La sera del 18 marzo scorso nella Piazza Rossa di Mosca un gruppo composto da una dozzina di persone [ru, come gli altri link, eccetto ove diversamente segnalato] ha mostrato un lungo striscione in bianco e nero con la scritta “Andate a f*****vi con la vostra registrazione”. Ha poi lanciato razzi e gridato slogan, tra i quali “Abbasso il governo Čekista!” [it] e “Putin sarà giustiziato!” La protesta è continuata per qualche minuto prima di essere severamente repressa dalla polizia moscovita, che ha arrestato i manifestanti nel suo solito modo brutale, trascinandone alcuni per i capelli.
L'azione è nata come risposta alla legislazione attualmente in fase di studio al parlamento russo, che, se adottata, comporterebbe severe punizioni per qualsiasi cittadino russo non registrato al suo attuale indirizzo.
“Appartamenti gonfiabili”
Al momento, i russi sono già tenuti a registrarsi presso le autorità preposte entro 90 giorni dal cambio di indirizzo. Il nuovo disegno di legge aumenterebbe le multe per la mancata registrazione da 2.000 a 3.000 rubli e fino a 5.000 rubli a Mosca e San Pietroburgo. Anche i proprietari e i locatari che subaffittano sono soggetti alle sanzioni il cui importo può toccare i 7.000 rubli, mentre gli enti legali devono far fronte a multe fino a 800.000 rubli. Inoltre, fuorviare intenzionalmente le autorità registrando una persona che, nella realtà dei fatti, non risiede in quell'immobile (cosiddetta “falsa registrazione”) diventa un'offesa criminale che implica penalità molto pesanti e punibile fino a 3 anni di carcere.
Le nuove regole di registrazione sono state innanzitutto concepite in linea con le promesse elettorali [en] di Putin di combattere la pratica famigerata di registrare decine di immigrati stranieri in un singolo appartamento. Secondo i dati statistici citati dai deputati della Duma, nel 2011 si è scoperto che circa 300.000 persone erano state registrate presso 6.400 indirizzi; da qui il nome curioso della normativa proposta, la “Legge degli appartamenti gonfiabili”. Oggi in Russia ci sono circa 10-15 milioni di lavoratori immigrati, molti dei quali provenienti dalle povere repubbliche centro-asiatiche. Le floride economie di Mosca e San Pietroburgo fanno di queste città delle destinazioni particolarmente attraenti per questi lavoratori, tanto che si ritiene che il loro gran numero metta seriamente alla prova i servizi sociali e provochi tensione a livello etnico e sociale.
La normativa proposta è stata criticata duramente dalla comunità Internet russa, infatti molti degli internauti reputano che violi la clausola della libertà di movimento della costituzione russa. Per molti rievoca la memoria della “propiska” – un permesso di registrazione dell'epoca sovietica usata dalle autorità del Soviet per controllare la migrazione interna, legando di fatto i cittadini al loro luogo di residenza. E se la propiska è ancora ricordata come un esempio doloroso di limitazione delle libertà civili sotto il comunismo, di fatto non era detestata universalmente, dato che molti la percepivano come un modo di contenere la migrazione economica.
La normativa proposta rivela conseguenze potenziali non volute. Secondo un rapporto pubblicato sulla Niezavisimaya Gazeta, circa 7 milioni di russi attualmente risiedono in immobili i cui proprietari, per varie ragioni, si rifiutano di procurare loro i necessari documenti per la registrazione. Oleg Shein, un politico del partito “Russia giusta” originario di Astrachan, esprime una critica diffusa quando evidenzia sul suo blog che invece degli stranieri, saranno piuttosto i cittadini russi comuni, proprietari delle case e occupanti, a risentire maggiormente dall'aumento delle pene previste:
Реально закон касается вовсе не мифических “таджикских иммигрантов”, а примерно 25-30 миллионов русских, татар, калмыков, евреев, осетин и т.д., живущих не там, где написано в паспорте. В Астрахани я оцениваю число таких людей примерно в сто тысяч. […] Причины могут быть разные: аварийный дом, трудовая иммиграция из села в город, конфликт с родственниками и т.д.
In realtà la legge non tocca gli “immigrati dal Tagikistan”, ma circa 25-30 milioni [indigeni] di russi, tatari, calmucci, ebrei, osseti, ecc. che non abitano affatto all'indirizzo stampato sui loro passaporti. Reputo che in Astrachan ci siano circa 100.000 persone in questa situazione. […] E le ragioni possono essere diverse: emergenza casa, emigrazione dai villaggi alla città alla ricerca di un lavoro, un disaccordo in famiglia, ecc.
I moscoviti devono affrontare i controlli
Pur se la normativa non è ancora in vigore, l'amministrazione moscovita ha già iniziato a monitorare attivamente la registrazione di quanti condividono gli appartamenti. Il relativo sito web dettaglia delle linee guida per avvisare gli abitanti che un agente della polizia locale accompagnato dai rappresentanti dell'associazione per l'abitazione visiterà gli appartamenti due volte al mese per verificare l'avvenuta registrazione. Gli appartamenti in comune sono stati tappezzati di avvisi che chiedono ai vicini di comunicare alle autorità se sospettano che un grosso numero di stranieri possa aver traslocato in un appartamento nel loro edificio. I blogger e i media riportano che questi “raid” sono già cominciati in molti distretti di Mosca.
