Etiopia: arresti nella protesta contro il monumento al “Macellaio d'Etiopia”

43 persone [en, come tutti gli altri link, salvo ove diversamente indicato] sono stati arrestati per aver manifestato contro una piccola cittadina italiana che ha utilizzato denaro pubblico per erigere un monumento intitolato a Rodolfo Graziani [it], generale che prestò servizio sotto il regime fascista del dittatore Benito Mussolini [it], le cui atrocità commesse durante la guerra gli guadagnarono l'appellativo di “Macellaio d'Etiopia”.

Le autorità hanno dichiarato che i contestatori non avevano l'autorizzazione a manifestare dvanti all'ambasciata italiana nella capitale etiope Addis Abeba il 17 marzo scorso. Il gruppo di dimostranti è stato quindi trattenuto in prigione per l'intera notte fino al rilascio il giorno seguente.

Rodolfo Graziani - Il Macellaio d'Etiopia. Foto da Wikipedia, di pubblico dominio

Rodolfo Graziani – Il Macellaio d'Etiopia. Foto da Wikipedia, di pubblico dominio

La costruzione di un mausoleo in un parco in onore di Graziani nella cittadina italiana di Affile, inaugurato nell'agosto 2012, ha toccato un punto sensibile in Etiopia. Graziani aveva guidato l'invasione dell'Etiopia nel 1935 in modo spietato. Nello stesso anno riuscì a sconfiggere le truppe etiopi e fare del paese una colonia italiana.

Dopo un fallito attentato alla sua vita nel 1937, ad opera di due ribelli locali, Graziani ordinò il massacro di migliaia di etiopi.

Questa è stata l'unica protesta in Etiopia contro il monumento in questione. Befeqadu, blogger, traduttore per Global Voices in amarico e uno degli attivisti arrestati, descrive la sua breve esperienza in una delle sudice prigioni etiopi. E rifiuta di sostenere che alla polizia non fosse stata segnalata la manifestazione [amh]:

Uno dei criteri per poter tenere una pacifica manifestazione è quello di informare l'amministrazione cittadina. Però se questa non risponde con un rifiuto entro 24 ore, si può considerare la mancata risposta come un assenso. Quindi, è stato legittimo manifestare pacificamente. Dopo tutto, è anche abbastanza risaputo, ed era già stato riportato diverse volte su alcuni media locali, che questo non è un crimine perseguibile penalmente.

In un post ampiamente diffuso online, il procuratore Kiflu Hussain ha criticato la reazione delle autorità etiopi alla protesta:

Riuscite a immaginare il governo di Israele restare indifferente se la Germania dovesse erigere un monumento ad Adolf Eichmann? Al momento noi non abbiamo al potere solo legislatori indifferenti, ma un autentico manipolo di falliti che occupano il Menilik Palace [il palazzo vicino al Parlamento ad Addis Abeba, fatto costruire dall'imperatore Menelik] e che sono al soldo dei nostri peggiori nemici, alcuni dei quali compaiono sulla lista nera della Storia come criminali di guerra per aver commesso crimini contro l'umanità. Proprio ieri, 17 marzo 2013, il regime etiope ha circondato alcuni cittadini etiopi che volevano manifestare pacificamente di fronte all'ambasciata italiana di Addis Abeba contro l'erezione di un monumento (in Italia, nella cittadina di Affile – nota del traduttore) in memoria di un criminale fascista.

Il blogger satirico in esilio Abetokichaw aggiunge [amh]:

I patrioti etiopi che hanno protestato contro il fascista sono stati arrestati…Mi chiedo: non è che i fascisti sono ancora in Etiopia?

Intanto il blogger Daniel Berahane, presunto sostenitore del governo, si chiede se la manifestazione fosse legittima e si dichiara favorevole all'arresto dei manifestanti:

I politici dell'opposizione oggi hanno messo in scena un piccolo dramma.
Non ho mai sentito una parola da parte loro in più di sei mesi riguardo al monumento costruito in Italia in onore del criminale fascista Rodolfo Graziani. Da settembre a oggi non s'è visto neppure un comunicato stampa al riguardo sui loro siti web.
Oggi se ne vengono fuori non si capisce da dove e vogliono occuparsi della faccenda manifestando il loro dissenso.
Evidentemente non avevano preparato la manifestazione in modo legale, così la polizia ne ha trattenuto alcuni per accertamenti (probabilmente sono già stati rilasciati).
Quindi…come stanno le cose?
1) Costoro stanno cercando di organizzare una raccolta fondi in giro per il Paese, perciò hanno bisogno di mettere in piedi uno show per far vedere che esistono.
2) Sono messi sotto pressione dai loro sostenitori, dai giornalisti, dai diplomatici etc., per il fatto che non organizzano eventi pubblici, quindi hanno bisogno di crearsi un motivo per poter dire: “guardate questo dittatore, non ci lascia nemmeno dimostrare contro Graziani”.
3) Può darsi che queste persone sperano di trovare un maggior sostegno politico inserendo la questione Graziani nell'agenda politica nazionale.
———
P.s.- Non voglio dire che organizzare una manifestazione sia un gioco da ragazzi, ma sono fermamente contrario a chi lo fa ricorrendo a tentativi illegali: nessuno si è presentato in tribunale per lamentare la negazione di un permesso.

In un articolo divertente e pungente sulla questione apparso sul Gulèlè Post, Girma Tadesse prova a immaginarsi un dialogo ipotetico che potrebbe avvenire tra monumenti di persone importanti, incluso Graziani, e in cui troviamo anche l'ex Primo Ministro etiope Meles Zenawi, che fu salutato come persona capace e visionaria dal suo partito e gruppo etnico, ma condannato come uno spietato dittatore da altri, e Sir Alex Ferguson, l'attuale tecnico della squadra di calcio Manchester United:

[Rodolfo Graziani] – Ciao a tutti..scusate il ritardo; stavo osservando alcuni miei contestatori nelle strade.

[Alex Ferguson] – ciao Graziani [sic]; Com'è che non sembri spaventato da questa gente?

[Graziani] – Perché dovrei?

[Ferguson] – Gli hai assassinato alcuni concittadini tempo fa!

[Graziani] – Aspetta un momento! Prima di tutto io non ho assassinato nessuno, ho solo dato un ordine dopo averne ricevuto uno a mia volta. Secondo, si tratta di fatti avvenuti tanto tempo fa: 77 anni per l'esattezza. Ancora con la testa nel passato state? Perché non chiedi a questi due qua? Loro hanno ucciso e schiavizzato i concittadini e stanno ancora lì.

[Ferguson] – Cosa intendi?

[Meles Zenawi] – Rodolfo Graziani sta cercando di puntare il dito contro di me e Menelik II. Ascoltami vecchio maestro, Io non ho ucciso i miei concittadini; non ci sono miei cittadini in Gambella e molto pochi al di fuori del Tigray. Sono sicuro che lo stesso vale anche per Menelik. Quindi attento a quello che dici.

2 commenti

  • Romano

    Ognuno in casa sua fa quello che vuole

    • Rosy

      Grazie per aver protestato, quel monumento è un’offesa a tutti i democratici Italiani e ai partigiani che sono morti per ridare dignità a questo paese, dignità che sta perdendo. Tra qualche giorno sarà il 25 aprile . Ricordiamocelo.

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