Argentina: Papa Bergoglio e i “preti delle baraccopoli”

Nonostante sia ammirato da molte persone in tutto il mondo per il fatto di non servirsi di auto di servizio, recandosi invece in visita nei quartieri poveri utilizzando i mezzi pubblici, gli argentini ricordano il cardinale Jorge Mario Bergoglio – ora Papa Francesco [it] – anche per il suo operato presso le “villas miseria” [it] – ovvero, delle baraccopoli situate nei grandi insediamenti urbani del Paese.

Il blog Bajando lineas [es, come i link successivi] commenta in proposito delle visite alle baraccopoli da parte di Bergoglio:

El cardenal es un gran enamorado de esa religiosidad popular, dicen los curas, y cuentan que es bastante común que, durante las peregrinaciones juveniles a Luján, sea Bergoglio el confesor que se instala, sin que los jóvenes peregrinos lo sepan, en la basílica.

Tampoco es raro, dicen, que llegue de improviso a un comedor popular o a la fiesta de una Virgen en alguna de las barriadas donde trabaja el equipo.

Al cardinale piace la religiosità del popolo, affermano i preti, e sembra che, molto spesso, durante i pellegrinaggi dei gruppi giovanili a Lujan, il confessore Bergoglio si rechi presso la Basilica all’insaputa dei giovani pellegrini.

Dicono che abbia anche l’abitudine di farsi vedere nei pressi di un bar molto frequentato, oltre a partecipare alle celebrazioni in onore alla Vergine Maria che si svolgono in uno dei quartieri in cui lavora il gruppo di religiosi.

Durante il periodo trascorso in Argentina, l’attuale pontefice si è battuto per la creazione della figura del “prete della baraccopoli”. Maria O'Donnel parla dell'operato di questi preti al quotidiano catalano La Vanguardia:

Estos curas, muchos de ellos nacidos y criados en familias de clase media acomodada, reivindican la cultura de los barrios que habitan. Pelean contra la estigmatización, rescatan la solidaridad, las colectas ante cada muerte para que nadie sea privado de un velatorio digno, la alegría que no se rinde ante la adversidad y todo eso quieren defender ante la mirada que sienten prejuiciosa del afuera. Por eso hablan de integrar, antes que de urbanizar.

Questi preti, molti dei quali nati e cresciuti presso famiglie della classe media, rivendicano la cultura dei quartieri in cui vivono. Combattono la stigmatizzazione, riscattano il valore della solidarietà, organizzano delle collette ogni volta che qualcuno muore così da poter garantire al defunto una veglia funebre dignitosa. Sono portavoce di molti ideali, tra cui di quello della gioa che non si si arrende di fronte alle avversità. Vogliono difendere tutto ciò dai pregiudizi del mondo esterno. È per questo che parlano di integrazione piuttosto che di urbanizzazione.
Villa 31, Buenos Aires, Argentina

Villa 31, Buenos Aires, Argentina. Immagine su gentile concessione dell'utente Flickr christoph.wesemann, in ottemperanza della licenza Creative Commons license (CC BY-NC 2.0)

Il blog di padre Ismael Ojeda parla del rapporto tra il prete della baraccopoli “Padre Pepe” e l’ex cardinal Bergoglio:

[…] el padre Pepe considera a Bergoglio «un amigo y un padre espiritual»: «Fue él quien me mandó en 1997 a Villa 21», al frente de un «equipo de sacerdotes» en una parroquia extrema, situada en una tierra de compra y consumo de drogas. Cuatro sacerdotes para cuarenta mil personas: «Gracias a él, a su presencia, hemos conseguido desarrollar muchos trabajos de prevención y recuperación». Gracias a la intervención del arzobispo, de Paolo se ha salvado: «Me la habían jurado, él me protegió».

[…] padre Pepe considera Bergoglio “un amico e un padre spirituale”: “È stato lui a mandarmi a Villa 21 nel 1997 alla guida di un team di preti in una parrocchia sperduta, situata in un luogo segnato dalla piaga dello spaccio di droga e della tossicodipendenza. Quattro preti per quarantamila persone: “Grazie a lui e alla sua presenza, abbiamo sviluppato molte iniziative di prevenzione e recupero”. Con l’intervento dell’arcivescovo, padre de Paolo è sopravvissuto: “Mi sentivo minacciato, e lui mi ha protetto”.

Nel post “Francesco, il Papa dei confini”, Eduardo Casas sintetizza l'operato del cardinal Bergoglio:

El Papa Francisco se lleva lo mejor del Cardenal Jorge Mario Bergoglio para el ministerio de Pedro: sus viajes en el subte de la ciudad de Buenos Aires; sus visitas a la Villa 31; su presencia en las cárceles, su aliento a las escuelas, sus palabras a las enfermos de VIH, su paso por  la Compañía de Jesús de la ciudad de Córdoba; su conversaciones con los cartoneros y las víctimas de la trata; su capacidad de respeto, escucha y cercanía, su actitud conciliadora, su apertura ecuménica, su capacidad de dialogar y de decir las cosas tal como su conciencia lo dictaba y mucho, mucho más que sabemos y también otras que ignoramos.

Papa Francesco offre al ministero di Pietro la parte migliore del cardinal Jorge Mario Bergoglio: i viaggi in metropolitana attraverso Buenos Aires,  le visite a Villa 31, la presenza nelle carceri, il sostegno morale alle scuole, le parole ai malati di HIV, le attività svolte nella città di Cordoba attraverso la Società di Gesù, le conversazioni con i cartoneros [raccoglitori di cartone, attività generalmente svolta da senzatetto e dai disoccupati] e con le vittime del traffico umano, la capacità di rispettare, ascoltare e incoraggiare, e quella di dialogare e dire cose dettate dalla coscienza e molto, molto altro ancora.

Infine, il video di Telefe Noticias, riportato di seguito, mette in evidenza l'operato di Bergoglio presso Villa 31.

 

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