Russia: attore di spicco chiede a Putin di reintrodurre il reato di “sodomia”

Ivan Okhlobystin intervista giugno 2013 screenshot from YouTube.

Ivan Okhlobystin in un'intervista in giugno 2013, screenshot da YouTube.

Un attore russo di spicco, Ivan Okhlobystin, sta riempiendo le prime pagine dei giornali per la sua ultima uscita omofoba: una lettera [ru, come i link successivi, salvo diversa indicazione] indirizzata pubblicamente a Vladimir Putin, in cui chiede al presidente di reintrodurre il reato di “sodomia” in Russia. Okhlobystin, che nella sua carriera è stato attore, direttore, scrittore, e per un decennio ha addirittura ricoperto la carica di sacerdote nel culto ortodosso, è ben noto per aver fatto dichiarazioni pubbliche anti-gay a dir poco scioccanti. Poco meno di un mese fa, per esempio, ha sostenuto davanti a una folla nella città di Novosibirsk l'idea di bruciare le persone omosessuali nei forni crematori insieme a tutta la stampa moscovita, colpevole secondo lui di una solidarietà antiprofessionale nei loro confronti.

Okhlobystin ha anche lanciato un appello per proibire la maternità surrogata (paragonata alla prostituzione), ha equiparato il matrimonio gay a necrofilia e zoofilia e ha promesso di uccidere le sue figlie semmai dovessero innamorarsi di uomini di origine africana (sottintendendo “di pelle nera”). Mentre non si è mai scusato per le sue esternazioni anti-gay, Okhlobystin ha fatto un tentativo di chiarificazione dei suoi commenti razzisti in un post sul blog Snob.ru, per poi subito dopo accusare la redattrice capo Masha Gessen di “fare propaganda a favore degli omosessuali”.

Il razzismo di Okhlobystin sembra così estremo da assomigliare a mere performance da attore, ma molti nel mondo virtuale di lingua russa – conosciuto come RuNet – esprimono serie preoccupazioni sul fatto che egli faccia sul serio e sia quindi pericoloso. In un post su Facebook che ha attirato oltre 500 “Mi piace”, il produttore teatrale Eduard Boyakov dice di aver cambiato opinione su Okhlobystin, considerandolo non più come un semplice “buffone” ma come un vero e proprio fascista; stesse considerazioni sono state fatte in merito dalla giornalista Ksenia Larina, sempre in un post su Facebook.

Sulla rete altri personaggi si sono limitati a prendere come una burla la lettera di Okhlobystin a Putin. Comparandola ai commenti fatti a Novosibirsk, Aleksandr Zaborovsky ci scherza su in un tweet:

Okhlobystin ha chiesto a Putin di reintrodurre la penalizzazione della sodomia, ma solo un mese fa suggeriva di bruciare i gay nei forni. Si è intenerito.

Okhlobystin e il cast di Interns

Okhlobystin (al centro) e il cast di “Interns”, lo show televisivo che ha reso Okhlobystin famoso in tutta la Russia. Screenshot da YouTube.

Con tutta la sua eccentricità Okhlobystin rimane a tutti gli effetti un sacerdote ortodosso, anche se sospeso dai servizi religiosi a tempo indeterminato. Tale decisione fu presa dal Patriarca Cirillo I nel febbraio 2010, rispondendo alla richiesta di Okhlobystin di ritornare sulle scene. Anche se non gli è più concesso celebrare la messa, indossare la tonaca o altri paramenti sacri, Okhlobystin può tornare a far parte del clero quando vuole.

Nel settembre 2011 dimostrò la sua completa dedizione alla Chiesa con l’abbandono della campagna elettorale presidenziale, seguendo la direttiva emanata dal Direttore Stampa della Chiesa che vieta ai componenti del clero di ricoprire cariche politiche. In effetti tale divieto, in vigore da quasi 14 anni, è stato codificato nel documento “Fondazione della concezione sociale” [en] del 2000.

Fuori dalla Chiesa Okhlobystin ha molti sostenitori ai piani alti. Il vicepresidente del distretto di Mosca, Andrei Ilnitsky, ha pubblicato un tweet in difesa della lettera a Putin in cui scrive:

Okhlobystin ha detto a voce alta ciò che la maggior parte della gente pensa da qualche tempo ma per qualche motivo ha paura di esprimere.

Inoltre la proposta di Okhlobystin di mandare i gay nei forni crematori non è nuova, poiché assomiglia in modo lampante al discorso che tenne Dmitry Kiselyov in televisione nell'aprile 2012, in cui sosteneva che i corpi dei gay morti negli incidenti stradali dovrebbero essere bruciati o sepolti sulla strada. Pochi giorni prima delle osservazioni di Okhlobystin a Novosibirsk, Vladimir Putin ha nominato Kiselov capo di una nuova organizzazione dei mezzi di comunicazione incaricata di valorizzare l'immagine della Russia all'estero.

