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Arabia Saudita: intervista a detenuto scatena controversia su arresti arbitrari

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Arabia Saudita, Citizen Media, Legge, Politica, Religione

Una controversia riguardante il problema dell'arresto arbitrario è emersa dopo che il popolare programma televisivo MBC 8 PM trasmesso un'intervista a Waleed al-Sunani, incarcerato per 18 anni e mezzo a causa delle sue credenze religiose jihadiste ultraconservatrici.

L'intervista è stata registrata a luglio e la messa in onda è stata rimandata due volte. Nell'intervista, al-Sunani ha spiegato perché contesta la sua cittadinanza e la sua lealtà allo stato saudita, descrivendo gli stati moderni come fondamentalmente profani e accusando i regnanti della dinastia Al Saud di essere agenti degli Stati Uniti e nemici dell'Islam. Ha anche confermato il suo sostegno ad Al Qaeda, per quanto riguarda le sue operazioni in Arabia Saudita e la lotta all'occupazione americana dell'Afghanistan e dell'Iraq.

La questione dell'arresto arbitrario ha sempre esposto il governo saudita alle critiche. Fonti indipendenti per i diritti umani affermano che ci sono più di 30.000 detenuti arrestati arbitrariamente [1] [ar, come gli altri link, eccetto dove diversamente segnalato], senza un mandato e senza la possibilità di avvalersi di un avvocato e di un processo. Molti di questi sono stati arrestati durante la grande “guerra al terrorismo” del dopo 11 settembre [2] [en].

Alcuni utenti di Twitter pensano che al-Sunani sia semplicemente l'esatta rappresentazione del Wahabismo, sostenuto dallo stato. Lo studioso di religione Hakem al-Mutiri ha scritto:

Pubblicherò alcune fatwa (editti religiosi) di cento anni fa dei più grandi studiosi del Najdi riguardanti l'arruolamento della gente del Golfo sotto la protezione britannica che confermano come Al ne sia completamente vincolato.

Ha poi proseguito con una serie di fatwa che criticano l'influenza britannica del passato sulla regione del Golfo Persico ed esortano il popolo a resistere.

Il blogger saudita Bader al-Rashed [5] ha scritto su Twitter con tono sarcastico:

Quello che dice Al è ciò che abbiamo studiato (nell'ora di religione). La differenza è che molti studenti scrivevano sui banchi mentre l'insegnate spiegava.

L'editorialista saudita Ibrahim al-Qahtani [7] ha criticato la scelta di una figura ultraconservatrice a sfavore di molti attivisti per i diritti umani moderati, attualmente in prigione, come i membri dell'Associazione saudita per i diritti civili e politici Abdullah al-Hamid [8], Mohammad al-Qahtani [9] e Suliman al-Rushodi [10]:

Prima di lasciare la prigione, vai nelle celle di al-Hamid, al-Qahtani e al-Rushodi. È la tua opportunità di presentarli a ogni singolo saudita e musulmano.

Il blogger saudita al-Rushiad ha commentato:

È piuttosto ovvio che coloro che hanno pianificato questo evento avevano uno scopo, ed è piuttosto ovvio che (il risultato) è andato contro le aspettative.