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Turchia: censura e violenza a tre settimane dall'inizio delle proteste

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Turchia, Ambiente, Citizen Media, Diritti umani, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Protesta

In origine questo post è stato pubblicato sul blog dell'autore Azadolu [1].

In Turchia le massicce proteste sono cominciate tre settimane fa. A partire dal 31 maggio, data dello scoppio delle proteste, il paese ha visto censura mediatica, atti di violenza da parte della polizia, proteste di migliaia di persone con la morte e il ferimento di alcuni dimostranti. Questo è il riassunto delle scorse tre settimane:

Durante le prime fasi delle manifestazioni il Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha definito i dimostranti “Capulcu [2]” [en, come gli altri link eccetto dove diversamente indicato], che in turco vuol dire saccheggiatore. Questo termine è tornato sulla cresta dell'onda nel momento in cui i manifestanti se ne sono appropriati, autodefinendosi con questo appellativo. I dimostranti hanno persino prodotto un video [3] modificando le parole del testo della canzone “Everyday I am Shuffling” in “Everyday I am Capulcuing”:

Censura mediatica:

Sebbene i principali media turchi abbiano auto-censurato le proteste [4], i social media sono stati e sono ancora attivi nella diffusione delle notizie a riguardo. CNNTurk, NTV e Haberturk (i principali canali di notizie della Turchia) sono stati coinvolti nell'auto-censura. Dopo che la CNNTurk ha pubblicato un documentario sui pinguini [5] invece di trattare delle proteste, l'utente emre erdem [6] con sarcasmo ha scritto su Twitter:

@emreerdem [7] Memlekwt yerinden oynuyor CNNTURK'te penguen belgeseli var, medyamizi seveyim…

Mentre l'intera nazione trema, la CNNTurk trasmette documentari sui pinguini. Amiamo i nostri mezzi di comunicazione…

Le proteste contro la censura mediatica sono continuate davanti al quartier generale della NTV [8] da quando il canale ha deciso di minimizzare le proteste anti-governative. Anche la banca nazionale Garanti Bank, società partner di NTV, è stata presa di mira dai dimostranti, molti dei quali hanno smesso di utilizzare i suoi servizi. La banca ha annunciato di aver perso 1500 clienti [9].

Inoltre, di recente la BBC ha sospeso la sua cooperazione con NTV [10] dopo che quest'ultima si è rifiutata di mandare in onda il suo programma “World Agenda”.

Il programma è stato preparato da Selin Girit, che ha scritto su Twitter [11]:

@selingirit [12] la BBC ha sospeso la partnership con il canale di notizie turco @ntv a causa della censura di un servizio televisivo sulla libertà di stampa. @bbcworld@bbcturkce

Seven Turkish newspaper ran the same headline on the protests. Photograph shared by @ozlemmisler on Twitter [13]

Sette giornali turchi hanno pubblicato lo stesso titolo sulle proteste. Fotografia pubblicata da @ozlemmisler su Twitter

Ci sono state anche coincidenze interessanti nella copertura mediatica turca delle proteste: sette giornali differenti hanno proposto lo stesso titolo nel medesimo giorno. L'utente di Twitter Ozlem Isler [14] ha condiviso una fotografia dei giornali:

@ozlemmisler [14] 7 gazete ayni manset! pic.twitter.com/LGN5D9EaGU [15]

Sette giornali, stesso titolo! pic.twitter.com/LGN5D9EaGU [15]

Il titolo recitava così: “Darei persino la mia vita per le rivendicazioni democratiche”

Atti di violenza da parte della polizia: 

La violenza della polizia [16] è stata la più grande preoccupazione per i manifestanti. C'è un video che mostra la posizione di molti nei confronti dell'oppressività della polizia: mentre i poliziotti trattengono un manifestante, gli astanti cercano di proteggerlo gettando contro i poliziotti qualsiasi cosa capiti loro sotto mano. Ecco il video [17]:

 

L'utente di Twitter Capulcu S A [18] così spiega la solidarietà della nazione contro gli atti di violenza della polizia:

@Sedat2Aral [19] Non è mai stato così… Dottori, giornalisti, studenti, artisti, attori, uomini d'affari… Tutti i turchi si aiutano l'uno con l'altro contro gli atti di violenza della polizia.

