Spagna: “Non vogliamo andarcene, sono loro che ci buttano fuori”

In Spagna la disoccupazione giovanile ha toccato il 55,6%, una delle tragiche conseguenze della continua crisi economica. Dopo le richieste dell'UE, il Partito Popolare (PP) al governo da 15 mesi ha finalmente presentato un Piano per l'Occupazione Giovanile (@empleo_joven) [es, come gli altri link, eccetto ove diversamente segnalato] assicurando al contempo che il Paese supererà la crisi. Si è parlato di “germogli verdi” come simbolo della presunta ripresa economica, mentre invece la gente la pensa diversamente, e dopo l'ultima riforma del lavoro l'insicurezza continua a dilagare. I sindacati hanno avvertito che se questo piano non va di pari passo con le misure per la crescita, gli effetti potrebbero essere limitati.

Nel 2012, il numero di persone tra i 15 e i 29 anni residenti all'estero è cresciuto fino a raggiungere 302.623 unità, senza contare quanti non si sono registrati presso i consolati dei Paesi ospitanti. Molti sono andati all'estero per motivi economici collegati alla mancanza di occupazione in patria o cattive condizioni contrattuali. Il movimento dei Juventudes sin Futuro (Giovani senza futuro) ha lanciato una campagna dal titolo “Noi non vogliamo andarcene, sono loro che ci buttano fuori“, con omonimo hashtag Twitter, in risposta ai problemi odierni sull'occupazione. L'iniziativa smaschera le affermazioni di Marina del Corral, secondo cui l'emigrazione è dovuta allo “spirito di avventura proprio dei ragazzi” [en]. Il blog della campagna è formato da diverse sezioni, una delle quali è dedicata alla mappatura dei giovani in cerca di un futuro migliore in varie parti del mondo, e di qualcuno che non lo troverà mai. Nel blog si legge:

Sito web El Diagonal

Dal sito web “El Diagonal”

Si bien es cierto que la media europea de paro juvenil (un 22,5%) es muy inferior a la española, encontrar trabajo no está garantizado. Y más allá de Europa, l@s jóvenes españoles están empezando a optar por otros destinos como Latinoamérica y Asia. Generalmente, los trabajos que realizan l@s jóvenes en el extranjero también se encuentran caracterizados por la precariedad, con jornadas laborales muy largas y sueldos muy bajos que no aseguran una vida digna, y menos un futuro.

 

Mentre è vero che la media della disoccupazione giovanile in Europa (22,5%) è assai inferiore a quella spagnola, trovare un lavoro non è affatto garantito. E oltre all'Europa, i giovani spagnoli ora optano per altre destinazioni come l'America Latina e l'Asia. Generalmente i posti che ottengono all'estero sono comunque caratterizzati dall'instabilità, con lunghe ore di lavoro e salari bassi che non assicurano una vita decente, per non parlare di un futuro che possa dirsi tale.

Giovani in condizioni precarie. Fotografia con licenza del blog gritopolítico.es

Giovani in condizioni precarie. Foto ripresa con permesso dal blog gritopolítico.es

Cliccando su vari punti della cartina, si trovano le storie e le esperienze dei giovani in ‘esilio’. Marcos, 26 anni, ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato come ingegnere civile in Austria (dove si occupa di strade, canali, porti); così spiega perché ha deciso di lasciare la Spagna:

Tras casi un año buscando, recibiendo negativas (los pocos que contestaban) y perdiendo el tiempo, decidí transformar la desesperación en nuevos retos.

Dopo quasi un anno di ricerca, di lettere di rifiuto (dai pochi che hanno risposto) e di perdita di tempo, ho deciso di trasformare la disperazione in nuove sfide.

Altri non sono stati altrettanto fortunati. Come Alex, un emigrato in Romania senza lavoro, che vorrebbe ritornare a casa visto che la sua situazione non sembra migliorare:

Llevaba viviendo en España desde los 14 años y este año después de hartarme de pedir para comer, migre a Rumanía donde tenía familia. Esto te destruye mentalmente ya que mi vida se construyó en España donde tenía amistades, conocidos y todo mi mundo. Ahora me quedan los recuerdos de lo que un día tuve.

Ho vissuto in Spagna da quando avevo 14 anni e quest'anno, dopo essermi stufato di chiedere soldi per mangiare, sono emigrato in Romania dove ho la famiglia. Questo ti distrugge mentalmente dato che ho costruito la mia vita in Spagna dove avevo amici, conoscenze, tutto il mio mondo. E di quel che avevo un tempo non restano che i ricordi.

Raquel, 25 anni, già insegnante in Spagna, ammette di lavorare senza contratto in Irlanda come ragazza alla pari:

Después de acabar la carrera de Magisterio y un Máster empecé a trabajar como maestra en España. Con el tiempo empezaron los recortes en educación…y luego se acabó el trabajo para los más jóvenes. Después de malvivir con trabajos temporales (cuando los había) durante un año decidí que era hora de hacer las maletas e ir a buscar nuevos objetivos. Aquí estoy ahora, en contacto con la “educación” y mejorando mi inglés… Más de lo que podía pedir en mi tierra!

Dopo il conseguimento della laurea in Magistero ed un master, ho iniziato a lavorare come maestra in Spagna. Con il tempo sono arrivati i tagli all'istruzione… e quindi il lavoro per i più giovani è finito. Dopo aver sbarcato il lunario per un anno con lavoretti temporanei (quando li ottenevo), ho deciso che era ora di fare le valigie e andare in cerca di nuovi orizzonti. Ed eccomi qui, in contatto con l”istruzione” mentre miglioro il mio inglese… Più di quello che potevo chiedere nel mio paese!

Pur volendo tornare in patria, molti sono consapevoli del fatto che attualmente la Spagna non offre stabilità o prospettive per un futuro decente, ma piuttosto una dipendenza più marcata dalla famiglia e condizioni di lavoro precario, se mai si riesce a ottenerlo.

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