Bulgaria: aspettando la libertà di stampa

Caricatura dell'ex-primo ministro e dei media di Christo Komarnitzki.  Usata con autorizzazione

Caricatura dell'ex Primo Ministro e dei media di Christo Komarnitzki, usata con autorizzazione

Più di vent'anni dopo l'instaurazione della democrazia in Bulgaria, la nazione dovrebbe ormai essere fuori dal periodo di transizione, almeno per quanto riguarda i diritti basici della democrazia come la libertà di parola e di stampa. Ma non è questo il caso. In base ad alcuni studi recenti [pdf, en, come gli altri link salvo diversa indicazione] e all'opinione pubblica, la Bulgaria è classificata come la nazione con il peggior stato di libertà di stampa tra i paesi membri dell'Unione Europea.

Pochi mesi prima delle dimissioni del suo gabinetto, l'ex-primo ministro bulgaro Boyko Borisov fece un discutibile commento pubblico dopo che il sito web Bivol, un partner di Wikileaks in Bulgaria, aveva pubblicato un documento che si dice rivelasse [pdf] che l'ormai ex-primo ministro era stato oggetto di indagini della polizia negli anni '90. Borisov fece tale commento ai rappresentanti della stampa solo quattro giorni dopo aver annunciato sulla televisione nazionale bulgara che non aveva il controllo dei media del paese:

Quello che [Bivol] ha fatto, potrei farlo ad ognuno di voi qui presenti oggi. Potrei ordinare alle agenzie [governative] di creare prove simili contro tutti i vostri giornalisti, o chiunque.

Accanto ai problemi di corruzione del governo e di disuguaglianza sociale, che prima hanno scatenato proteste di massa quasi subito dopo le nuove elezioni di maggio, poi l'occupazione delle università bulgare da parte degli studenti, i problemi chiave della nazione comprendono lo stato della libertà di stampa in Bulgaria, che ora sembra essere di interesse per l'ordine pubblico.

Il 16 settembre 2013, l'auto della giornalista e copresentatrice bulgara di un popolare programma mattutino della bTV [it], Genka Shikerova, è stata incendiata fuori dalla sua casa a Sofia. La giornalista è nota per le sue interviste approfondite ai politici bulgari, e l'accaduto ha provocato ulteriore preoccupazione per la libertà di stampa e per la sicurezza dei giornalisti in Bulgaria. Recentemente, Reporter Senza Frontiere ha pubblicato un'intervista con la Shikerova, mentre la rappresentante per la libertà di stampa dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), Dunja Mijatović, ha sollecitato una “rapida indagine” sul presunto attacco piromane.

In precedenza, Mijatović ha anche fatto una dichiarazione ufficiale sulle minacce ai giornalisti in Bulgaria, in seguito all'aggressione verbale e fisica di un membro dello staff della TV via cavo bulgara SKAT da parte del leader del partito Ataka [it], Volen Siderov, e altri membri del suo partito politico a Burgas, mentre la vittima cercava di intervistarlo. Nella dichiarazione, la Mijatović ha detto:

Una simile intimidazione non minaccia solo i giornalisti colpiti, può nuocere anche alla libertà di espressione e frenare la libertà di stampa.

In base a uno studio di Freedom House sullo sviluppo democratico in 29 nazioni, la Bulgaria si classifica come una delle cinque nazioni in Europa, insieme a Russia, Kosovo, Estonia e Romania, che affronta problemi e sfide democratiche. Nel resoconto del 2013 sulla libertà di stampa, la sezione dedicata agli sviluppi in Bulgaria afferma:

Molti giornali privati sono pubblicati quotidianamente, e la maggior parte sono di proprietà di due compagnie rivali. Due su tre dei principali canali televisivi nazionali, bTV e Nova TV, appartengono a compagnie straniere. La terza è la Televisione nazionale bulgara (BNT), che è statale. Come la radio nazionale bulgara, di solito la BNT diffonde notizie senza un'evidente schieramento politico, ma la struttura legale rende i media vulnerabili a una potenziale interferenza governativa.[…] La NBMG (New Bulgarian Media Group), che assume una fedele linea pro-governo, durante l'anno ha continuato ad acquistare testate, incrementando le preoccupazioni sulla concentrazione.

Fonti d'informazione alternative

Studenti occupano l'Università di Sofia e usano i portatili per mandare informazioni all'esterno; foto dalla pagina Facebook degli studenti

Studenti occupano l'Università di Sofia e usano i portatili per mandare informazioni all'esterno; foto dalla pagina Facebook degli studenti “early-wakening” (letteralmente, “che si svegliano presto”), usata con autorizzazione.

