Lo scorso sedici marzo la giornalista etiope Reeyot Alemu [en, come tutti i link successivi salvo diversa indicazione], condannata a cinque anni di reclusione dopo essere stata dichiarata colpevole di terrorismo nel gennaio 2012, ha scontato il suo millesimo giorno di prigione.
Reeyot, insegnante di inglese, ha ricevuto l'UNESCO-Guillermo Cano World Press Freedom Prize, il premio Hellman/Hammett e l'International Women's Media Foundation Courage in Journalism Award.
Secondo il comitato per la protezione dei giornalisti (Committee to Protect Journalists, CPJ), a partire dal 2011 il governo etiope ha arrestato 11 persone tra giornalisti indipendenti e blogger, tra cui la stessa Reeyot e Eskinder Nega, grazie alla nuova legge anti-terrorismo. Tra gli imprigionati ci sono anche due giornalisti svedesi che stanno scontando una condanna a 11 anni per presunto supporto ad un gruppo ribelle di etnia somala.
In questo articolo, il blogger BefeQadu Z Hailu descrive la situazione dei giornalisti etiopi incarcerati:
Se l'obiettivo dell'imprigionamento fosse stato di rieducare i condannati, tra gli strumenti principali di tale rieducazione avrebbero dovuto esserci la lettura e l'istruzione, che nella prigione di Kality sono in genere consentiti. Ma non per i giornalisti e gli altri condannati per “terrorismo”.
Ai condannati per “terrorismo” è vietato ricevere libri. Eskinder spiega: “Tra i libri vietati, ci sono in particolare quelli che contengono le parole “Etiopia” e “storia” nel titolo”. Stessa cosa accade nella sezione di Reeyot Alemu e altri, come Wubshet Taye, Bekele Gerba, ecc.
Neanche giornali e riviste locali indipendenti sono consentiti: Eskinder mi ha spiegato che perfino canali televisivi come BBC e Aljazeera sono vietati nei reparti in cui lui e gli altri sono imprigionati.
Dopo una dura lotta con gli amministratori della prigione e la diffusione della storia sui media, Reeyot Alemu può ora ricevere istruzione a distanza. Ma rimane pur sempre difficile per lei ottenere dei libri, a parte quelli che le vengono spediti dall'università.
Utenti di Twitter hanno inviato messaggi contrassegnati dall'hashtag #ReeyotAlemu per esprimere il loro supporto alla giornalista incarcerata. Di seguito, alcuni di questi messaggi:
Hope the world cares about her too! Yet to see any campaign!MT”@LisaMisol: #Ethiopia journalist #ReeyotAlemu marks 1000th day in prison.
— vineetkhare (@vineetkhare) March 16, 2014
Spero che il mondo non si sia dimenticato di lei! Per ora, nessuna campagna in suo favore!
#EPRDF government of #Ethiopia continues to show weakness & paranoia as journalist like #ReeyotAlemu scare the daylight out of it. Free her
— MediaET (@MediaETHIOPIA) March 16, 2014
Il governo dell'Etiopia continua a mostrare la sua debolezza e paranoia, e teme giornalisti come Reeyot Alemu. Liberatela!
#ReeyotAlemu: why are 3rd world dictators afraid of journos more than death itself? Is a sign of weakness. Scared of ideas & idea people!
— MediaET (@MediaETHIOPIA) March 16, 2014
Perché i dittatori del terzo mondo temono i giornalisti più della morte? È un segno di debolezza. Hanno paura delle idee e della gente che ha idee!
#Ethiopia – journalist #ReeyotAlemu‘s 1000th day in prison today. She is denied family visits. @SJLambrinidis – why is @EU Ashton silent?
— Ana Gomes, MEP (@AnaGomesMEP) March 16, 2014
In Etiopia la giornalista Reeyot Alemu sconta il suo millesimo giorno in prigione oggi. Le sono negate anche le visite dei familiari. Perché Ashton non dice nulla?
March16 marks 1000 days of imprisonment of #ReeyotAlemu & clarifies #ethiopia rule by dictate, injustice & oppression @AnaGomesMEP @amnesty
— EPHREM SHAUL (@eph_sh) March 15, 2014
Il 16 marzo è il millesimo giorno di imprigionamento di Reeyot Alemu e un esempio di come l'Etiopia sia governata da precetti, ingiustizia e oppressione.
#Ethiopia: #journalism is not terrorism. Free award-winning journalist #ReeyotAlemu, grant her #health care #women pic.twitter.com/UyzmniGrb6
— alex (@alexbiruk) March 16, 2014
Cara Etiopia: il giornalismo non è terrorismo. Liberate la giornalista Reeyot Alemu e garantitele assistenza sanitaria!
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