Le rivelazioni hanno provocato forti reazioni online: i cittadini sono adirati per la violazione alla privacy. Le nuove norme sono anche viste come un'occasione di corruzione per gli agenti corrotti che dovranno far rispettare la legge — le persone saranno incoraggiate a comprarli piuttosto che affrontare multe e procedure penali. Una petizione online contro la normativa, aperta dal movimento attivista “No alla Propiska”, vanta già 91.621 firme (per legge al raggiungimento delle 100.000 firme deve essere discussa dalla Duma). I blogger e le comunità della Rete danno ora consigli [ru] al pubblico su cosa fare nel caso in cui la polizia bussi alla porta e chieda di poter entrare per un controllo.
Putin contro Putin
Molti oppositori di queste rigide norme sono convinti che la legge sia soltanto un altro sintomo del continuo giro di vite sulle libertà civili avviato con il terzo mandato presidenziale di Putin. Il popolare blogger liberale Oleg Kozyrev lo dichiara chiaramente, e non ha dubbi sulla motivazione dietro il disegno di legge.
Мое мнение – смысл этого закона конечно не в том, чтобы кормить участковых, а в том, чтобы повысить репрессивный характер контроля над гражданами, это шаг к тоталитарному характеру власти. Закон абсолютно в логике законов о митингах, об интернете и т.д.
Secondo me – la logica che sta dietro questa normativa non è, ovviamente, quella di dar da mangiare agli agenti della polizia locale [attraverso la corruzione], ma aumentare i mezzi di controllo repressivi sui cittadini, un passo verso il governo totalitario. Questa legge segue la stessa logica di quelle che limitano le pubbliche adunate, censurano Internet ecc.
Il blogger Sapojnik dà voce ad un'opinione simile:
Все-таки несчастная Россия – это какой-то дурной сон, поставленный на вечный “повтор”. Когда уж, наконец, клеймо “регистрации” начнут ставить всем прямо на лбу, чтоб не перетруждать ответственных работников ДэЗов?? Позор, конечно. Людей в собственной стране ходят и проверяют, как скот – есть клеймо или нет. Дожили! В 1991, когда казалось, что в страну пришла СВОБОДА – разве я думал, что опять доживу до такого маразма??
La povera Russia assomiglia tanto ad un brutto sogno, “ripetuto” all'infinito. Quando inizieranno a mettere un marchio di registrazione sulla fronte, in modo tale da non scocciare i funzionari del governo responsabili?? Una vergogna assoluta. Le persone nel loro stesso Paese vengono ispezionate come se fossero bestiame, controllate se hanno il marchio oppure no! Siamo arrivati fin qui per vedere queste cose! Nel 1991, quando sembrava che la LIBERTA’ fosse arrivata nel Paese, mi è mai capitato di pensare che sarei stato di nuovo testimone di una tale pazzia?
Oleg Kozlovsky ricorda ai suoi lettori che a partire dall'abolizione nel 1993 della propiska dell'era sovietica, sono state gradualmente levate varie restrizioni e limiti alla libertà di movimento poiché i legislatori intendevano rendere la vita più facile per i cittadini, innanzitutto permettendo loro di rimanere 90 giorni senza registrazione, poi di registrarsi attraverso Internet. Adesso:
[…] больше государственного контроля, больше запретов, больше наказаний. […] Так Путин отменяет то немногое, что при нем было сделано хорошего.
[…] più controllo da parte del governo, più restrizioni e più punizioni. […] Così Putin ribalta quel poco di buono che è stato fatto nel suo periodo.
È difficile non essere d'accordo su queste reazioni pessimistiche. Mentre la legislazione cerca di affrontare il problema specifico del gran numero di immigrati registrati in un unico appartamento, i controlli della polizia vengono giustamente visti come inaccettabili. Incoraggiando i vicini di casa e gli agenti di polizia locale a tener d'occhio i residenti e identificare gli “illegali”, la legge favorisce la cultura della sorveglianza e della diffidenza. Nel contempo non riesce a distinguere tra stranieri e cittadini russi, e ad affrontare problemi più vasti che riguardano un numero grande di immigrati stranieri.
Secondo il Consiglio della Presidenza per i Diritti Umani molti lavoratori stranieri non sono semplicemente in grado di ottenere legalmente i permessi di residenza. Si dice che il Presidente Putin abbia ammesso l'esistenza di problemi con la forma corrente della normativa, e abbia riconosciuto la necessità di apportare dei miglioramenti prima che diventi legge a tutti gli effetti. Ciò nonostante, molti politici del partito leader “Russia Unita” sembrano contenti del disegno di legge così com'è, quindi sono ben poche le speranze di modifiche sostanziali.