Chiuso com'è il panorama dei media tradizionali nella nazione, molti si stanno convertendo ai mezzi social e ai siti web come fonti alternative di informazione. Molte persone, per tenersi informate, si rivolgono soprattutto ai piccoli o medi siti web, che non sono di proprietà di nessuna delle grandi compagnie mediatiche.

Orlin Spasov, esperto della stampa bulgaro e direttore della Media Democracy Foundation (Fondazione per la democrazia dei media), ha commentato [bg] su un sito di notizie bulgaro riguardo la situazione della stampa in relazione alle elezioni di maggio:

Много медии следват политическата конюнктура и се ориентират не ценностно, а спрямо нея, пиковете в подкрепа на една или друга политическа формация са основен ориентир на голяма част от българските медии.[…]

Нашите изследвания показват, че социалният интернет – Фейсбук, блоговете, сайтовете за видеосподеляне – се радват почти на толкова голяма степен на доверие, както и телевизията.

Molti mezzi di comunicazione seguono la congiuntura politica e si orientano non in base ai valori, ma in base a questo [la politica] e scelgono di sostenere una formazione politica piuttosto che un'altra come principale punto di orientamento per gran parte dei media bulgari. […]

La nostra ricerca mostra che i social network – Facebook, i blog, i siti per condividere video – godono di tanta fiducia [pubblica] quanta ne ha la televisione.

L'utente Twitter @zzdravkov ha scritto su Twitter un'opinione che sembra stia diventando sempre più comune in Bulgaria:

Mi chiedo se per i governi degli ultimi sei anni sia stata più dura ora che sono apparsi cellulari con la fotocamera e che ci sono Internet e i social network.

I social network hanno giocato un ruolo chiave nelle proteste per gran parte dei bulgari che usano Internet. In base a una ricerca [bg], nel 2012, il 57 percento dei cittadini bulgari ha usato Internet regolarmente, e studi precedenti dimostrano che, solo nel 2009, più di due milioni di persone in Bulgaria erano utenti attivi su Facebook.

In un articolo sui recenti sviluppi in Bulgaria, Euronews indica che i social network si sono rivelati una fonte di informazione cruciale nel condurre sia le proteste anti-governo iniziate a giugno, sia gli attuali sit-in degli studenti in molte università bulgare:

#ДАНСwithme, insieme a #Bulgaria ovviamente, è diventato uno dei principali hashtag a cui sono dedicati tweet, video, post nei blog e messaggi sulle manifestazioni.[…]

I dimostranti usano sia i blog che i social network per dar voce alla propria rabbia e far conoscere al mondo quello che provano riguardo la situazione politica in Bulgaria.

In un post sul suo blog [bg] dal titolo “Sul successo raggiunto e sulla possibile (finale) vittoria della protesta”, il professor Nikolay Slatinsky scrive:

Хубавото на социалните мрежи и блоговете е и това, че те помнят и пазят позиции, мнения, становища, виждания – кой какво е писал, казал, изрекъл, споделил преди време и когато е трябвало, а не post factum.

La cosa bella dei blog e dei social network è che ricordano e conservano le posizioni prese, le opinioni e i punti di vista, quello che una persona ha scritto, detto, condiviso in passato e quand'era necessario, non post factum.

In Bulgaria, molti osservatori e blogger si chiedono se l'energia espressa sui network online sia un motivo per lo sviluppo sociale, come le recenti proteste, o una conseguenza. Slatinsky aggiunge:

На протестите трябва да се гледа и мисли малко по-различно (Защото сме не в 20 век, а в мрежовото общество на 21 век)[…]
А това е време на мрежовите структури, а не на йерархическите (каквито са и партиите); на социалните мобилизации по хоризонтала, а не по вертикала; на спонтанно възникващите общности; на автентичните изблици на обществена енергия; на стихийните самоорганизации.

Si dovrebbero guardare e considerare le proteste in modo leggermente diverso (perché non siamo nel XX secolo, ma nella società collegata in rete del XXI secolo) […] E questo è un periodo di strutture reticolari, non gerarchiche (come quelle dei partiti); di mobilitazione sociale orizzontale e non verticale; di comunità che nascono spontaneamente; di eruzioni autentiche di energia sociale.

Il giornalista e blogger bulgaro Ruslan Jordanov sul suo blog [bg] scrive sul fenomeno del potere della mobilitazione sociale sui network online:

Прощъпулникът на гражданската съпротива показва нещо много важно -
всеки е медия, всеки е журналист, от всеки нещо /или много/ зависи.

I primi passi dell'opposizione dei cittadini mostrano un elemento molto importante: ognuno è la stampa, ognuno è un giornalista e qualcosa, o molto, dipende da ognuno.

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