Un movimento indiano che promuove la bellezza di ogni colore della pelle si sta scontrando contro l’ossessione per la pelle chiara [1] [en, come gli altri link, salvo diversa indicazione] del paese.
“Scuro è Bello [2]“, una campagna fondata nel 2009 da un gruppo di donne [3], è un movimento che nel 1013 è cresciuto molto, soprattutto da quando la premiata attrice e regista Nandita Das [4] [it] è diventata portabandiera della campagna. Das, che ha denunciato [5] i pregiudizi contro la pelle scura emersi negli ultimi anni, ha promosso attivamente la causa del movimento con una serie di interviste [6] rilasciate attraverso i social media e i canali di informazione tradizionale.
In India, il desiderio di avere una pelle più chiara è alimentato dalla crescente convinzione che la pelle scura sia sgradevole ed esteticamente inferiore. La pelle chiara non è soltanto ritenuta un segno inequivocabile di bellezza, ma persino un elemento essenziale per ottenere autostima, successo e felicità.
Le case produttrici hanno subito approfittato di questa mania vendendo creme, lozioni, saponi, cosmetici e prodotti per l'igiene personale che garantiscono effetti schiarenti sulla pelle. Secondo la rivista The Atlantic [7], in India, la cosiddetta industria della bellezza incassa più di 400 milioni di dollari americani l'anno, molto più della Coca Cola o dei produttori di tè. Alcuni anni fa, su Facebook, una app che promuoveva prodotti per lo schiarimento della pelle ha scatenato numerose controversie (Si veda il Global Voices report [8]).
Nonostante il resto del mondo pensi che la maggior parte degli indiani abbiano la pelle scura, la comunità Bengalese dell'India è arrivata a definire in modo molto accurato le gradazioni di colore della pelle. Si va pertanto dalle pelli ‘molto chiare’, ‘leggermente chiare’, ‘doodhe-aalta’ (un particolare termine Bangla usato per descrivere un incarnato rosato, un rosa ottenuto versando una goccia di vernice rossa nel latte), ‘color del grano’, dalla ‘bellezza chiara e luminosa’ al cupo ‘ujjwal shyambarna’ (un altro termine particolare che si riferisce alle pelli scure dotate di una sfumatura grigio-bluastra, molto simile a quella tradizionalmente associata all'iconografia di Vishnu/Krishna), fino al ‘koochkooche kaalo’ o alla pelle color carbone.
Di recente, tuttavia, sono notevolmente aumentati gli appelli a liberarsi dai pregiudizi sul colore della pelle e a guardare a una nuova, complessiva definizione di bellezza, scevra da preconcetti che legano stima e successo al colore della pelle. La campagna “Scuro è Bello” motiva le necessità di un cambiamento:
Scuro è Bello è una campagna di sensibilizzazione che cerca di attirare l'attenzione sulle conseguenze negative portate dai pregiudizi sul colore della pelle e celebra la bellezza e la diversità di tutte le carnagioni.
Promossa nel 2009 da Women of Worth, la campagna sfida la convinzione che il valore e la bellezza degli individui (sia in India che nel resto del mondo) siano determinati dal colore della pelle. Questa convinzione, modellata dall'opinione sociale e rinforzata dai messaggi mediatici, intacca il valore individuale di innumerevoli persone, sia giovani che anziane.
La campagna è stata promossa attivamente attraverso i social media e ha catturato l'attenzione dei media tradizionali [10].
Il messaggio lanciato su Twitter suona forte e chiaro:
Diciamo NO alla Stupidità e alla Discriminazione per il colore della pelle… http://t.co/NiWGttKykl [11]
— Scuro è Bello (@disbcampaign) 10 agosto 2013 [12]
Come parte della campagna, il 15 agosto 2013 è stato rilasciato un video [13] che invita gli Indiani a “celebrare il giorno dell'Indipendenza con 1,2 miliardi di sfumature di bellezza”.
