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Russia: commenti dei netizen all'intervento pro-Siria di Putin pubblicato dal NYTimes

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Siria, U.S.A., Citizen Media, Guerra & conflitti, Interventi umanitari, Ultim'ora, RuNet Echo
Vladimir Putin, 16 July 2013, Kremlin press service, public domain. [1]

Vladimir Putin, 16 luglio 2013, servizio stampa del Cremlino, dominio pubblico.

Non capita tutti i giorni che il Presidente della Russia dica la sua [2] [en] direttamente dalle pagine del New York Times, ma è successo l'11 settembre, e la blogosfera americana è subito impazzita, cosicché giornalisti e utenti ordinari di internet si sono punzecchiati tra loro attraverso i tweet per stimolare delle reazioni.

All'indomani delle elezioni locali e regionali, molti blogger russi sembrano essere più presi dai problemi di casa loro anziché interessarsi di cosa Putin abbia da dire agli americani.

Ma non tutti hanno ignorato la vicenda, e molti utenti del sito RuNet hanno accolto con favore le dichiarazioni del Presidente, considerandole come necessarie per esibire l'autorità morale russa sul palcoscenico mondiale.

A poche ore dalla pubblicazione dell'articolo scritto da Putin sulla home page del New York Times, il sito di traduzioni online inoSMI.ru ha provveduto a fornirne una versione in russo [3] [ru, come tutti gli altri link salvo diversa indicazione]. Al momento in cui si scrive (12 settembre, N.d.T.), tale traduzione ha ricevuto 476 commenti, la maggior parte dei quali positivi.

L'utente Skuter, per esempio, scrive:

Правильно сделал ВВП. В большинстве амеры понимают и признают всё это. Пусть теперь не только амеры знают, но и Обама знает, что амеры знают. Думаю лишним не будет. А с БОМБАМБАМЫ пузырь вискаря Путину, за сохранение лица…а может и жизни…

[Putin] ha fatto la cosa giusta. La maggior parte degli americani lo comprende e lo riconosce. Ora, non lasciamo che solo gli americani lo sappiano, ma facciamo in modo che Obama sia consapevole che gli americani (già) sanno. Non penso che stia andando tutto all'aria. E bombobama (Obama) deve a Putin una bottiglia di whiskey per avergli salvato la faccia…e forse…la vita…

Un altro utente, di nome zapravdu, scrive alludendo alla teoria del complotto dell'11 settembre:

Великолепное обращение, вот еще бы американский народ его услышал. Потому-как их в их сми постоянно идет прямо-противоположный посыл. Да что говорить, даже о трагедии 9/11 многие имеют лишь поверхностную инфу.

Un pezzo magnifico, il meglio di quello che gli americani hanno potuto sentire, dal momento che si tratta dell'esatto opposto del messaggio passato dai mass media. Perfino durante l'11 settembre molti hanno avuto solo informazioni superficiali.

Non tutti si sono meravigliati dell'eloquenza di Putin. L'utente Namik83 critica la posizione russa del non intervento in Siria, vista la prontezza con cui si sono schierate le truppe nell'Ossezia del sud e in Georgia nel 2008:

очень красивые слова..но когда россия бомбила грузию где было то санкция оон о котором сейчас говорят так много

Proprio delle belle parole… ma quando la Russia ha bombardato la Georgia, dov'erano le sanzioni dell'ONU di cui ora parlano così tanto?

Facendosi portavoce dei sentimenti di molti appartenenti alla comunità LGBT (che ha perso la pazienza nei confronti del Governo russo dopo la recente ondata di norme anti-gay), Anton Krasovsky (un giornalista gay russo che l'anno scorso ha perso il lavoro dopo aver fatto coming out) ha chiesto su Facebook [4] se Putin pensasse anche agli omosessuali quando ha dichiarato che “Dio ci ha creati uguali”.

Su Twitter è chiara la presenza di una botnet [5][it] che celebra l'articolo di Putin, con commenti di lode utilizzando l’ hashtag #PutinForPeace [6] (Putin per la pace). Molti di questi account sospetti, come quello dell'utente Vasilii Kuharev [7], che pubblica relativamente poco, di solito usano hashtag relativi a campagne pro-Cremlino; l'account di Kuharev, per esempio, è stato attivo quattro volte dal luglio 2013, una volta glorificando Putin [8], e le altre tre criticando importanti esponenti dell'oppoizione russa, sempre ricorrendo ad hashtag sospetti.

Se dietro questi sforzi di promozione del pezzo di Putin sul New York Time ci sono le autorità russe, (riconoscendolo quindi come una vittoria delle pubbliche relazioni nei confronti della Casa Bianca), i botnet di Twitter rappresentano di sicuro un'operazione primitiva. Ma i bot non sono l'unico strumento usato sul web russo che cerca di spingere la storia in quella direzione.

Stanislav Apetian, conosciuto anche come Politrash, è un blogger pro-Cremlino che a sua volta ha preso in considerazione l'articolo del Presidente sul New Yourk Times. Apetian ha raccolto dozzine di reazioni positive (così come negative, seppur poche) su Facebook da parte degli americani, le ha tradotte in russo con l'aiuto di un amico e le ha pubblicate [9] su LiveJournal. Il lavoro di Apetian manifesta gli stessi sentimenti che hanno animato la campagna #PutinForPeace (orgoglio per questo chiaro, quanto insolito, colpo alle pubbliche relazioni), senza avvalersi della falsità dei retweet automatici.

E’ ironico, ma pare proprio che la migliore strategia per promuovere reazioni positive sull'articolo di Putin sia quella che sfrutta i netizen americani, e non i russi.