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Spagna: “Non sono affogati, li hanno uccisi!” proteste dopo la morte di alcuni immigrati a Ceuta

Categorie: Europa occidentale, Spagna, Citizen Media, Diritti umani, Etnia, Ultim'ora
Immagine di Fotomovimiento scattata alla protesta di Barcelona

Immagine di Fotomovimiento scattata alla protesta di Barcelona. Usato con licenza CC

Quando un gruppo di 200 persone ha cercato di entrare in Spagna dal Marocco aggirando a nuoto la barriera [1] [it] di Ceuta, circa 14 immigrati di origine subsahariana hanno perso la vita, affogati o schiacciati. Gli immigrati e varie organizzazioni della società civile hanno denunciato il comportamento della Guardia Civil (Guardia Civile) sostenendo che essa non abbia aiutato [2] [es, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato] né avvisato il Soccorso Marittimo per salvare le persone che erano in mare. Denunciano persino l'uso di pallottole di gomma e gas lacrimogeni contro gli immigrati, nel tentativo di impedirgli di attraversare la barriera.

Il corpo di Gendarmeria spagnolo ha smentito le accuse e creato confusione fornendo ogni giorno versioni diverse [3] di quanto accaduto lo scorso 6 febbraio.

Mappa della zona di confine tra Marocco e Spagna - Wikipedia

Mappa della zona di confine tra Marocco e Spagna – Wikipedia

Una settimana dopo, sono state indette manifestazioni in 15 città spagnole per denunciare la morte degli immigrati. Al raduno cittadino di Madrid, gli slogan più diffusi [4] sono stati: “Non sono affogati, li hanno uccisi”, “Nativa o straniera, stessa classe lavoratrice”, “Nessun essere umano è illegale” o “Dove sono i pro-vita?”, quest'ultimo in riferimento a coloro che appoggiano la controversa riforma della legge sull'aborto [5] che sta preparando il governo conservatore spagnolo.

Disegno di @Cuardernista sul raduno a Madrid

Disegno di @Cuardernista

Il ministro degli interni spagnolo, Jorge Fernández Díaz, alla fine ha ammesso l'uso di materiale repressivo da parte del corpo di forza e sicurezza, anche se ha affermato che è stato “solo un deterrente”, per evitare che gli immigranti attraversassero il confine. Mentre il ministro compariva al Congresso dei Deputati e affrontava le accuse e le domande dei gruppi politici dell'opposizione, Twitter è diventato il luogo in cui i netizen hanno espresso la loro indignazione, attraverso l'hashtag #muertesCeuta, già presente tra le tendenze:

Sembra che i confini siano più ampi per le ricognizioni petrolifere piuttosto che per salvare vite #muertesceuta [6]

Il ministro ammette che hanno usato le pallottole di gomma, ma non sulle persone… a cosa sparavano, ai gabbiani? #muertesceuta [6]

Ci sono cose che non dobbiamo permettere mai. #muertesceuta [6]

Sparare in acqua, vicino a persone che non sanno nuotare e sono disperate, non è dissuadere “per motivi umanitari”, è un'altra cosa #muertesceuta [6]

Sono molte le questioni da chiarire:

Foto di Dani Gago - DISO Press

Foto di Dani Gago – DISO Press “Più ponti, meno muri”

Qual è il protocollo in vigore per far fronte all'entrata degli immigrati? Il comportamento della Guardia Civile a Ceuta ha rispettato la legalità e i diritti umani? Alcuni immigrati sono stati rimandati in suolo marocchino? Alcuni di quelli che sono riusciti ad arrivare in territorio spagnolo, sono stati deportati in Marocco nonostante sia illegale?

Un'utente di Twitter riassume in pochi caratteri la necessità di chiarire le responsabilità:

Perché il ministro deve dare risposte alle incognite che circondano le #muertesCeuta [8]?? Soprattutto, per loro: http://t.co/TzhPH6zS9M [12]