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Etiopia: la giornalista Reeyot Alemu è in carcere da mille giorni

Categorie: Africa sub-sahariana, Etiopia, Citizen Media, Diritti umani, Media & Giornalismi, Politica

Lo scorso sedici marzo la giornalista etiope Reeyot Alemu [1] [en, come tutti i link successivi salvo diversa indicazione], condannata a cinque anni di reclusione dopo essere stata dichiarata colpevole di terrorismo nel gennaio 2012, ha scontato il suo millesimo giorno di prigione.

Reeyot Alemu, giornalista etiope in carcere. Foto dalla pagina Facebook della campagna Reyoot Alemu Libera.

Reeyot Alemu, giornalista etiope in carcere. Foto dalla pagina Facebook della campagna Reyoot Alemu Libera.

Reeyot, insegnante di inglese, ha ricevuto l'UNESCO-Guillermo Cano World Press Freedom Prize [2], il premio Hellman/Hammett [3] e l'International Women's Media Foundation Courage in Journalism Award [4].

Secondo il comitato per la protezione dei giornalisti (Committee to Protect Journalists, CPJ) [5], a partire dal 2011 il governo etiope ha arrestato 11 persone tra giornalisti indipendenti e blogger, tra cui la stessa Reeyot e Eskinder Nega [6], grazie alla nuova legge anti-terrorismo. Tra gli imprigionati ci sono anche due giornalisti svedesi [7] che stanno scontando una condanna a 11 anni per presunto supporto ad un gruppo ribelle di etnia somala.

In questo articolo [8], il blogger BefeQadu Z Hailu descrive la situazione dei giornalisti etiopi incarcerati:

Se l'obiettivo dell'imprigionamento fosse stato di rieducare i condannati, tra gli strumenti principali di tale rieducazione avrebbero dovuto esserci la lettura e l'istruzione, che nella prigione di Kality sono in genere consentiti. Ma non per i giornalisti e gli altri condannati per “terrorismo”.

Ai condannati per “terrorismo” è vietato ricevere libri. Eskinder spiega: “Tra i libri vietati, ci sono in particolare quelli che contengono le parole “Etiopia” e “storia” nel titolo”. Stessa cosa accade nella sezione di Reeyot Alemu e altri, come Wubshet Taye, Bekele Gerba, ecc.

Neanche giornali e riviste locali indipendenti sono consentiti: Eskinder mi ha spiegato che perfino canali televisivi come BBC e Aljazeera sono vietati nei reparti in cui lui e gli altri sono imprigionati.

Dopo una dura lotta con gli amministratori della prigione e la diffusione della storia sui media, Reeyot Alemu può ora ricevere istruzione a distanza. Ma rimane pur sempre difficile per lei ottenere dei libri, a parte quelli che le vengono spediti dall'università.

Utenti di Twitter hanno inviato messaggi contrassegnati dall'hashtag #ReeyotAlemu [9] per esprimere il loro supporto alla giornalista incarcerata. Di seguito, alcuni di questi messaggi:

Spero che il mondo non si sia dimenticato di lei! Per ora, nessuna campagna in suo favore!

Il governo dell'Etiopia continua a mostrare la sua debolezza e paranoia, e teme giornalisti come Reeyot Alemu. Liberatela!

Perché i dittatori del terzo mondo temono i giornalisti più della morte? È un segno di debolezza. Hanno paura delle idee e della gente che ha idee!

In Etiopia la giornalista Reeyot Alemu sconta il suo millesimo giorno in prigione oggi. Le sono negate anche le visite dei familiari. Perché Ashton non dice nulla?

Il 16 marzo è il millesimo giorno di imprigionamento di Reeyot Alemu e un esempio di come l'Etiopia sia governata da precetti, ingiustizia e oppressione.

Cara Etiopia: il giornalismo non è terrorismo. Liberate la giornalista Reeyot Alemu e garantitele assistenza sanitaria!