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Stéphane Hessel: ispirazione ed esempio per tutti gli “indignati”

Categorie: Europa occidentale, Francia, Germania, Spagna, Citizen Media, Diritti umani, Giovani, Idee, Migrazioni, Politica, Protesta, Storia

Deceduto nella notte tra il 26 e il 27 febbraio scorso a 95 anni, Stéphane Hessel [1] [it] — noto scrittore, difensore dei diritti umani e animatore della Resistenza francese — lascerà molto più di una traccia nella storia. Hessel aveva aperto il cammino del  XXI° secolo a una gioventù disorientata alla quale ha trasmesso esperienza, forza e speranza. Aveva confidato al Monde des Religions [2] [fr, come i link successivi, eccetto ove diversamente indicato] nel dicembre 2010:

Nous ne sommes nous-mêmes que lorsque nous essayons de nous dépasser, lorsque nous ne nous contentons pas de l’acquis.

Non siamo veramente noi stessi finché non proviamo a superarci, finché non ci accontentiamo di ciò che abbiamo raggiunto.

Stéphane Hessel parlava di argomenti profondi con parole semplici. Le stesse parole che ha trovato per parlare di ottimismo a una generazione maltrattata. Era un uomo che metteva energia e forza nelle sue espressioni, nella sua collera, in quell'indignazione che avrebbe dovuto chiamare “rivolta”.

L'Europa ne ha segnato la vita, dalla nascita a Berlino all'infanzia a Parigi fino al suo giro europeo per presentare il suo volume “Indignez-vous”. Stéphane Hessel aveva confidato di essersi scoperto europeo [3] nel campo di concentramento di Buchenwald, dove era stato deportato nel 1944 perché coinvolto nella Resistenza:

Cette expérience m’a ouvert politiquement. Nous étions là, solidaires, à partager un douloureux quotidien entre des milliers d’Européens. Il y avait là un brassage, une génération qui a inventé un monde nouveau dans son opposition au nazisme.

Questa esperienza mi ha aperto politicamente. Noi eravamo là, solidali, a condividere una quotidianità dolorosa tra migliaia di europei. C'era un gran miscuglio di gente, una generazione che ha inventato un mondo nuovo nella sua opposizione al nazismo.

Dalla pagina Facebook Par millions rendons hommage à Stéphane Hessel [4] (In milioni a rendere omaggio a Stéphane Hessel).

Divenuto diplomatico in seno all'ONU e nell'aiuto allo sviluppo, ha fatto dei diritti umani una battaglia quotidiana. Ma è l'età della pensione, nel 1983, che gli ha offerto le sue lotte più belle. Impegnato nella difesa degli stranieri privi di documenti in Francia negli anni '90, si fa notare anche per la sua difesa del diritto all'autodeterminazione dei popoli a favore del popolo sahraui e dei palestinesi. Aveva spiegato [3] la sua posizione su Philosophie Magazine:

J’ai le sentiment d’appartenir à l’histoire des Juifs, d’autant que la Shoah m’a touché de près. Je me suis enthousiasmé pour le sionisme et la création d’Israël. Mais je ne partage pas le repli d’une partie de la communauté juive. Je déteste l’entre-soi communautariste. Depuis 1967, je refuse la politique de colonisation et de territoires occupés par Israël. Gaza est une prison à ciel ouvert.

Ho la sensazione di appartenere alla storia ebraica, tanto l’Olocausto [5] [it] mi ha toccato da vicino. Mi sono entusiasmato per il sionismo e la creazione di Israele. Ma non condivido il riflusso interiore di una parte della comunità ebraica. Detesto quel restare tra di loro tipico del fare comunitario. Dal 1967, rifiuto la politica della colonizzazione e dei territori occupati da Israele. Gaza è una prigione a cielo aperto.

Queste posizioni pro-palestinesi gli valgono oggi con critiche postume molto severe da parte del CRIF [6](Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni ebraiche Francesi). E nel 2010, scrive “Indignez-vous”, 32 pagine di “insurrezione pacifica” che ispireranno centinaia di migliaia di attivisti in tutto il mondo:

Aussi, appelons-nous toujours à une véritable insurrection pacifique contre les moyens de communication de masse qui ne proposent comme horizon pour notre jeunesse que la consommation de masse, le mépris des plus faibles et de la culture, l'amnésie généralisée et la compétition à outrance de tous contre tous. A ceux et celles qui feront le XXI ème siècle, nous disons avec notre affection : CRÉER, C'EST RÉSISTER. RÉSISTER C'EST CRÉER.

