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Australia: netizen inviperiti per spionaggio ai danni del presidente indonesiano

Categorie: Asia orientale, Oceania, Australia, Indonesia, Citizen Media, Media & Giornalismi, Politica, Protesta, Relazioni internazionali

C’è voluto uno “stratega della politica conservatrice e delle comunicazioni” per catturare l’attenzione dei netizen, in questo periodo di gelo politico tra Australia e Indonesia, a causa delle intercettazioni che sono venute a galla [1][en, come tutti i link successivi]. Il Presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, ha espresso la sua protesta via Twitter contro il Direttore del SIGINT [2] australiano, per le intercettazioni telefoniche subite nel 2009 sul suo numero e quello della moglie:

Mi rammarico anche per l’affermazione del Primo Ministro australiano, dove minimizza su questo punto, senza alcun rimorso

Le rivelazioni delle intercettazioni telefoniche sono contenute in una presentazione Powerpoint, dove si elencano i destinatari:

Indonesian surveillance targets

Destinatari indonesiani sotto sorveglianza
Documento fornito da Edward Snowden

Il 20 novembre 2013, Mark Textor [4], sondaggista e tattico della politica per il Partito Liberale australiano, ha inviato un tweet su questo argomento: “scuse richieste all’ Australia da un tizio che sembra un porno attore filippino degli anni 70, il che si abbina bene alla sua etica”. Un riferimento al Ministro degli Esteri, Marty Natalegawa.

L’eliminazione del tweet offensivo non ha salvato Textor dall’ imbarazzo:

Chiedo scusa per avere nel nostro paese consiglieri del Partito Liberale stupidi come questo.

Alla sua cancellazione è seguita una smentita e scuse [10] di vario tipo.

Le sue scuse su Twitter sono servite a focalizzare l'attenzione sul rifiuto del Primo Ministro Tony Abbott di scusarsi per non aver trattato di questioni attinenti alla sicurezza nazionale:

Apologies to my Indonesian friends – frustrated by media-driven divisions – Twitter is indeed no place for diplomacy.

— Mark Textor (@markatextor) November 21, 2013 [11]

Scuse ai miei amici indonesiani – frustrati dalle divisioni portate avanti dai media – Twitter sicuramente non è un luogo adatto per la diplomazia

Lezione eccellente: cancellare un tweet e poi negare non elimina il problema.

I tweet hanno anche catturato i commenti ironici del momento:

Sembra avere una conoscenza ‘intima’ dei porno attori filippini… Lo trovo inquietante.

Textor ha chiuso il suo account di Twitter, apparentemente per aver subito minacce di morte, ma l'utente Vermeera ha colto la visione cinica del fatto:

Mark Textor abbandona Twitter dopo minacce di morte – #auspol o solo per altri giri?

Ovviamente il suo account è stato sostituito da altri account falsi/parodia:

@TwitterAU è possibile rimuovere gli account @Markatextor e @MarkTextorCT prima che qualche credulone ci caschi?

Sembra che adesso abbiamo la cosiddetta Legge di #Textor [24]: i tuttologi più accorti sui social media distano solo 140 caratteri dal loro inevitabile scatto della molla al cervello. E’ come dire che si augurano che ti rimangi le tue parole.

SBY ha sospeso [25] la cooperazione militare e dei servizi segreti con l’Australia contro i contrabbandieri. Nel frattempo, un piccolo gruppo di dimostranti a Jakarta ha bruciato la bandiera australiana.

Demonstration in front of the Australian Embassy, Jakarta, Photo by Denny Pohan, Copyright @Demotix (11/21/2013) [26]

Protesta di fronte all'Ambasciata Australiana a Jakarta. Foto di Denny Pohan, Copyright @Demotix (21/11/2013)

Dopo le rivelazioni di Edward Snowden, le agenzie di sicurezza australiane dovrebbero chiedersi se sia saggio condividere con gli Stati Uniti il Powerpoint sulle intercettazioni telefoniche [27] verso il governo indonesiano. 

Aggiornamento: Carolina ha postato un articolo su Global Voices sulle reazioni online dei netizen indonesiani: Indonesia-Australia Diplomatic Tension Escalates Over Wiretapping. [28]