- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

Guatemala: popolazioni indigene chiedono la verità sul massacro di Nacahuil

Categorie: America Latina, Guatemala, Ambiente, Citizen Media, Diritti umani, Guerra & conflitti, Indigeni

San Jose Nacahuil, un piccolo villaggio nelle vicinanze di Città del Guatemala con una popolazione a maggioranza Maya-Kaqchikel [1] [en, come gli altri link eccetto dove diversamente indicato] ha occupato nel primo fine settimana di settembre i titoli della stampa internazionale [2] in seguito all'uccisione di 11 persone ed al ferimento di altre 28 avvenuto il 7 settembre.

Secondo quanto riportato dai media, i principali sospetti sarebbero alcuni poliziotti corrotti o la guerra tra bande. Gli omicidi si sono verificati in due cantine e nelle strade vicine, ma per ora non è stato arrestato nessuno. Le autorità jhanno confermano i sospetti circa la guerra tra bande [3] [es].

Le comunità indigene, però, si stanno opponendo alle ipotesi proposte dal governo e chiedono l'apertura di un'indagine, come richiesto in un comunicato stampa [4] della comunità Kaqchikel di San Jose Nacahuil e di altre organizzazioni:

Vogliamo informare la comunità internazionale ed il paese del massacro avvenuto il 7 settembre 2013 alle 23:00 contro la comunità Kaqchikel di San Jose Nacahuil, nel municipio di San Pedro Ayampuc.
San José Nacahuil è una comunità di indigeni Kaqchikel, che ha le proprie forze dell'ordine e la presenza della polizia non è mai stata necessaria. È l'unico villaggio Maya ed è la più ampia comunità di San Pedro Ayampuc. Nacahuil si è schierata in difesa del suo territorio contro le minacce che si sono presentate. Tra gli esempi c'è quello della TRECCSA, la compagnia di distribuzione dell'elettricità, la comunità è entrata in azione evitandone il passaggio, e quello de La Puya, dove un movimento pacifico si sta opponendo alle compagnie minerarie.

Il comunicato prosegue:

Non condividiamo per nulla la dichiarazione del Ministro degli interni che accusa le bande criminali, perché la denuncia è assolutamente falsa. È prematuro fare dichiarazioni senza aver neppur iniziato un'indagine.

Ci rivolgiamo alle comunità, alle organizzazioni nazionali ed internazionali per chiedere solidarietà verso la popolazione Kaqchikel di San José Nacahuil rispetto a questi atti criminali che hanno fatto entrare l'intera comunità in lutto.

Il comunicato stampa di San Jose Nacahuil [5] [es] sottolinea come i leader locali avessero denunciato l'aumento della presenza della polizia ormai dal 31 agosto 2013, e come le organizzazioni per i diritti umani abbiano ignorato le richieste di interverno a loro giunte. I notiziari locali hanno riportato che la polizia ha chiesto nomi e documenti di chi si trovava nelle cantine poche ore prime del massacro, ed il Ministro degli interni ha poi confermato la notizia.
Su Twitter, l'utente @chapinesxGuate scrive:

Le versioni ufficiali vanno contestate finché non vengono confermate

E la giornalista Claudia Palma ha condiviso questa foto due giorni dopo l'omicidio:

Abitanti di San José Nacahuil si dirigono al cimitero locale

Mentre le indagini non sono ancora iniziate e non è stato arrestato nessun sospetto, la comunità aspetta risposte in un clima di crescente paura.

La gente del posto non è nuova a situazioni di violenza; gli scontri legati ai progetti minerari si sono intensificati mentre le aggressioni hanno preso la forma di minacce e violenze fisiche. Mentre la comunità lotta contro le compagnie minerarie e la militarizzazione, accusare le bande o i narcotrafficanti potrebbe costituire una nuova minaccia per gli attivisti delle campagne e delle comunità indigene, in quanto potrebbe rivelarsi una scusa per giustificare nuovi atti di repressione.

FrontLine Defenders [12] ha raccontato altri due casi recenti:

Nella mattinata del 10 luglio 2013, sono stati sparati diversi colpi fuori dalla casa della signora Telma Yolanda Oquelí Veliz del Cid [13], leader del Frente Norte del Área Metropolitana (FRENAM – Fronte nord dell'area metropolitana), un movimento di membri della comunità che difende la terra dalla potenziale espansione delle attività minerarie a San José del Golfo e San Pedro Ayampuc, nel Dipartimento di Guatemala. L'incidente è avvenuto poco dopo l'omicidio del difensore di diritti umani Santos Fidel Ajau Suret, mentre tornava dal sit-in pacifico a cui aveva partecipato, organizzato contro il progetto minerario nel villaggio di La Puya.

Rights Action ha scritto un articolo sulla resistenza da parte della comunità [14] alle miniere:

A partire dal marzo 2012 i membri della comunità guatemalteca dei municipi di San José del Golfo e San Pedro Ayampuc hanno richiesto che vengano cancellate le licenze di sfruttamento delle compagnie minerarie americane Kappes Cassidy and Associates’ (KCA’s) nella regione montuosa di Tambor (in origine di proprietà e gestita dalla compagnia mineraria canadese Radius Gold Inc.). Durante gli ultimi 16 mesi alcuni membri della comunità hanno partecipato a blocchi stradali subendo spesso la violenta e sistematica repressione organizzata dalle compagnie minerarie, dai membri della comunità favorevoli alle miniere e dal governo.

Le Brigate di pace internazionale hanno pubblicato [15] [es, PDF] il racconto della resistenza pacifica a La Puya, una comunità che sta cercando di resistere alla militarizzazione ed al controllo poliziesco del loro villaggio creando la propria forza di polizia [16].

Le organizzazioni indigene hanno lanciato una petizione [17] con la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR) in cui sostengono che il governo guatemalteco sostiene apertamente e difende il settore minerario, approvando leggi che ne favoriscono in modo scorretto l'industria.

Rights Action è preoccupata che [18] la violenza e la repressione perpetrate per difendere gli interessi delle compagnie minerarie diventino una prassi politica nella regione:

Negli ultimi anni solo in Honduras, Guatemala e in El Salvador si sono verificati numerosi omicidi, attacchi armati, violenze da parte delle bande e altri atti di repressione contro gente del posto, tutti legati alle compagnie minerarie canadesi-americane: Hudbay Minerals, Goldcorp Inc, Pacific Rim, Tahoe Resources, Radius Gold, KCA Associates.

Le repressioni e le violenze proseguiranno finché i cittadini nordamericani non protesteranno a sufficienza contro i nostri governi, media, compagnie e investitori, in modo da renderli legalmente e moralmente responsabili di queste violenze e violazioni.