Inoltre, facciamo appello sempre ad una vera insurrezione pacifica contro i mezzi di comunicazione di massa che non propongono come orizzonte per la nostra gioventù che il consumo di massa, il disprezzo dei più deboli e della cultura, l'amnesia generalizzata e la competizione a oltranza di tutti contro tutti. A tutti coloro che faranno il XXI secolo, noi diciamo con tutto il nostro affetto: CREARE È RESISTERE. RESISTERE È CREARE.

Hessel aveva saputo individuare i cambiamenti sociali e ideologici delle giovani generazioni e comprendere le opportunità offerte dai nuovi mezzi d'informazione e di comunicazione, attraverso i quali vedeva una possibilità per gli attivisti di consolidare la loro rivolta:

Je constate avec plaisir qu’au cours des dernières décennies se sont multipliés les organisations non gouvernementales, les mouvements sociaux  […] qui sont agissants et performants. Il est évident que pour être efficace aujourd’hui, il faut agir en réseau, profiter de tous les moyens modernes de communication.

Noto con piacere che nel corso degli ultimi decenni le organizzazioni non governamentali si sono moltiplicate, i movimenti sociali […] che sono attivi e competitivi. È evidente che per essere efficaci oggi, bisogna agire attraverso la rete, approfittare di tutti i mezzi moderni di comunicazione.

Un vero e proprio fenomeno editoriale, tradotto in 34 lingue, con 4,5 milioni di copie vendute in 35 paesi tra cui la Cina, quel manifesto è divenuto il simbolo della contestazione globale — conferendogli un connotato intellettuale e motivato.

È così che nel 2011 e nel 2012, il termine “indignati” è stato ripreso dai manifestanti in Francia, Spagna, Grecia, Italia, Portogallo e a New York, dove ha ispirato il movimento “Occupy Wall Street [7]” [en]. Il saggio è apparso in contemporanea alle sommosse popolari contro i regimi dittatoriali arabi, e una traduzione in arabo è stata brandita da qualche attivista tunisino dopo la destituzione di Ben Ali.

In Siria, dove girava ancora l'idea di pubblicare l'opera in lingua araba, un gruppo di volontari fondato da alcuni scrittori e ricercatori siriani pubblica la traduzione di “Indignatevi” in lingua araba [8] [ar] sul sito “The Republic [9]” [ar], solo qualche giorno dopo la morte dell'autore.

Un video caricato su Youtube il 27 febbraio rende omaggio a Stéphan Hessel riprendendo i suoi appelli rivolti ai giovani in francese, in inglese e in tedesco associati ad alcune immagini delle manifestazioni in Europa:

In Spagna, dove Hessel è stato erroneamente considerato il “nuovo padre” del movimento del 15 maggio (15-M), il suo libro ha dato nome e visibilità, oltre che legittimità mediatica, ai manifestanti divenuti “los indignados”. Juan-Luis Sanchez fa riferimento [10] [es] al legame tra Hesse e il movimento 15-M:

La aportación más importante de Hessel al 15-M fue la de transmitir, con su edad y trayectoria política, un tipo de credibilidad que los grandes medios necesitaban para poder hablar de las movilizaciones en calle sin sentir que daban voz a lo que caricaturizaban como un latido antisistema. […] Su palabra, “indignación”, fue un regalo: un ejemplo perfecto para la nada y el todo a la vez. Para esa militancia inclusiva que usaba términos que no dejaran a nadie fuera.

Il maggior contributo di Stéphane Hessel al movimento 15-M è stato quello di aver trasmesso, grazie alla sua età e alla sua traiettoria politica, la credibilità necessaria ai grandi media per parlare di mobilitazione cittadine senza avere l'impressione di dare voce ad una caricatura dell'anti-sistema. […] La sua parola, “indignazione”, è stato un regalo: un esempio perfetto per indicare allo stesso tempo il tutto e il niente, per questo militantismo inclusivo che utilizzava dei termini senza lasciare nessuno fuori.

