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Brasile: come risolvere la crisi della mobilità urbana?

Categorie: America Latina, Brasile, Ambiente, Citizen Media, Salute, Sviluppo

Le recenti manifestazioni [1]  [pt, come i link successivi] che in Brasile hanno attirato migliaia di persone nelle strade, relative alla qualità dei servizi pubblici e all'aumento dei trasporti, hanno fatto in modo che la mobilità urbana meritasse un un posto di rilievo nel calendario politico, rivelando una possibile crisi del settore.

Jaime Waisman, docente di Trasporti Pubblici della Scuola Politecnica dell'Università di San Paolo, commenta [2]:

Essa crise existe e há bastante tempo. Cidades de menor porte estão aumentando progressivamente esses deslocamentos e isso reflete numa queda da mobilidade urbana. De acordo com Waisman, um transporte público caro e de má qualidade gera um processo de exclusão social, cujo reflexo recai sobre a lentidão das cidades deixando-as menos interessantes para investimentos por causa da redução progressiva da mobilidade.

Questa crisi esiste già da diverso tempo. Le città di minor portata stanno aumentando progressivamente questi spostamenti, e ciò riflette una riduzione della mobilità urbana. Un mezzo pubblico costoso e di cattiva qualità genera un processo di isolamento sociale, che si riflette sulla lentezza delle città, provocando scarso interesse in investimenti futuri.

È evidente come la legge sia stata accantonata, dato che solo 15 degli oltre 5000 municipi brasiliani hanno concluso i progetti previsti dalla Legge [3] di Mobilità Urbana (12.587/12). La norma inserita da gennaio 2012, stabilisce che le città con più di 2000 abitanti devono predisporre un piano di mobilità entro il 2015. Greenpeace sta attuando una campagna [4] online per monitorare quelle che stanno sviluppando progetti.

Il trasporto individuale

Trânsito no túnel da Anhangabaú, SP, foto de Ze Carlos Barretta, do Flick sob licença Creative Commons, tirada dia 5 de julho de 2012. [5]

Traffico nel tunnel di Anhangabaú a San Paolo. Foto di Ze Carlos Barretta su Flickr, con licenza Creative Commons, scattata il 5/7/2012.

La politica del governo sugli investimenti per la mobilità ha generato danni socioambientali ed economici al Paese. Ad aprile scorso, il Dipartimento Nazionale di Circolazione (Denatran [6]) ha registrato un traffico di 77,8 milioni di veicoli, tra automobili, camion, bus, autocarri e motocicli. Nel 2011 erano 70,5 milioni. L'aumento di circolazione riflette [7] la qualità della vita della popolazione. Ricerche dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dimostrano che il 30% degli abitanti della Regione metropolitana di San Paolo, la più grande della Nazione, presenta casi di individui con disturbi mentali causati dal ritmo frenetico della città e stress da traffico.

Un'indagine [8] effettuata dal ricercatore e professore di Urbanistica, Juciano Martins Rodrigues, pubblicata a settembre 2012, sostiene che oltre l'aumento della flotta di veicoli, e di conseguenza l'aumento degli imbottigliamenti e del tempo di spostamento nelle città, l'altra faccia della crisi della mobilità si riferisce all'efficienza, sicurezza e gestione dei mezzi pubblici:

E nesse sentido o Brasil também vai mal. (…) O principal problema é a ineficiência da gestão pública na área da mobilidade urbana, devido sobretudo à falta de transparência, clareza em termos de aplicação de recursos e respeito à população que paga tributos, porém não recebe serviços seguros e eficientes de transporte.

Anche in questo senso il Brasile va male. (…) Il problema centrale è l'inefficienza della gestione pubblica nelle aree di mobilità urbana, dovuto in particolar modo alla mancanza di trasparenza e chiarezza ai termini dell'applicazione delle risorse, e la mancanza di rispetto per i cittadini che pagano le tasse ma non ricevono le garanzie di servizi funzionali.

