ha arrestato alcuni dei responsabili delle minacce.

“La polizia ha arrestato tre persone — Tariq Majid Khan, figlio di Abdul Majid Khan della colonia SK, Anantnag, Rameez Ahmad Shah figlio di Mohammad Shafi Shah del distretto di Baba, Gutli Bagh, Ganderbal e Irshad Ahmad Chara figlio di Abdul Ahad Chara della colonia SD, Batamaloo, Srinagar — rei di aver pubblicato commenti offensivi ed intimidatori sulla pagina, presente in un social network, dedicata al gruppo musicale delle tre ragazze,” ha riferito un portavoce delle forze dell'ordine.

Il mondo dei social media si schiera a favore della musica e scende in campo a sostegno delle tre ragazze.

Il giornalista Barka dutt rilancia su Twitter:

La realtà è che la fatwa emessa da Muft sovverte le stesse tradizioni del Kashmir. Sono proprio gli stessi kashmiri ad opporsi fermamente ad essa #pragaash

Il compositore Karsh Kale scrive quanto segue, riferendosi alla chitarrista del gruppo:

hanno paura che una ragazza con una chitarra possa essere più potente di un uomo con una pistola….ed hanno perfettamente ragione….#fatwa

Sahar Lotfi, del gruppo musicale femminile iraniano Ghazal, in visita in India, auspica che le ragazze tornino a esibirsi.

“Siamo rimaste estremamente colpite dalla notizia (di quanto accaduto alle Pragaash). Siamo liete di poter suonare qui in India, ma non capiamo perché loro invece non possano,

afferma Sahar Lotfi, leader del gruppo di sette ragazze formato nel 2010.

Manoj Pattat [ml] scrive su Google Plus:

പൗരോഹിത്യത്തിന്റെ ഉത്പന്നമായ മതമൗലികവാദം പൊതുവേ എല്ലാ കലകള്ക്കും എതിരാണ്. അതിന് കലകളില് ഉള്ളടങ്ങിക്കിടക്കുന്ന സ്വാതന്ത്ര്യദാഹം പൊറുപ്പിക്കാനാവില്ല. അവയില് പുലര്ന്നുപോരുന്ന പാരമ്പര്യനിഷേധം അനുവദിക്കാനാവില്ല. അവയില്നിന്ന് പുറപ്പെട്ടുവരുന്ന ആനന്ദം അംഗീകരിക്കാനാവില്ല. രാജാവിന്റെയും പുരോഹിതന്റെയും പുരുഷന്റെയും എന്നുവേണ്ട, ആരുടെയും അധികാരത്തെ വെല്ലുവിളിക്കുന്ന ഏതോ ഒരംശം ഓരോ കലയിലും കുടിപാര്ക്കുന്നുണ്ട്.

Il fanatismo religioso è sempre stato, ed sempre sarà, contro qualsiasi forma di arte. Coloro che ne sono espressione non riescono a tollerare la libertà che l'arte consente. Non possono tollerare la ribellione che è insita nell'arte. E non possono tollerare la gioia pura che dall'arte emana. L'arte sfida lo sciovinismo di imperi, stati, uomini e preti – di tutte le forme di potere.

Cover of a Facebook page supporting pragaash

Immagine da una pagina Facebook a supporto di Pragaash

La pagina ufficiale della band Pragaash è stata aggiornata l'ultima volta il 3 febbraio scorso.

Anche Farah ha lasciato…!

Debashis Das esprime solidarietà:

Per favore, non abbandonare… L'India in toto è divenuta una nazione intollerante verso la libertà di espressione…. Se sei un politico o hai forza muscolare, allora va bene qualsiasi cosa tu faccia… Penso che LA LIBERTA’ DI PAROLA SIA AL PALO… quindi per favore non lasciare….

Saba Danawala scrive:

Ad essere onesti, mi piacerebbe proprio leggere le opinioni di più donne musulmane qui,Would really like to see more Muslim women's voices here – e anche se non riesco a capire perché le ragazze lascino il gruppo, mi auguro che tornino sui loro passi quando avranno trovato la forza di farlo. Le donne musulmane di tutto il mondo, e soprattutto quelle dell'Asia meridionale, hanno bisogno di esempi come voi – non di donne che vivono subendo lo status quo.

Pelin Ariner commenta:

Sono una donna musulmana turca e vi ammiro per aver dato vita a questo gruppo tutto al femminile. E’ una cosa rara anche in Occidente. Siete eccezionali, e non sacrificate proprio NULLA della vostra virtù o bellezza solo perché avete deciso di fare musica ed esprimere voi stesse. Non lasciate che gente antiquata vi imponga cosa fare e cosa non fare.

Nella sua fatwa, il Mufti sostiene che l'Islam è contrario alla musica.

“La nostra società non può basarsi o svilupparsi da azioni contrarie all'Islam, come lo è il cantare.. Ho avvisato queste ragazze, così come altri musulmani, di mantenersi entro i limiti della modestia come prescritto.”

Chissà cosa pensano di una simile affermazione il compositore premio Oscar AR Rahman [it] e i suoi fan!

Immagine concessa dalla pagina Facebook non ufficiale di Pragaash.

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