 

La morte di Ethem Sarisuluk in seguito ai colpi ricevuti dalla polizia è stata senza dubbio il momento più straziante delle proteste. Il poliziotto che ha ucciso il dimostrante ancora non è stato preso. Sarisuluk è una delle quattro persone uccise e delle circa 1500 ferite [20] durante le proteste. Il sindaco di Ankara, la capitale della Turchia, ha affermato in un programma televisivo in diretta [21] [tr] che non era stata la polizia ad ucciderlo, ma che erano stati invece gli altri dimostranti ad ammazzarlo lanciandogli contro una pietra. Questo video [22], apparso in rete dopo la morte del giovane, racconta una storia diversa: mostra un poliziotto mentre fugge con una pistola dopo ciò che sembra essere stato uno sparo a un manifestante a breve distanza [Attenzione, contiene immagini crude]:

 

Qui [23] ci sono ulteriori informazioni sugli atti di violenza della polizia durante le proteste.

Social media: “La minaccia peggiore per la società”

Il Primo Ministro Tayyip Erdogan ha dato sfogo alla sua rabbia verso i social media e li ha definiti “la peggiore minaccia per la società [24]“. L'utente di Twitter Pelin [25] spiega il motivo della rabbia di Erdogan condividendo il rapporto Bloomberg [26] sull'uso turco di Twitter durante le proteste:

@BettySpades [27] I dati mostrano perché Twitter costituisce una minaccia per Erdogan. Ecco l'impatto dei social media sulle proteste riguardanti Gezi Park: #occupygezi [28] #direnankara [29] http://www.bloomberg.com/news/2013-06-10/twitter-really-is-a-menace-to-erdogan.html … [30]

 

Erdogan ha attaccato anche i manifestanti che hanno trovato rifugio in una moschea durante gli attacchi della polizia. Ha comunicato ai media [31] che i dimostranti hanno disonorato la moschea entrando senza togliersi le scarpe e bevendo alcolici all'interno. Questo video [32] mostra il contrario delle affermazioni di Erdogan. Nel video si vedono i manifestanti mentre si rifugiano nella moschea e i dottori mentre curano i feriti (Attenzione, contiene immagini crude):


Messaggi contraddittori:

Anche il governatore di Istanbul Huseyin Avni Mutlu ha comunicato messaggi contraddittori. Sul suo account Twitter aveva scritto che non ci sarebbero stati attacchi da parte della polizia a Gezi Park, dove sono cominciate le proteste. Invece solo poche ore dopo la polizia ha attaccato Gezi Park:

@Valimutlu [33] GEZİ PARKI ve TAKSİM’e KESİNLİKLE DOKUNULMAYACAK,SİZLERE ASLA DOKUNULMAYACAKTIR.Bu sabah ve bundan sonra polis kardeşlerinize emanetsiniz.

Il Gezi Park e Taksim non saranno toccati, nessuno vi toccherà. Siete affidati ai vostri fratelli poliziotti da questa mattina in avanti.

L'utente Twitter Utangac Adam [34] ha replicato così al governatore:

@UtangacAdam [35] Büyüklerimiz “İnsanlığın okulu yok” derdi.Şimdi ne demek istediklerini daha iyi anlıyorum… @Valimutlu [36]

I nostri nonni dicevano sempre che “l'umanità non si impara a scuola”. Adesso capisco meglio quello che volevano dire…

Il Primo Ministro Erdogan [37] ha organizzato molti raduni per i suoi sostenitori anche ad Ankara e Istanbul. Erdogan ha intimato ai manifestanti [38], definendoli terroristi, di liberare Gezi Park. Dopo la sua affermazione sullo sgombero dei manifestanti di Gezi Park, il 16 giugno la polizia turca ha attaccato il parco e ha preso il controllo di piazza Taksim e di Gezi Park.

 

Resistenza passiva: proteste “in piedi”

Adesso le proteste sono diventate resistenza passiva. Le proteste Duran Adam (Uomo in Piedi) sono state lanciate dal coreografo Erdem Gunduz [39], rimasto in piedi immobile per tre ore in piazza Taksim. Proteste simili si sono diffuse velocemente [40] in tutto il paese. La poetessa Bejan Matur ha scritto sul suo account Twitter [41]:

@bejanmatur [42] duran adam;tc tarihinin gördüğü en sofistike eylem;.iktidarın asla baş edemeyeceği şahane bir performans.

L'Uomo in Piedi è la protesta più sofisticata nella storia della repubblica turca. Una grande azione che il partito al potere non riuscirà mai a gestire.

Nelle ultime tre settimane il popolo turco ha mostrato il proprio desiderio di democrazia, diritti umani e tutela dell'ambiente. Sebbene i poliziotti fossero violenti, i politici arrabbiati e i media in silenzio, ha continuato il proprio viaggio verso una vita migliore. Forse proprio questo video, in cui i manifestanti richiedono sarcasticamente che la polizia lanci altri gas lacrimogeni verso di loro, mostra al meglio le loro grandi ambizioni, cioè un paese e un domani migliori: