Mentre in Siria sale [ar] il bilancio delle vittime [en, come tutti i link salvo diversa indicazione] e dei profughi, i giovani artisti di talento del Paese esprimono su tela il loro rifiuto di festeggiare l’Eid al-Adha [it], la festività islamica che celebra il sacrificio.
Tra gli ultimi pezzi del musicista Wael Alkak [ar] vi è la “Canzone dell'Eid”, un esperimento sulla musica folkloristica siriana ispirato all'opera “Bon Voyage” di Tammam Azzam [en, ar].
Il testo della canzone è composto da una frase ricorrente che si sviluppa con l'avanzare della canzone.
A seguire la traduzione:
Nessuno può resistere a nessuno,
perché tutti sono tristi.
Nessuno può resistere a nessuno,
perché tutti hanno perso. (x2).Non è rimasto nessuno per resistere a nessuno,
dato che tutti hanno perso.
Non è rimasto nessuno per resistere a nessuno,
dato che sono tutti fuggiti.
La canzone sembra riflettere il sentimento di indifferenza generale nei confronti dell'Eid, e il fatto che il popolo siriano è al limite della sopportazione. Tuttavia, la canzone di Alkak è pregna di quello stesso pessimismo espresso anche da altri artisti siriani. Ecco alcuni esempi:
Altri artisti, invece, hanno affrontato l'aspetto umanitario del problema e si sono concentrati sui profughi:
La scena dell'arte siriana non sarebbe completa senza il contributo degli abitanti di Kafranbel. L'utente Recan ha rilanciato su Twitter il loro ultimo cartello:
Happy Eid from #Syria pic.twitter.com/Fwqo0C9ozI
— Racan (@Racanarchy) October 15, 2013
Felice Eid dalla Siria [Cartello in arabo: “E cento di queste bombe”].
C'è un messaggio dietro queste opere, e dice che la sofferenza della Siria sta soffocando quanto è rimasto della nazione, e c'è bisogno di aiuto. Il noto scrittore Amal Hanano spiega la difficile realtà sopportata dal popolo siriano; ad esempio, per molti non è più neanche possibile permettersi la carne.
Many people in #Syria this year are not slaughtering lambs for Eid. Meat has become a dream commodity to millions.
— Amal Hanano (@AmalHanano) October 14, 2013
Quest'anno in Siria saranno in molti a non sacrificare l'agnello per l'Eid. Per milioni di persone, la carne è diventata un lusso.
È arte che lotta per una causa quella del Syrian Revolution Multimedia Team [ar] che tramite l'uso della grafica esorta la gente a donare il sacrificio dell'Eid alla Siria:
Anche i siriani della diaspora avvertono il dolore del loro Paese, e non se la sentono di celebrare la festività, come riferisce Omar Kuptan:
You just can't buy Eid clothes or even feel anything that has to do with Eid when your country is barely alive. #syria
— Mr.Homsi.أبو شَهِمْ (@OmarKuptan) October 11, 2013
Non puoi andartene a comprare il vestito per l'Eid o sentire l'atmosfera di festa quando il tuo Paese sopravvive a stento.
Altri soffrono la distanza:
Another Eid away from home. #Syria
— Alia Al Baba (@1996Alia) October 14, 2013
Un altro Eid lontano da casa.
Comunque, fra pessimisti e realisti, si leva una voce che augura alla Siria un felice Eid con una raffinata stampa artistica e con colori accesi, a voler dire “passerà anche questa”.
Sì, passerà.
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