Metrô SP, Foto de Kazzttor, do Flick, com licença Creative Commons [9]

Metro a San Paolo: “Affollamento, ritardi continui, soprattutto nelle ore di punta. Un (mal) governo statale che non investe né cerca soluzioni ai problemi delle persone”. Foto di Kazzttor su Flickr, con licenza Creative Commons.

Il docente dell'Istituto di Economia della Unicamp, Eduardo Fagnani, afferma [10] che:

O problema é que nunca tivemos uma política nacional com gestão de transporte público compartilhada, entre os três níveis de governo nos últimos 60 anos. Essa questão precisa ser enfrentada.

Il problema è che negli ultimi sessant'anni, non abbiamo mai avuto una politica nazionale sulla gestione dei trasporti pubblici condivisa tra i tre livelli del governo. Questo tema deve essere affrontato.

I dati del governo federale stimano la liberalizzazione [11] di 50 miliardi di Reais in investimenti nel settore come risposta ai bisogni della società. La metà dei finanziamenti, però, sono già stati richiesti da 3 dei 26 Stati del Brasile. Solo le richieste degli Stati di San Paolo, Rio de Janeiro e Bahia per la realizzazione di opere di mobilità urbana, ammontano a 25 miliardi di Reais [12].

In un articolo intitolato: “La Mobilità Urbana smuove miliardi di dollari ed è territorio fertile per la corruzione in tutto il mondo”, l'ambientalista Lincoln Paivae, consulente di Mobilità Sostenibile, ha richiamato l'attenzione sul fatto che  [13]di tanto in tanto emergono casi di corruzione che coinvolgono le offerte private del sistema di trasporto in Brasile”:

(…) muitos deles acabam se confirmando, alguns são arquivados  por falta de provas, outros  resultam  na paralisação da construção da obra, com prejuízo direto para a população. No entanto, o que se observa é que não há punição para os envolvidos, empresas continuam fazendo negócios com os governos ou em PPP’s (parceria-público-privada) e pessoas  seguem por aí trabalhando em governos, nas empresas ou em consultorias privadas.

(…) molti finiscono confermandosi, altri sono archiviati per mancanza di prove, altri ancora restano fermi nella paralizzazione della costruzione dell'opera, con dissensi diretti da parte dei cittadini. Intanto ciò che emerge è che non vengono presi provvedimenti per quelli coinvolti, le aziende continuano e fare affari con i governi nel PPP (Partneriato Pubblico e Privato) e la gente continua a lavorare al governo, nelle imprese e in uffici privati.

Alla ricerca di una soluzione  

Poiché il Brasile affronta la mancanza di un progetto di mobilità urbana, e va a rilento con una legge che non è stata pensata per la maggior parte delle città, le soluzioni  [14]adottate dalle grandi metropoli europee ed americane includono investimenti nelle linee delle metro, introduzione di pedaggi urbani [15] nelle zone centrali per riscuotere somme da poter investire nel miglioramento del trasporto pubblico, ingrandimento di piste ciclabili e tratti riservati ai bus.

Nel blog Pianeta Sostenibile, Mariana Viktor elenca una serie di soluzioni [16] che possono essere applicate per il miglioramento della mobilità urbana. Tra le altre, include la divisione in sicurezza tra i tratti dei pullman e quelli dei ciclisti, e l'integrazione tra le piste ciclabili e il trasporto pubblico; la partecipazione alle delimitazione di piani di mobilità delle città; impiego di autostop solidali, e di preferire le proprie gambe ad altri mezzi di trasporto per fare attività fisica; infine consiglia di cercare di poter svolgere la maggior parte del lavoro da casa.

Nell'attesa di investimenti, alcuni attivisti iniziano a rendere più umane le grandi metropoli con incentivi all'uso delle biciclette. Il video prodotto dal movimento Vá de Bike [17] (usa la Bike), mostra il rapporto tra i ciclisti [18] e la città di San Paolo: