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Brasile: una nuova ondata di immigrazione?

Categorie: Brasile, Haiti, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Interventi umanitari, Migrazioni, Relazioni internazionali, Rifugiati

Questo post fa parte della nostra sezione Relazioni Internazionali e Sicurezza [1] [en]

Brazilian visa [2]

Visto brasiliano. Foto: TheTransparentEyeball no flickr (CC BY-NC-SA 2.0)

La crisi economica, le guerre e i disastri naturali hanno provocato una nuova ondata di immigrazione verso il Brasile. Secondo il Ministero della Giustizia, il numero di immigrati entrati legalmente nel paese nel 2012 è cresciuto del 50%, nel giro di sei mesi [3] [pt]. La maggior parte proviene da Haiti, Spagna, Francia e dagli Stati Uniti.

I nuovi arrivati non sono passati inosservati dai media e dal pubblico in generale. Di recente, il popolare programma televisivo Domingo Espetacular ha mandato in onda [4] [pt] un reportage dal titolo “Perseguitati” che racconta le loro storie. Il blogger brasiliano Pedro Migao [5] [pt] ha elogiato il documentario per aver descritto le diverse ragioni che spingono sempre più immigranti a rivolgersi verso il Brasile.

Nel frattempo, le conseguenze della crescente immigrazione rimangono oggetto di dibattito. In un articolo intitolato “L'altra faccia di un global player” pubblicato su Mundorama.net [6] [pt], Patricia Martuscelli afferma che, mentre di fronte a problemi economici, la “vecchia Europa” sta creando rigide politiche d'immigrazione [7] [en], il Brasile deve ancora formulare una politica decisiva:

É possível analisar que, frente à impossibilidade de atender completamente as demandas de sua própria população, seria difícil para o governo lidar com os custos internos e internacionais advindos de sua posição como global player, principalmente com a situação dos imigrantes e refugiados. Contudo, quanto mais o Brasil demorar em tratar dessas questões, mais elas se agravarão, pressionando a sua população.

È possibile supporre che, a causa della sua impossibilità di far fronte alle esigenze della sua stessa popolazione, sia difficile per il governo far fronte ai costi interni e internazionali derivanti dalla sua posizione come attore globale, principalmente in relazione alla situazione di immigrati e rifugiati.Tuttavia, quanto più il Brasile si attarda a trattare questi problemi, tanto più essi si aggraveranno, facendo pressione sulla sua popolazione.

 

Un'altra blogger, Patrícia Mendonça [8], sostiene che lo Stato brasiliano dovrebbe ospitare i rifugiati, nonostante gli indici di povertà che caratterizzano il Paese:

Ao contrário do que veem tentando nos fazer acreditar, o brasileiro continua vivendo em estado de miséria em muitos pontos do país. Estão aí as secas em várias regiões para mostrar. Assim como estão as favelas… A aparente ascensão das classes D e E vem do crédito oferecido por empresas privadas (santas Casas Bahia) mas muito em breve acarretarão em aumento cada vez maior do endividamento das famílias…
Fica uma pergunta: Temos como acolher esses refugiados? Temos como oferecer dignidade?
Temos, uma dignidade mínima igual a de nossos mais pobres e com certeza maior do que a que teriam em seus países.

Contrariamente a ciò che vogliono farci credere, i brasiliani continuano a vivere in stato di miseria in molte parti del paese. In diverse regioni c'è siccità. E ci sono le favelas. (…) L'apparente ascesa della classe D e E è data dall'elargizione di credito da parte di imprese private ( Santa Casas Bahia [9] [pt]) cosa che però, in poco tempo, aumenterà l'indebitamento delle famiglie.
Una domanda rimane: abbiamo i mezzi per accogliere questi rifugiati? Possiamo offrir loro dignità?
Possiamo. I nostri poveri mantengono comunque un livello minimo di dignità che è senza dubbio superiore rispetto a quello che avrebbero in altri paesi.

 

Il Brasile ospita circa 4500 rifugiati provenienti da 75 paesi diversi [10] [pt], la maggior parte arrivano dal'Angola e dalla Colombia. Come spesso succede anche altrove, in Brasile i rifugiati e gli immigrati sono tra i membri più vulnerabili della società. Nonostante ciò, il paese sta portando avanti azioni concrete con lo scopo di proteggerli dallo sfruttamento. A San Paolo, per esempio, è stata recentemente approvata una legge che comporta la revoca delle licenze alle aziende che utilizzano la manodopera forzata [11]. [pt]. L'Alto Commissariato dell'ONU per i Rifugiati nelle Americhe ha sviluppato il programma “Diffondi la tua voce” per dare potere e voce alle donne vittime di violenza, come mostra il video, in portoghese.

 

Brasilia si aspetta inoltre che il flusso di immigrati possa far avanzare l'economia nazionale. La mancanza di manodopera specializzata è considerato uno dei grandi fattori che ancora oggi frenano lo sviluppo del Brasile, un problema che il governo spera venga risolto con l'arrivo di immigrati qualificati nel paese [12] [pt]. Lo sviluppo di politiche di immigrazione positive può dunque rivelarsi un importante contributo per la reputazione del Brasile come potenza mondiale emergente.

 

ISN logo [13]Questo post e le sue traduzioni in spagnolo, arabo e francese sono state richieste dall’ International Security Network (ISN) come parte di un progetto volto alla ricerca in tutto il mondo di voci cittadine che trattino di relazioni internazionali e questioni di sicurezza. Questo post [14] è stato originariamente pubblicato nel blog di ISN [15] e qui [16] puoi trovare storie simili.