La rivista tedesca online diesseits.de [11] [de] sottolinea:

Der 95-jährige Stéphane Hessel war der ideologische Vater der demokratischen Aufstände weltweit. Von Arabellion bis Occupy Wallstreet kamen die Menschen seiner Aufforderung nach Entrüstung und Einmischung nach.

A 95 anni, Stéphane Hessel era il padre ideologico della ribellione democratica nel mondo. Dalla primavera araba a “Occupy Wall Street”, il mondo ha risposto al suo richiamo di indignazione e di impegno.

Omaggio degli indignati a Marsiglia- Foto anonima condivisa  su facebook Par millions rendons hommage à Stéphane Hessel (In milioni a rendere omaggio a Stéphan Hessel)

Omaggio degli indignati a Marsiglia. Foto condivisa sulla pagina Facebook ‘Par millions rendons hommage à Stéphane Hessel’. [12]

Sul suo blog [13] ALL JUX scrive :

Stéphane Hessel a réveillé l'esprit critique, le sens humain et la raison. Il a encore su initier le mouvement d'indignation politique qui se répand sur les continents en publiant un tout petit livre par le nombre de ses pages mais d'une puissance sans mesure par la portée de ses propos.

Stéphane Hessel ha risvegliato lo spirito critico, il senso umano e la ragione. Inoltre, ha saputo iniziare il movimento di indignazione politico che si espande nei continenti pubblicando un piccolo libricino per il numero esiguo di pagine ma di una potenza senza misura per la portata dei suoi messagg

La portoghese Helena Araujo sul blog 2 dedos de conversa  [14] [pt]scrive:

Indignez-vous! Engagez-vous! – é a consciência do século XX que nos fala, a voz de um homem livre que atravessou o pior e o melhor que o século passado nos legou”.

Indignatevi! Impegnatevi!- è la coscienza del   XX° secolo che ci parla, la voce di un uomo libero che ha attraversato il peggio e il meglio di tutto ciò che il secolo passato ci ha lasciato.

Adunanza in memoria di  Stéphane Hessel a p.zza della Bastiglia (Parigi) il 27/02/2013- Foto di Célia Bonnin per Par millions rendons hommage à Stéphane Hessel

In memoria di Stéphane Hessel alla Bastiglia di Parigi, 27/02/2013

Sulla pagina Facebook Par millions rendons hommage à Stéphane Hessel [4], Rüdiger Bender esprime la sua gratitudine:

Wir denken voller Dankbarkeit an Stéphane Hessel …dankbar für ein Leben exemplarischer Menschlichkeit und tapferen Engagements für die unantastbare und gleiche Würde aller Menschen … dankbar für seine Fragen und Anstöße und noch mehr für seine Ermutigung für uns und sein Vorschußvertrauen auf uns: dem gilt es nun gerecht zu werden.

Dobbiamo un'infinita riconoscenza a Stéphane Hessel…riconoscente per una vita di un'umanità esemplare e di impegni coraggiosi a favore di una dignità inviolabile e uguale in tutti gli esseri umani… riconoscente perle sue domande e i suoi impulsi e soprattutto per i suoi incoraggiamenti rivolti a noi e per la sua fiducia accordataci: sta a noi ora dimostrare di esserne all'altezza.

Sulla pagina Facebook en Hommage à Stéphane Hessel [15] Sweekitt Carlson esclama:

Un résistant est mort, pas la Résistance!

Un resistente è morto, non la Resistenza!

Circola infine anche una petizione per chiedere che venga sepolto nel Panthéon parigino [16], che ospita i resti di importanti personaggi storici [17] [it]:

Nous souhaitons ardemment que la pédagogie civique et la mémoire collective témoigne de l’importance de l’esprit de résistance. Parce qu’avec Stéphane Hessel, c’est une vie consacrée à l’intérêt général et au service d’une certaine idée de la France qu’il s’agit d’honorer.

Speriamo, ardentemente, che la pedagogia civica e la memoria collettiva testimonino l'importanza dello spirito di resistenza perché la vita di Stephane Hessel è un'esistenza consacrata all'interesse generale e al servizio di una certa idea della Francia che si vuole onorare.

Hanno contribuito alla stesura dell'articolo Pauline Ratzé [18], Paula Goes [19], Thalia Rahme [20], Katrin Zinoun [21].