Questo è il link al video [14] pubblicato dalla campagna “Scuro è Bello” per celebrare la diversità dei colori della pelle in India:
In rete la campagna ha stimolato numerose discussioni. I messaggi su Twitter rispecchiano alcuni dei pensieri degli indiani – che vanno dai dibattiti sulla concezione di bellezza e sull'uso dei prodotti schiarenti, alla speranza che la campagna riesca a cambiare in meglio l'idea di bellezza della gente e si possa attenuare il pregiudizio legato al colore della pelle.
Da Kolkata, Sandip Roy (@sandipr [15]), editore culturale per Firstpost.com, scrive:
66 anni dopo l'Indipendenza, l'India brama ancora Chiaro e Adorabile, non Scuro è Bello. Sembra la storia di Davide contro Golia http://t.co/QU1bCcWkP6 [16] via @kalw [17]
— Sandip Roy (@sandipr) 14 agosto 2013 [18]
Parul Batra (@parul_batra [19]), ingegnere elettronico, consulente manageriale ed esperto di salute mondiale, ricorda agli utenti di Twitter che l'industria dei prodotti di bellezza è una grande macchina economica:
Il mercato delle creme di bellezza, in India, incassa 432 milioni di dollari, molto più della coca cola o del tè. Finiamola con questa stupida ossessione. Sosteniamo http://t.co/A4fZGZDK8h [20]
— Parul Batra (@parul_batra) 16 agosto 2013 [21]
Da Mumbai, il regista Shekhar Kapur (@shekharkapur [22]) accusa anche le campagne pubblicitarie:
Le creme di bellezza si limitano a soddisfare una domanda o cercano, con le loro pubblicità, di creare malcontento per il colore della nostra pelle? Stanno creando la domanda.
— Shekhar Kapur (@shekharkapur) 13 agosto 2013 [23]
Da Delhi, il giornalista e scrittore Madhavan Narayanan (@madversity [24]) scrive:
Le creme scurenti comportano chiare critiche. Le creme schiarenti si prestano all'umorismo nero.
— Madhavan Narayanan (@madversity) 19 agosto 2013 [25]
Cognitive Dissonance (@_HJ86 [26]) da Mumbai fa notare l'ipocrisia delle pubblicità delle creme schiarenti:
Viviamo in un mondo in cui le creme schiarenti vengono fortemente pubblicizzate e poi ci si aspetta che la gente non diventi razzista per il colore della pelle @madversity [24]
— Cognitive Dissonance (@_HJ86) 19 agosto 2013 [27]
Da Trivandrum, Lilly (@lillyvgp [28]) nutre grandi speranze:
Spero sinceramente che la campagna di Nandita Das, “Scuro è Bello” raccolga un grande successo, così che almeno i miei pronipoti non debbano avere a che fare con il razzismo.
— Lilly (@lillyvgp) 15 agosto 2013 [29]
La campagna “Scuro è Bello” sta cercando di coinvolgere attivamente i rivenditori e i produttori dei prodotti schiarenti, esortandoli ad abbandonare [7] le pubblicità “ingiuste”, che suggeriscono che la pelle chiara sia sinonimo di successo. La campagna ha anche promosso una petizione online per invitare l'azienda cosmetica Emami a ritirare il suo ultimo spot commerciale per la crema Fair & Handsome [31] (Chiaro e Bello), in cui compare la stella di Bollywood Shahrukh Khan, ambasciatore del prodotto. Secondo i leader della campagna:
Questa petizione è l'ultima iniziativa della campagna “Scuro è Bello [32].” Attiva dal 2009, la campagna invita donne e ragazze a cercare la “Bellezza Oltre il Colore” [33]. Adesso, con questa petizione su change.org, ci stiamo rivolgendo anche agli uomini e ai ragazzi a cui vengono dirette le pubblicità “ingiuste”.
Ulteriori informazioni sulla petizione possono essere trovate qui [34]. Seguite il blog [33], e le pagine di Twitter [35] e Facebook [36] della campagna.