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India: aumentano le violenze sui bambini in Kerala

Categorie: Asia meridionale, India, Citizen Media, Diritti umani, Giovani

Si torna a parlare della regione sud-occidentale del Kerala [1][it] per l'ennesimo caso di abuso sui minori. Si registra, infatti, un gran numero di violenze perpetrate a loro danno, i cui autori non sono altri che i genitori.

Shafiq, cinque anni, lotta contro la morte in un ospedale del Kerala a causa di fratture agli arti, ustioni di primo grado e gravi lesioni riportate al cervello e ai polmoni. E’ stato torturato da suo padre e dalla nuova moglie, i quali sono stati arrestati dalla polizia. I dottori prevedono solo un 25% [2] [en, come tutti i link tranne ove diversamente indicato] di possibilità di sopravvivenza.

Shafiq è di Kumily, regione agricola nel distretto di Idukki, Kerala, e il giornale “The Hindu” sottolinea come il suo non sia un caso isolato. Inoltre, ChildLine [3], l'unico servizio telefonico in India che offre gratuitamente e ininterrottamente aiuto ai bambini in difficoltà, segnala che il fenomeno dei maltrattamenti sui minori dilaga nella regione [4] e che continui abusi si verificano regolarmente tra le famiglie nelle aree urbane.

By Thorsten Vieth from Bangalore, India [CC-BY-SA-2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons [5]

Foto scattata da Thorsten Vieth,  Bangalore, India [CC-BY-SA-2.0], via Wikimedia Commons

Tempo fa, una bambina di sette anni di nome Adithi è morta dopo essere stata brutalmente picchiata [6] e lasciata morire di fame dal padre e da sua moglie [7], sempre in Kerala. Il caso ha fatto discutere tutta la regione.

Cinque anni fa, il caso di Aromal [8], un bambino incatenato nel giardino della sua casa e costretto a dividere il cibo con il cane, ha scioccato la società per imprimersi nella mente della gente, sconvolta per il livello di crudeltà a cui alcuni genitori sono capaci di arrivare nei confronti dei figli.

Come se non bastasse, di recente si sono verificati anche diversi casi di abusi sessuali [9], sempre a danno di minori, lasciando attonita non solo la regione del Kerala ma l'intera India.

In risposta a questo dilagare di violenze e abusi sessuali contro i minori [9], M.N. Muneer, Ministro per il welfare, ha fondato un “osservatorio sui minori” [10] [hi] che dovrà svolgere un ruolo determinante nella segnalazione di questi casi direttamente alle autorità. Inoltre, il governo del Kerala ha ordinato alle scuole di denunciare ogni caso di abuso, anche se verificatosi al di fuori dell'istituto, e di adottare misure di pronto soccorso. Anche agli ospedali è stato chiesto di esaminare attentamente i bambini in caso di sospetti maltrattamenti e torture.

In india sono tanti a non conoscere i diritti dei minori, e molti genitori biologici credono di godere di un diritto di proprietà nei confronti dei loro figli. Ecco perché, molti indiani, sono rimasti perplessi quando l'anno scorso la Norvegia ha condannato una coppia di genitori di origine indiana [11] per aver picchiato il figlio di sette anni con una cinta e per avergli dato fuoco.

Eppure l'India è firmataria della Dichiarazione ONU dei diritti del fanciullo del 1959 [12] [it], nonché della Dichiarazione mondiale per la sopravvivenza, la protezione e lo sviluppo dell'infanzia [13][it]. Ha inoltre deciso di adottare, mediante una risoluzione dell'aprile 2013, una Politica dell'infanzia [14] che, in linea con le previsioni costituzionali, prevede la creazione di servizi adeguati dedicati ai minori, da erogarsi sia prima sia dopo la nascita, così come durante la fase di crescita, al fine di assicurare loro un completo sviluppo psichico, fisico e sociale. Sono inoltre previste delle procedure di monitoraggio per accertare l'implementazione della normativa.

Le misure adottate sembrano, tuttavia, essere insufficienti a causa della convizione culturale secondo cui i bambini vengono considerati di proprietà dei genitori. Anche se le punizioni corporali sono state bandite [15] dalle scuole dell'India, uno studio del 2009 [16] condotto dal Centro di ricerche cliniche ed epidemiologiche nel Thiruvananthapuram mostra come nel Kerala il 50% dei genitori vi faccia ricorso per educare i figli.

Ad ogni modo, sui social media ci si comincia ad interrogare su queste condotte.

Rejesh O.P. [17] [hi] pone sulla sua pagina Facebook una domanda fondamentale relativa al diritto di proprietà vantato dalla maggior parte dei genitori in India:

കുട്ടികൾ മാതാപിതാക്കളുടെ സ്വകാര്യ സ്വത്താണോ ? എന്റെ മക്കളെ ഞാൻ തല്ലും കൊല്ലും നീയാരാ ചോദിക്കാൻ ഈ ചോദ്യത്തിന് ഒരു കുഴപ്പമുള്ളതായി സമൂഹത്തിനു ബോധ്യപെടാത്തിടത്തോളം ‘ഷഫീക്’ ആവർത്തിക്കപെടും

E’ giusto considerare i propri figli come proprietà privata? Se la cultura resterà quella per cui ci si sente in diritto di poter torturare o addirittura uccidere i propri figli, allora domande come questa non saranno considerate mai legittime e bambini come Shafiq continueranno ad essere torturati.

Sonia Elizabeth Padamadan [18] [hi] scrive sul suo profilo Google Plus:

തനിക്കു താഴെ ഉള്ളവർ തന്നെ പോലെ തന്നെ ജീവിക്കാൻ അവകാശം ഉള്ളവർ ആണ്. തനിക്കു തോന്നും പോലെ എടുത്തു പെരുമാറാൻ ഉള്ളതല്ല എന്ന് ആണ്, തന്നെ പോലെ തന്നെ എല്ലാ അവകാശങ്ങൾ ഉള്ളവർ ആണെന്ന് നമ്മൾ എന്ന് മനസ്സിലാക്കും ആവോ ?

Quand'è che la gente comincerà a rendersi conto che tutti hanno il diritto di godere di eguali diritti, anche i bambini di cui i genitori dovrebbero prendersi cura?

L'imprenditore Boaz Chacko (@boazbchacko [19]) ha scritto un tweet in cui esorta all'emanazione di più leggi che possano prevenire gli abusi sui minori.

I legislatori del Kerala devono prestare attenzione a quello che sta accadendo. Shafeeq, deve lavorare sulle leggi per prevenire gli episodi di abusi sui minori.

Rames Chandra (@amoli09 [22]), un ispettore della polizia in pensione, chiamato per arrestare dei genitori che avevano abusato dei propri figli:

Ci si augura una pronta ripresa del povero bimbo di cinque anni, nel frattempo i genitori sono stati arrestati [23]

Alka Lamba (@alkalambaaicc [26]), ideatrice della fondazione Go India, una ONG che promuove la tutela dei giovani sia nelle campagne sia nelle città, ha posto una domanda che si è impressa nelle menti di tutti:

E’ possibile definire “padri” e “madri” persone di questo genere? Si comportano come dei demoni :(“@ndtv [27]: un bambino di cinque anni del Kerala è in ventilazione assistita dopo i maltrattamenti subiti dal padre e della madre adottiva

D'altro canto, l'utente Twitter di nome Pavan (@pavankajhonka [29]) prende in giro il fin troppo celebrato alto tasso di alfabetizzazione vantato dal Kerala:

@ndtv [27]: un bambino di cinque anni del Kerala è in ventilazione assistita all'ospedale dopo essere stato torturato dal padre e dalla madre adottiva”. E questa la chiamano “alfabetizzazione” @BaggadBilla [31]

Questi orribili casi di bambini torturati a morte dimostrano l'urgente necessità di un'educazione ed un cambiamento culturali. Se si usa la violenza per crescere i bambini nella società, cosa ci dice questo della società?