Chiaramente le continue aggressioni contro gli omosessuali non hanno contribuito a migliorare l'immagine che ha l'opinione pubblica fuori dal paese. Il 5 gennaio 2014 per esempio, tre giorni prima dell'appello di Okhlobystin a favore della ripenalizzazione della sodomia, venti diverse associazioni per i diritti LGBT hanno pubblicato una lettera aperta [en] a Tim Cook, amministratore delegato della Apple, sollecitando la compagnia che ha inventato l'iPhone a rivedere la collaborazione con il distributore russo Euroset di cui Okhlobystin è direttore creativo.

3 commenti

  • Gennady Lapardin

    La conversazione sulle definizioni
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    In “omofobo”, cosa vuol dire “omo”? L’uguaglianza? Quindi, un’omofobo e’ l’avversario dell’uguaglianza? Chi si oppone all’uguaglianza tra gli uomini e all’uguaglianza tra le donne?

    Ma nel contesto dei “diritti” LGBT non puo’ essere altro in campo che solo ed esclusivamente l’aspetto dei rapporti sessuali.

    Infatti, i rapporti sociali sono l’oggetto della vita sociale tra gli uomini (uguali tra di loro) e le donne (uguali tra di loro). Se non esiste l’uguaglianza nell’interno del sesso, di che “uguaglianza sociale” tra i sessi possiamo parlare?

    Per la disuguaglianza nell’interno del sesso maschile esiste la definizione antica e scientificamente basata, che funzuona bene nella terapia dei dubbi:

    pederastìa: omosessualità maschile, spec. verso i ragazzi
    pederàsta: chi pratica la pederastia

    Quindi, per chi non piace la descrizione tradizionale degli avversari di omosessualita’ come le persone normali, e per chi “combatte corraggiosamente” contro le fobie, sarebbe piu’ corretto usare un termine come p.es. “pederastofobia”. Cosi’ il discorso sara’ piu’ chiaro.

    Capisco, che tale posizione puo’ suscitare varie reazioni in un organismo non maturo, pero’ e’ pericoloso di stare a lungo in balia degli errori.

  • Da wikipedia:

    “Omofobia deriva dal greco ομοίος [homoios] (stesso, medesimo) e fobos (paura). Letteralmente significa “paura dello stesso”, tuttavia il termine “omo” è qui usato in riferimento ad omosessuale. Il termine è un neologismo coniato dallo psicologo clinico George Weinberg nel suo libro Society and the Healthy Homosexual (La società e l’omosessuale sano), pubblicato nel 1971.”

    Con questo mi sembra chiaro che sono ormai più di 40 anni che questa parola viene usata, e ormai è tardi per rimandare all’etimologia per cancellarne l’uso corrente. La quasi totalità della popolazione italofona sarebbe d’accordo nel dare a “omofobo” il senso che viene inteso in questo articolo, cioè [dal dizionario online Hoepli] “Avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità.”

    Aggiungo questo, sempre da wikipedia:
    “Col termine pederastia (dal greco antico παις- pais/paida, “ragazzo”, e ἐραστής erastès, “amante”) si indica una relazione, spesso anche di tipo erotico, stabilita tra una persona adulta e un adolescente, che avviene al di fuori dell’ambito familiare.”

    Mi sembra superfluo aggiungere che l’omofobia non può essere considerata di per sé pederastia, e non sono io a dirlo, ma l’opinione comune. E se non ti basta, apri un dizionario. :)

    • Gennady Lapardin

      Grazie, Valerio, per la risposta!

      Certo, l’omofobia non puo’ essere considerata pederastia. Qui sono completamente d’accordo, in quanto sono le cose opposte e contrarie.

      Inoltre, grazie per aver menzionato Weinberg. Ecco cosa dice la Wikipedia (in Inglese, non c’e’ la traduzione in Italiano):

      He [George Weinberg] coined the word “homophobia” (in his revolutionary 1972 book, Society and the Healthy Homosexual) to propose that those who harbor prejudice against homosexuals, and not homosexuals themselves, are suffering from a psychological malady, an irrational state of mind. [!!! – molto importante!!!] Weinberg, though supposedly heterosexual himself, became a leader in the ultimately successful struggle to have homosexuality removed as a diagnostic category from the DSM, the professional therapeutic handbook. He has been instrumental in shifting public perception of homosexuality.

      Weinberg began using the word in 1966 and soon the then minute “homophile movement” began using it. Weinberg next prevailed on a friend, Al Goldstein, who published the underground newspapers, Gay and Screw, to introduce the word. He wrote articles for the underground press himself. He then persuaded a young student, Ken Smith, to do a research study for his masters degree on homophobia, and they designed the questionnaire together. It was the first published scientific study of homophobia.

      Quindi, secondo Weinberg, non essere gay e’ la malattia.

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