Perù: la poesia bilingue di Jorge Vargas Prado

Jorge Vargas
Nell'attuale scena culturale e letteraria di Cuzco, Jorge Vargas Prado si è già affermato con la pubblicazione di diversi libri. Lo scorso Luglio, Jorge ha pubblicato il suo quarto libro, questa volta di poesie: T'ikray [es], la cui particolarità è il bilinguismo, tanto che è stato stampato sia in castigliano che in quechua.

Jorge è un giovane di Cuzco che ha diversi interessi, e il breve profilo che su di lui pubblicano nel blog del IV Festival di Poesia di Lima ci può dare un'idea delle sue attività:

Escritor, editor, músico y activista. Ha publicado varios libros entre los que destacanPara detener el tiempo (2008), Kunan Pop (2010), Qosqo qhechwasimipi akllasqa rimaykuna (2012, junto a Luis Nieto Degregori y César Itier) […] Sus trabajos han sido reconocidos con publicaciones a nivel nacional e internacional y con premios en categorías como: poesía, cuento y videopoesía. Es egresado de la Escuela Profesional de Literatura y Lingüística de la Universidad Nacional de San Agustín de Arequipa. Actualmente lucha por fortalecer el idioma quechua, edita libros en el Grupo Editorial Dragostea y es parte del grupo de post-folk progresivo Chintatá.

Scrittore, editore, musicista e attivista. Ha pubblicato numerosi libri, tra i più famosi: Para detener el tiempo (2008), Kunan Pop (2010), Qosqo qhechwasimipi akllasqa rimaykuna (2012, insieme a Luis Nieto Degregori e a César Itier) […] I suoi lavori sono stati riconosciuti attraverso pubblicazioni a livello nazionale e internazionale e premi di categoria quali: poesia, racconto e videopoesia. Laureato presso la Scuola Professionale di Letteratura e Linguistica dell'Università Nazionale di Sant'Agostino di Arequipa. Attualmente lotta per rafforzare la lingua quechua, edita libri nel Gruppo Editoriale Dragostea e fa parte del gruppo di post-folk progressivo Chintatá.

t'ikray tapa chioLa lingua quechua è un elemento presente in quasi tutti i suoi lavori. Nella pagina web della rivista Nosotros – Ñuqanchik gli hanno fatto un'intervista interessante orientata proprio su questo tema, ma anche sui suoi libri precedentemente pubblicati:

Kunan Pop fue un ofrecimiento de Cascahuesos editores para recopilar lo que ellos consideraban lo más destacado de mi producción de cuentos hasta entonces. He tenido la suerte de integrar una generación bastante seria. Tuve suerte también de llegar a trabajar con Luis Nieto Degregori. Él es un escritor muy reconocido. Sin su confianza no hubiera podido ser capaz de meterme en la aventura del Qosqo qhechwasimipi akllasqa rimaykuna. César Itier, a diferencia de muchos especialistas extranjeros sobre el quechua, es una persona de un gran corazón, muy sincero y muy humilde. Para mí fue todo un honor trabajar con ellos. Nos costó muchísimo hacer ese libro, pero quedó hermoso.

Kunan Pop è stata una proposta degli editori di Cascahuesos per riepilogare ciò che essi consideravano la più rilevante della mia produzione di racconti fino ad allora. Ho avuto la fortuna di integrare una generazione abbastanza seria. Ho anche avuto la fortuna di riuscire a lavorare con Luis Nieto Degregori. Egli è uno scrittore molto apprezzato. Senza la sua fiducia non sarei riuscito ad avventurarmi nel Qosqo qhechwasimipi akllasqa rimaykuna. César Itier, a differenza di molti specialisti stranieri sul quechua, è una persona dal cuore grande, molto sincero e molto umile. Per me è stato davvero un onore lavorare con loro. Ci è costato molto fare questo libro, però è stato piacevole.

Però, tornando a parlare di T'ikray, lo scorso 4 gennaio questo libro è stato presentato nella città di Cusco. Come è stato accennato precedentemente, il libro ha la particolarità di presentarsi in due lingue: castigliano e quechua. Senza sminuire la prima, è il lavoro attorno alla seconda lingua che dà l'impronta al lavoro letterario di Jorge in questo florilegio.

Nell'intervista del 13 gennaio ci ha parlato di ciò che per lui rappresenti il quechua e di cosa pensa della scena culturale cuschegna:

Un'altra impronta che possiamo trovare nel libro è la presentazione di diverse cosmovisioni del corpo. Secondo le parole di Jorge: “Sentiamo e parliamo con tutto il corpo”. Lasciamo che sia egli stesso a raccontarcelo.

Senza alcun dubbio T'ikray sembra lasciare una porta aperta al dibattito; un dibattito sul quechua, un dibattito sull'andino, e un dibattito su ciò che significhi essere scrittore sullo scenario sociale cuschegno.

Per concludere, vi lasciamo con la lettura di una parte delle sue poesie, sia in castigliano che in quechua, che Jorge ha fatto nella presentazione di T'ikray.

Post original publicado en el blog Globalizado de Juan Arellano.

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