Russia: i “coraggiosi” democratici della società civile in crescita

Mentre Vladimir Putin, al suo terzo mandato presidenziale, dà “un giro di vite” alla vita pubblica, la società civile russa diventa sempre più una miniera per gli ideologi e i protagonisti della passata era del Cremlino.

Settimane fa, dopo l’allontanamento di Vladislav Surkov (il “Cardinale grigio” di Mosca), gli osservatori di tutto il mondo hanno proclamato la fine di un'epoca della politica russa. La scorsa settimana, il 22 maggio 2013, pochi nel mondo anglofono hanno notato l’abbandono dell’alleato di Surkov, Alexey Chesnakov, di Russia Unita che ha pubblicamente criticato il partito, quando invece l'evento rappresenta un momento importante per la Russia.

Tra crescenti inasprimenti sulle ONG con fondi esteri e processi-farsa in corso o incombenti contro i leader dei movimenti di protesta, è facile supporre che la società civile russa sia poco più di un mosaico di attivisti e studiosi perseguitati. In effetti, i mutamenti del Cremlino hanno in verità portato nella sfera pubblica del Paese una nuova ondata di ex apparatchiki [burocrati], la cui caduta in disgrazia li la scaraventati dalla politica formale nella nebbia delle politiche pubbliche e dell'avvocatura. Indubbiamente, Mikhail Rostovsky [chief political analyst per il quotidiano “Moskovsky Komsomolets”] ha beffato [ru, come tutti i link successivi] questi funzionari del Cremlino che si trasformano in “coraggiosi democratici” dopo la perdita di consenso.

Quando il fuori è dentro e il sotto è sopra

Alexey Chesnakov at a meeting between PM Vladimir Putin and political scientists, 6 February 2012, photo by Government.ru, public domain.

Alexey Chesnakov al meeting tra  Vladimir Putin e alcuni politologi, 6 Febbraio 2012, foto by Government.ru.

Chesnakov è un esempio calzante. Durante i primi due mandati di Putin alla presidenza, ha guidato la divisione “analisi delle informazioni” del governo, proseguendo poi con il supporto nella gestione delle politiche interne del Cremlino.

Dal 2008, Chesnakov è stato membro della Camera Civica della Federazione Russa, ha ricoperto diverse posizioni di comando nel Centro per la Politica Attuale (TsPK), e ha servito come vice segretario nel Consiglio Generale di Russia Unita (ha avuto anche una breve esperienza come assessore di Kasimov, in un tentativo fallito per un seggio al Senato nazionale, per il quale i blogger lo condannarono). In altre parole, Chesnakov ha partecipato alla vita pubblica sia all'interno che all'esterno del governo, anche se sempre con un piede sulla porta, pronto a tornare al servizio pubblico o al lavoro nel partito.

Dopo aver lasciato il partito con tale clamore, la scorsa settimana, Chesnakov sembra aver ormai chiuso la porta a Russia Unita (la metafora che ha in seguito utilizzato è stata proprio “tagliare i ponti”).

In quattro diverse interviste (tutte del 22 maggio), Chesnakov ha espresso “divergenze stilistiche” con Russia Unita, che riguardano evidenti difetti procedurali sui metodi utilizzati dal partito nella stesura delle iniziative legislative. In tutte le interviste, ha sottolineato la necessità di un sistema bipartitico che sottoporrebbe Russia Unita alla competizione necessaria alla sua vitalità.

Alcune delle sue affermazioni mancano tuttavia di una certa coerenza. Ad esempio, Chesnakov sostiene in alcuni commenti a Kommersant e Moskovskii Komsomolets che il micromanagement del Cremlino renda inefficiente Russia Unita, mentre ha dichiarato su Slon.ru che uno degli sforzi legislativi più malriusciti del partito (il divieto di adozioni da parte degli USA) sia stato progettato esclusivamente dal Segretario Generale di Russia Unita Sergey Neverov.

Il nido d'api di RuNet 

Il giorno in cui Chesnakov ha annunciato la sua uscita da Russia Unita, gli utenti di LiveJournal hanno aggiunto alle polemiche due accuse separate (ancorché dubbie). In primo luogo, il blogger Mikhail Antonov ha ottenuto e pubblicato lo screenshot dei post degli amici di Facebook di Chesnakov del 22 maggio. Ciò che ha colpito l'attenzione pubblica è stata una lunga e fiorita descrizione dell'esperienza culinaria in un ristorante di Parigi. Mentre Chesnakov ha in seguito riferto che il post riguardava una precedente visita in Francia, alcuni dei suoi detrattori si sono affrettati a confrontare le sue dimissioni al viaggio all'estero di Surkov alla London School of Economics, durante il quale Surkov ha criticato gli investigatori federali, forse ponendo le basi per la propria estromissione. “Questa è probabilmente una nuova tendenza, fare dichiarazioni politiche all'estero” ha scherzato con i media Olga Batalina (successore di Chesnakov come vice segretario di RU).

In due post datati 22 e 24 maggio, il blogger Viktor Levanov ha esplorato le prospettive di Chesnakov come forza politca indipendente, presupponendo che avrebbe dovuto compensare la sua poca fama pubblica attraendo facoltosi sponsor. Facendo un passo oltre, Levanov vagheggiava di alcune tenui connessioni tra Chesnakov e Dmitri Kuznetsov, il direttore generale della compagnia aerea SkyJet. Dopo queste speculazioni apparentemente senza fondamenti, Levanov, con telefonate e richieste di informazioni scritte, ben presto ha pubblicato le immagini dei dati degli azionisti di SkyJet e un'altra impresa chiamata SkyPoint, mostrando come Chesnakov sembra avere un ruolo in entrambe le società (Chesnakov ha risposto il 24 maggio, negando ogni ruolo attuale nelle compagnie aeree di Kuznetsov, spiegando che le immagini di Levanov erano vecchie di almeno un anno, e che non possedeva più alcuna azione SkyJet).

Società civile contro “siloviki”

Il think tank di Chesnakov, TsPK, era solito pubblicare sul proprio sito promemoria settimanali sulla politica interna russa. Questi sommari spesso provocavano ondate di pettegolezzi nella società russa, come accadde con il memo dell'agosto 2011 che speculava sull'intenzione di Putin di togliere potere a Igor Sechin, capo dei suoi “siloviki” (tutte le prove indicano che in realtà è andata diversamente). L'ultimo post settimanale del TsPK, è uscito all'inizio di ottobre 2012. Poco dopo, il sito è stato chiuso per “ricostruzione”, e così è rimasto fino ad oggi.

Il 22 maggio 2013, Chesnakov ha dichiarato al Kommersant che avrebbe accolto il suo nuovo status bipartisan pubblicando attraverso TsPK una serie di scritti politici sui rischi che affronterà il sistema politico russo nei prossimi anni di presidenza Putin. Il 28 maggio ha annunciato la prossima uscita di 12 articoli sugli ostacoli che Russia Unita dovrà affrontare. Il contenuto, tuttavia, apparirà sul progetto parallelo di TsPK, il periodico online Topical Commentary.

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