Honduras: nient'altro che foto cruente nei reportage sul crimine

Prensa en Tegucigalpa, Honduras. Foto de Carlos R. Ordoñez. Copyright Demotix.

Reporter a Tegucigalpa, Honduras. Foto di Carlos R. Ordoñez. Copyright Demotix.

Questo articolo è stato scritto da Ana Arana e Daniela Guazo per la Fondazione MEPI [es]. Questa è la seconda parte di una serie che si è occupata della copertura criminale in Honduras; qui [it] si può leggere la prima parte.

La lettura dei principali media onduregni lascia il lettore davanti alla foto dei fatti, ma con poca consapevolezza di ciò che succede nel paese. Le specifiche note sono rosse di sangue, senza né spiegazione, né un contesto. In un'analisi di contenuto di vari giornali di San Pedro Sula e Tegucigalpa, la Fondazione MEPI di giornalismo ed investigazione, organizzazione indipendente con sede nel distretto federale, ha monitorato ed analizzato la copertura di crimini lungo tutto il 2012 mostrando come la stampa onduregna compia il suo lavoro, determinando  come in questo paese esista un livello di autocensura dove arrivano a 29 i giornalisti assassinati negli ultimi quattro anni, di cui almeno 16 in ragione del loro lavoro, secondo il Comitato per la Protezione dei giornalisti di New York. Mepi aveva effettuato investigazioni simili sulla stampa regionale in Messico nel 2010.

   

Número de periodistas asesinados en Honduras

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MEPI  trovò che i media avrebbero dovuto scrivere storie sul crimine organizzato, ma che invece abbia voluto salvaguardarsi nel non voler identificare chi ci  sta dietro, né tanto meno individuare i baroni della droga del paese. Solitamente i media riportano gli atti di violenza delle bande, evitando di menzionare la presenza di clan del narcotraffico internazionale e le loro connessioni con uomini d'affari, corpi di pubblica sicurezza e con gruppi politici locali. Nelle interviste con editori, giornalisti ed analisti preferiscono l'anonimato, il tema comune è la paura e la forte pressione che i mezzi  possono provocare di fronte ad una violenza che si è scatenata contro di loro.  

¿Qué están publicando los medios en Honduras?

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L'analisi ha mostrato che sette delle 10 storie di crimine pubblicate a San Pedro Sula e Tegucigalpa non includano dettagli sulle vittime e sui possibili motivi del delitto. La mancanza d'informazione statistica si riempie di foto di corpi sanguinanti con sottotitoli che annunciano: “Sembrerebbe essere morto dopo essere andato a trovare sua madre”, ” Hanno messo 3 uomini in borse di plastica e li hanno giustiziati”, “Hanno preso un travestito dalla sua casa per poi ucciderlo” o “Uscito per fare una commissione, viene successivamente trovato morto”.

Nell'istruttoria, MEPI ha trovato sufficienti elementi che permettono di descrivere una violenza di grande proporzione e premeditazione. L'ottanta per cento dei crimini sono avvenuti per mezzo di armi da fuoco. I cadaveri, secondo le note, mostrano segni di tortura – prima del decesso- simili a quelle commesse da alcuni membri della criminalità organizzata messicana. Un gran numero di corpi sono apparsi dentro borse nere della spazzatura e con le mani legate.   

El crimen en Honduras

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Nel marzo del 2012, le note giornalistiche avevano parlato di un'incremento del numero delle vittime decapitate e squartate. Ma in nessuna di esse si  era trovata una spiegazione del motivo di questo nuovo macabro metodo usato dagli assassini. Un giornalista ha fatto riferimento a ciò che gli Zetas stanno attuando da vari anni durante le loro operazioni nei dipartimenti dell'Honduras, e che ora sono finiti per stabilirsi anche nei quartieri dove operano criminali.” Un anno e mezzo fa sono cominciati ad apparire gli imborsati. Questo fatto  potrebbe collegarsi con gli Zeta, ma il governo non lo riconosce”, ci spiega. 

Muertes reportadas 2012

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I messaggi dei gruppi criminali nei luoghi dei loro delitti sono comuni. Come in Messico, possono riguardare la maniera con cui si uccide le vittime, o cartoncini che vengono depositati a fianco dei corpi. Nel 2012, molte vittime sono apparse con un piede o una mano amputata, senza che le parti apparissero nel luogo dell'omicidio. Questa mutilazione, secondo un criminologo di El Salvador, potrebbe far supporre che la vittima dopo il furto sarebbe fuggita, e questofatto  sarebbe  divenuto un segnale per i membri del suo gruppo.

 La stampa onduregna ha pubblicato messaggi che i gruppi criminali scrivono sui cartoncini. In Messico, i media hanno optato per non includere questi dettagli per non farsene portavoce.

Allo stesso tempo, i giornali hanno fornito indicazioni sulle occupazioni delle vittime, ma non hanno mai spiegato il  motivo per cui certe occupazioni  possano essere a maggior rischio rispetto ad altre. Le categorie più esposte sono quelle dei tassisti, dei motociclisti, dei controllori dei bus e dei commercianti. Non esistono motivi che possano quantificare queste morti o spiegare cosa stia facendo il governo per migliorare la situazione di sicurezza dei lavoratori di questi settori.

Cinque dei 10 omicidi avvenuti nel 2012 furono compiuti da uomini in motocicletta, nonostante il governo avesse già stabilito con una direttiva che non si poteva trasportaresullo stesso mezzo due persone contemporaneamente. Inoltre, quattro delle 10 vittime apparse sulle note di stampa non erano state identificate.

Rimanete in attesa della terza ed ultima parte di questa serie sulla copertura criminale in Honduras.

 

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