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Giornata mondiale anti-contraffazione: il caso dei medicinali

Categorie: Europa occidentale, Francia, Citizen Media, Economia & Business, Salute, Scienza

Il 28 maggio scorso si è celebrata la giornata mondiale della lotta alla contraffazione [1] [fr, come i link successivi]. Un'occasione per constatare quale siano i settori più colpiti da questa piaga moderna: dall'arte alla pelletteria senza trascurare i profumi, i tessuti, i prodotti per la casa e addirittura gli auricolari. Se la contraffazione comporta conseguenze deleteree in termini di sicurezza, di ambiente, di diritti sociali o di tipo economico nella maggior parte dei campi interessati, di certo vi è un ambito specifico in cui i falsi provocano danni ancora più nefasti: il ramo farmaceutico. Un'attività che non può essere considerata marginale in quanto l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che il 10% dei medicinali in commercio siano contraffatti.

Numero di incidenti annuali causati dai medicinali contraffatti. Fonte: PSI [2]

Numero di incidenti annuali causati dai medicinali contraffatti.   Fonte: PSI

Un mercato clandestino colossale.

La contraffazione tocca tutti i Paesi [2] più o meno sviluppati, senza eccezioni. Raggiunge a volte proporzioni vertiginose: nel caso della cura della malaria, il farmaco è contraffatto una volta su due. [3] In Europa, la merce di questo genere sequestrata alla dogana è pari al 24%, una percentuale superiore a quella delle sigarette di contrabbando. Nel 2010, questo commercio illecito ha fruttato ben 75 miliardi di dollari, battendo in entrate il traffico di droga. Una situazione gravissima che minaccia la salute dei cittadini, affrontata con una serie di misure più o meno idonee e più o meno efficaci.

Misure spesso efficaci, ma ancora insufficienti.

Schierato in prima linea in Francia, il Leem (Associazione industrie farmaceutiche) ha costituito nel 2003 un comitato contro la contraffazione che garantisce la massima collaborazione tra le industrie farmaceutiche e le autorità (il servizio doganale, la giustizia, ecc.). Sentinella più che plotone d'assalto, questo comitato è comunque in prima linea nel processo di modernizzazione delle tecniche contro la contraffazione. Ci sono innovazioni di tutti i tipi: confezioni sigillate, codici a barre, ologrammi sulle confezioni…

La lotta alla contraffazione si traduce quindi anche in una cooperazione tra le industrie e le forze dell'ordine. A tal proposito, una trentina di grandi gruppi farmaceutici collaborano con l'Interpol per migliorare l'identificazione dei falsi. Sono state adottate varie misure, sebbene ancora insufficienti, per eliminare un nemico versatile che molto spesso agisce nel mondo virtuale.

Internet sul banco degli imputati

Che internet abbia contribuito fortemente alla diffusione dei medicinali contraffatti non è di certo un segreto. In un articolo su Le Point [3], Christian Peugeot, presidente dell'Unifab, associazione che riunisce le società francesi impegnate nella lotta alla contraffazione, accusa quei siti fantasma rapidamente creati e rimossi, concepiti per truffare il consumatore.

Ancora una volta, la collaborazione internazionale porta i suoi frutti. A settembre e a ottobre 2012, una maxi retata su internet [4], coordinata dall'Interpol, l'Organizzazione mondiale delle dogane (OMD) e il Forum permanente sulla criminalità farmaceutica internazionale (PFIPC), è terminata con un sequestro da record. In Francia, sono stati intercettati più di 427.000 medicinali contraffatti e 236 siti illegali sono scomparsi. Bel risultato. Tuttavia, i due blitz sono serviti solo nell'immediato poiché i farmaci falsi sono tornati a circolare in rete. La produzione non si fermerà se non con controlli sistematici da parte dell'Interpol sui siti fantasma. Costoso, già, ma la salute dei cittadini ha forse un prezzo?