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Brasile: gli indios occupano il Congresso per protesta

Categorie: America Latina, Brasile, Citizen Media, Etnia, Governance, Indigeni, Legge, Politica, Protesta

Centinaia di indios hanno fatto irruzione nella Camera dei Deputati in Brasile per protestare contro una legge che assegnerà il potere sulla rivendicazioni territoriali nelle mani del Congresso Nazionale. Si teme che questo cambiamento possa provocare il sopravvento politico dei grandi allevatori del Paese che spesso si contendono la terra con gli indigeni.

I rappresentanti di quasi 76 diverse comunità indigene si sono riuniti nella capitale, Brasilia, per l’annuale “Aprile Indigeno [1]”, l’evento nazionale celebrato il 19 aprile per festeggiare la giornata degli indigeni brasiliani. Sono arrivati alla Camera dei Deputati la mattina del 16 aprile, per discutere la controversa proposta con i legislatori. Verso la fine della giornata, stanchi di aspettare, tra i 300 [2] e i 700 [3] indigeni brasiliani hanno affrontato le guardie e sono riusciti ad irrompere nella sessione [4].

Il gruppo esige [5] l’archiviazione dell’emendamento costituzionale proposto che cederebbe il potere della decisione finale sulla demarcazione della terra indigena dal ramo esecutivo a quello legislativo. L’irruzione è stata trasmessa in diretta da TV Câmara [6], il canale della Camera dei Deputati, ed è stata poi diffusa su YouTube:

Non è la prima volta che la proposta suscita proteste, come successe nel marzo 2012 in seguito all’approvazione [7] della proposta di emendamento n.215/00 da parte della Commissione per la Costituzione, la Giustizia e la Cittadinanza.

Attualmente, la demarcazione del territorio indigeno in Brasile viene effettuata tramite ricerche condotte dall’agenzia governativa FUNAI (Fondazione Nazionale Indigeni) e viene stabilita tramite un decreto presidenziale. Se approvato [1], l’emendamento 215, proposto dal parlamentare Almir Sá [8], dello stato di Roraima, toglierebbe alla FUNAI l’autorità di supervisionare le ricerche sulle rivendicazioni territoriali e renderebbe più difficile dichiarare indigene le terre occupate da piccoli agricoltori.

In un video pubblicato su YouTube [9] dal giornalista Marcel Frota, il parlamentare Ivan Valente [10], del partito Socialismo e Libertà (PSOL), ha definito le manifestazioni degli indigeni un modo di garantire i “diritti costituzionali [11]”:

 

Se [l’emendamento proposto] dovesse essere approvato dal Congresso, dove l’Unione Democratica Ruralista [12] ha la maggioranza, la demarcazione della terra indigena e la creazione di unità di conservazione non saranno mai più approvate [dalla Camera dei Deputati]. Questo atto di resistenza da parte degli indigeni, quindi, è un avvertimento alla Camera dei Deputati e al Congresso Nazionale.

Il blocco ruralista a cui si riferisce Valente è il Fronte Parlamentare Agroindustriale, formato da parlamentari e senatori legati alla difesa degli affari agroindustriali. In un incontro tenutosi a febbraio, i rappresentanti del Fronte avevano già dichiarato la demarcazione delle terre indigene come una delle loro priorità [13].

Centinaia di indigeni invadono la Camera dei Deputati occupando le sedie dei parlamentari. Foto di José Cruz, Agência Brasil (CC BY 3.0) [14]

Centinaia di indigeni invadono la Camera dei Deputati occupando le sedie dei parlamentari. Foto di José Cruz, Agência Brasil (CC BY 3.0)

Mentre il gruppo di indios occupava la Camera dei Deputati, i loro rappresentanti si sono riuniti in un meeting con il presidente della Corte Suprema brasiliana, Joaquim Barbosa, per discutere il caso della riserva Raposa Serra do Sol [15]. Nonostante la FUNAI, già nel 1993, avesse classificato l’area come terra natìa degli indigeni [16], il processo ufficiale di riconoscimento del territorio è stato trascinato in tribunale, a causa di una serie di conflitti mortali e dispute [17] tra i coltivatori di riso e gli indigeni. Come risultato, nel 2009 la corte suprema ha reso più severe le condizioni di demarcazione [18] in quella zona.

In seguito, l’Ufficio del procuratore generale ha proposto invano un’ordinanza [19] che estenderebbe queste condizioni speciali a tutte le aree del Brasile. Il giorno in cui gli indigeni hanno occupato il Congresso, il Fronte ha presentato una petizione [20] per consentire l'entrata in vigore di tale ordinanza il più presto possibile.

La sessione è stata chiusa dopo che Simão Sessim [21], parlamentare del Partito Progressista che stava presiedendo il dibattito, ha dichiarato che non vi erano le condizioni per procedere [22]. Gli indigeni hanno accettato la negoziazione e alcuni dei loro rappresentanti hanno avuto una riunione con il presidente della Camera dei Deputati per cercare un accordo.

Il giorno dopo, la Camera dei Deputati, alla luce dell’occupazione da parte degli indigeni, oltre a garantire una pausa di sei mesi per la formazione di una commissione speciale per discutere l’emendamento proposto, ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro collegato alle tematiche degli indigeni. [23]Il gruppo sarà formato da dieci parlamentari, che sono già stati scelti, e da rappresentanti degli indigeni.

Mentre gli indigeni sono soddisfatti [24] dell’accordo, i ruralisti sono meno contenti. Il parlamentare del blocco ha promesso di aumentare la pressione [5] per fare in modo che la Commissione speciale torni nell’agenda della Camera entro la fine del primo semestre.

In altre parole, il conflitto è ancora lontano dal trovare una conclusione, ha scritto [25] la giornalista Elaine Tavares sul sito Brasil de Frato:

Gli indigeni manifestano di fronte al palazzo del Governo a Brasilia (18/04/2013). Foto di Valter Campanato, Agência Brasil (CC BY 3.0). [26]
Gli indigeni manifestano di fronte al palazzo del Governo a Brasilia (18/04/2013). Foto di Valter Campanato, Agência Brasil (CC BY 3.0).

Ora è tempo di tenere sotto osservazione, perché questo non sarà un dibattito facile. Il governo, così come i gruppi al potere che finanziano la maggior parte dei parlamentari, vogliono tenere per sé le terre indigene, ricche di risorse naturali, ma l’azione di “Aprile indigeno” è stata almeno in grado di mettere nell’agenda un argomento rimandato per anni senza aver ricevuto attenzione dai media o dai parlamentari. È stata una vittoria, parziale e temporanea, ma comunque una vittoria, che prova come solo un’azione diretta ed organizzata può far avanzare la vita delle persone. E per quelli che sono là fuori, sempre a combattere, vedere la scena di parlamentari terrorizzati [al momento dell’ingresso degli indios nella sessione della Camera dei Deputati] rende chiaro che sì, sono spaventati, e questo non li ha comunque fermati dal distruggere sistematicamente il modo di vivere delle comunità indigene. La lezione imparata da “Aprile indigeno” è semplice: è necessario lavorare affinché le persone che non prendono in considerazione i desideri della maggioranza non ne siano spaventate. La lotta di classe avanza anche qui…