Messico: sciopero della fame per le madri dei desaparecidos

In occasione della festa della mamma, un gruppo di madri in sciopero della fame ha manifestato di fronte alla Procura della Repubblica di Città del Messico, richiedendo [es, come i link successivi, eccetto dove diversamente indicato] al governo di mantenere la promessa con cui si è impegnato a rintracciare i loro figli scomparsi.

Stando ad alcuni rapporti [en] ufficiali, durante il governo dell'ex-presidente Felipe Calderón [it], in Messico sono scomparse più di 26.000 persone nel periodo compreso tra il 1 dicembre 2006 e il 30 novembre 2012.

Lo sciopero della fame è iniziato lo scorso 9 maggio.

Nel blog The Latin Americanist [en], Erwin C. riporta le parole di una delle madri che sta partecipando allo sciopero della fame:

No nos iremos [en] hasta que nuestros casos se hayan resuelto, que el presidente se reúna con nosotros y que reúna a un grupo de trabajo para decirnos cuándo y cómo empezarán a encontrar a nuestros seres queridos”, declaró la huelguista de hambre Margarita López. López dijo que su hija “desaparecida”, Yahaira Guadalupe Bahena, fue secuestrada hace dos años por “hombres armados” que después la torturaron hasta morir. López ha instado a las autoridades a que abran una fosa común donde supuestamente está enterrada su hija, pero sus pedidos han sido ignorados hasta ahora.

López fue una de los participantes en una huelga de hambre de siete días que se llevó a cabo el pasado noviembre [en] que terminó después de que las autoridades de la Ciudad de México se reunieron con los manifestantes.

“Non ce ne andremo finché i nostri casi non saranno risolti, finché il presidente non accetterà di incontrarci e formerà un gruppo di lavoro per dirci come e quando inizieranno a rintracciare i nostri cari”, ha dichiarato la manifestante Margarita López. La signora López ha affermato che sua figlia Yhaira Guadalupe Bahena, ufficialmente “scomparsa”, è stata sequestrata due anni fa da alcuni “uomini armati” che in seguito l'hanno torturata fino alla morte. La signora ha fatto pressione sulle autorità affinché venga riaperta una fossa comune in cui crede sia sepolta la figlia ma, finora, le sue richieste sono rimaste inascoltate.

La signora López ha partecipato a uno sciopero della fame durato sette giorni svoltosi lo scorso novembre e che si è concluso soltanto dopo un incontro tra le autorità di Città del Messico e le manifestanti.

Paris Martínez, della testata digitale Animal Político, ha seguito lo sciopero della fame sin dall’inizio. In un post, ha presentato ai lettori alcune delle madri che hanno preso parte alla protesta, tra cui Nancy Rosete, il cui figlio Elvis Axell Torres Rosete è scomparso dal 29 dicembre 2010:

Yo decidí participar en la huelga de hambre porque, como víctimas, no contamos con certeza sobre las acciones que realizan las autoridades. Han pasado ya más de dos años y, aun cuando hay supuestos avances en las investigaciones, nosotros no podemos verificarlos.

Ho deciso di partecipare allo sciopero della fame perché, in quanto vittime, non abbiamo alcun controllo sulle azioni delle autorità. Sono già passati due anni e, benché sembrino esserci dei progressi nelle indagini, non abbiamo la possibilità di verificarne la veridicità.

Il 13 maggio, Paris Martínez ha scritto su Animal Político che “a parte una serie di brevi dichiarazioni rilasciate dal vice procuratore Ricardo Garcia Cervantes – il primo giorno della protesta – nessun rappresentante delle autorità si è recato sul luogo della manifestazione per informarsi circa le richieste [delle manifestanti] né per intraprendere un dialogo formale“.

Le madri e i famigliari dei “desaparecidos” [en] hanno organizzato delle manifestazioni il 10 maggio [en], il giorno della festa della mamma in Messico. Paris ha condiviso un video che mostra le madri impegnate nello sciopero della fame mentre, commemorando la festa della mamma, intonano dei cori come: “Se li hanno presi da vivi, li vogliamo indietro vivi!” e “Dove sono? Dove sono? I nostri figli, dove sono?”

In un altro video, Paris ha intervistato alcune madri e altri parenti dei desaparecidos al quarto giorno dello sciopero. Érica, una delle madri che ha preso parte all'iniziativa, espone un cartello che recita: “Quattro giorni di sciopero della fame e nessuna risposta. Vogliamo che i nostri figli tornino. Giustizia!”

Dice che gli effetti del digiuno si stanno facendo sentire, che la temperatura scende durante la notte e che non si sentono al sicuro. Érica aggiunge che i cittadini stanno dando loro una mano.

Un'altra manifestante dichiara che non si muoveranno di lì: “Non siamo qui per una sola persona, siamo qui per un obiettivo comune, che è quello di rintracciare i desaparecidos“.

Mercoledì 15 maggio, Paris ha scritto che un gruppo in rappresentanza delle manifestanti si recherà in visita presso Los Pinos – residenza e sede ufficiale della Presidenza del Messico – per presentare per iscritto le loro richieste al Presidente Enrique Peña Nieto, “affinché spieghi l'assenza di azioni concrete volte al ritrovamento dei nostri figli”.

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