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Iran: la madre di un blogger incarcerato in sciopero della fame

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Iran, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Politica, Protesta
Hossein Ronaghi Maleki and his mother Zoleykha [1]

Hossein Ronaghi Maleki e sua madre Zoleykha sono entrambi in sciopero della fame. Foto dalla pagina Facebook della campagna.

Zoleykha Mousavi è una madre che ha perso la speranza. È la madre di un blogger iraniano incarcerato, Hossein Ronaghi Maleki, che facendo uno sciopero della fame dall'inizio di agosto. La signora  Mousavi ha a sua volta iniziato [2] [en] uno sciopero della fame martedì 20 agosto 2013  per “far sentire la propria voce”.

Hossein Ronaghi Malki [3] [en] sta scontando una pena di 15 anni. Per sostenerlo [4] [fa] è stata lanciata una campagna su Facebook .

La prima cosa che si legge sulla pagina della campagna è: “La vita di Hossein è in pericolo, dovremmo sostenerlo oggi e non parlare di lui come un eroe al suo funerale”.

Un post recente su Facebook informa [1] [fa] che anche la madre di Hossein ha iniziato uno sciopero della fame “perchè le autorità non prestano attenzione allo sciopero della fame indetto da suo figlio e alla sua situazione.”

Lo stesso post incoraggia gli attivisti a non rimanere in silenzio di fronte a questa situazione.

Sono in molti ad essere preoccupati per le condizioni di salute di Hossein in continuo peggioramento, poiché il ragazzo aveva già sofferto [5][en] in passato di problemi renali e alla bocca e ora ha molto dolore. Hossein avevo scritto una lettera in cui descriveva le torture inferte dagli agenti del Ministero dei Servizi Segreti affinché confessasse davanti a un pubblico ministero, ma la lettera è stata confiscata.

Nessuna vendetta

Prima di rientare in prigione dopo un breve permesso, Hossein ha caricato online un video in cui dichiara che per cambiare la situazione del Paese è necessario ricorrere a misure estreme …  bisogna andare avanti, mano nella mano, senza desideri di vendetta. Bisogna costruire con razionalità e gentilezza affinché l’Iran sia libero da qualunque tipo di discriminazione. Ognuno può influenzare il Paese e tutti hanno delle  responsabilità.