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Hong Kong: l'espansione sta uccidendo l'industria locale della pesca

Categorie: Asia orientale, Hong Kong (Cina), Ambiente, Arte & Cultura, Citizen Media, Storia, Sviluppo

“Una volta Hong Kong era un villaggio di pescatori [1],” [en, come tutti i link successivi] questa è la risposta data a chiunque faccia domande sul passato storico di Honk Kong. Ma la città nasconde ancora dei pescatori, che hanno visto la progressiva regressione del mare intorno a Hong Kong nel corso degli ultimi dieci anni. Le autorità stanno infatti spingendo l'espansione attraverso la bonifica, e cioè trasformazione di masse d'acqua in terreni edificabili.

Urban Diary, un giornale online di Honk Kong, ha realizzato di recente un reportage di storia orale dal titolo Il Discorso dei Pescatori [2] consacrato allo sviluppo della città di Honk Kong secondo il punto di vista di due pescatori locali.

Il progetto di storia orale di Urban Diary è accompagnato da un cortometraggio, realizzato da Fredie Chan, un regista di documentari indipendenti del posto.

Il direttore del progetto, Chloe Lai, presenta così i due pescatori nell'introduzione

Big Lai e Yiu Gor sono pescatori da più di cinquant'anni e le loro famiglie pescano a Hong-Kong da almeno tre generazioni. Questi due uomini sono stati testimoni e hanno subito personalmente le conseguenze dello sviluppo delle bonifiche sulla comunità dei pescatori di Hong Kong.

Ho imparato da loro che il principale responsabile del rapido declino della pesca e della sparizione dei pesci è la bonifica.

 

60 year-old Big Lai still catches fish everyday. Urban Diary. Permission to use.

Big Lai, sessantenne, continua a pescare ogni giorno. Urban Diary. Autorizzazione all'utilizzo concessa.

 

Big Lai, 60 anni, nato da una famiglia di pescatori, pesca da quando ha imparato a camminare. Non è mai andato a scuola ma ha molto da raccontare delle esperienze della sua vita. Nell'intervista con Urban Diary esprime così il suo dissenso:

Hong Kong era un villaggio di pescatori. Sembra che il nostro governo abbia dimenticato le proprie radici. Nessuno dei nostri politici si occupa dell'industria della pesca; in definitiva ci stanno facendo scomparire.Questa ossessione di bonificare per guadagnare con il mare sta distruggendo l'ecosistema marino. La vita è dura per i pescatori e i guadagni sono minimi. I pescatori più giovani hanno quarant'anni e non abbiamo giovani reclute. Quando quelli della mia generazione andranno in pensione i pescatori non esisteranno più.

L'immobiliare di Hong Kong ha i prezzi più alti al mondo, a causa del forte flusso finanziario sul mercato, proveniente dalla Cina Continentale. Visto che il governo considera la bolla immobiliare [3] della città un problema dovuto alla mancanza di spazio costruibile, piuttosto che un'anomalia di mercato e una ripartizione disequilibrata delle risorse, nel 2012 il Ministero delle Terre ha identificato 25 potenziali siti [4] a Hong Kong da bonificare. Se la proposta andasse a buon fine, il mare morirebbe. Big Lai ne spiega l'impatto ecologico:

[…] i terrapieni creano delle dighe verticali, il che significa eliminare le baie.I pesci giovani e le altre creature marine hanno bisogno di un ambiente calmo e sicuro per svilupparsi. Le baie sono essenziali alla sussistenza dell'ecosistema marino.

Effettivamente, le distruzioni ambientali verificatesi dagli anni 90 sono state numerose, come sottolinea Chloe Lai nell'intervista:

L'isola artificiale per l'aereoporto di Chek Lap Kok ha occupato da sola più di 18 km del litorale costiero negli anni 90. Poco tempo dopo il progetto del Disneyland hongkongonese si è appropriato di 2,8 km² di terra della costa di Lantau. Big Lai non va più a Lantau a pescare.

Land Reclamation in Hong Kong. Photo from Urban Diary. Permission to use.

Costruzione dei terrapieni a Hong Kong. Foto da Urban Diary. Autorizzazione all'utilizzo concessa.

A differenza di Big Lai, che continua a pescare ogni giorno,Yiu Gor ha abbadonatoil lavoro di pescatore all'età di 18 anni ed è diventato marinaio poi capitano, fino alla pensione dieci anni fa.Tuttavia non ha mai smesso di pescare il pesce per sé. Anche lui conferma lo stato di declino della comunità dei pescatori di Hong Kong:

La baia anti tifoni di Causeway ospitava una comunità autosufficiente. Si potevano comprare noodles fritti, congee, ortaggi, serpenti, in questo rifugio.Tutti potevano vivere di pesca. Nei ristoranti galleggianti il popolo delle barche organizzava banchetti di nozze. I vestiti erano l'unica cosa che mancava lì, eravamo costretti ad andare nella terraferma per comprarne di nuovi. Altra gente viveva vendendo spezie alle grandi imbarcazioni in transito a Hong-Kong. Partivano in mare e vendevano cibo e apparecchi elettrici ai marinai.

Yiu Gor still spends most of his time at Causeway Bay Typhoon Shelter. Urban Diary. Permission to use.

Yiu Gor continua a vivere per la maggior parte del tempo nel rifugio anti tifone della baia di Causeway. Urban Diary, foto usate con autorizzazione.

 

Il governo di Hong Kong ha fatto pressioni  sui pescatori affinché vivessero sulla terra piuttosto che sulle barche fin dal 1970 e il rifugio della baia di Causeway è lentamente diventato un parcheggio per yachts. Ma qualche pescatore, come Yiu Gor, continua a voler abitare vicino al mare.

Sebbene all'inizio degli anni novanta il governo offrisse un alloggio pubblico abbordabile a Yiu Gor e alla sua famiglia all'interno della residenza di Yiu Tung di Shau Kei Wan, Yiu Gor continua a vivere per buona parte nella sua barchetta di 5 metri (uno degli 11 battelli che possedeva con la sua famiglia) nel rifugio anti tifoni della baia di Causeway. Spiega “amo vivere in mare. Ho degli amici al rifugio, l'aria è più salutare e più fresca. Non posso respirare sulla terra.