I membri di Advox Marianne Diaz e Sarah Myers hanno partecipato al NETmundial [en, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato], il vertice globale sulla governance di internet, tenutosi il 23 e 24 aprile a San Paolo, in Brasile. I rappresentati della società civile, delle aziende e dei governi di tutto il mondo si sono riuniti per discutere il futuro della governance di internet nell’epoca del post-Snowden. Questo post fa parte di una serie di articoli sull'evento.
Il 23 aprile presso l'Arena NETmundial, uno spazio all'aperto dove si sono tenuti eventi pubblici parallelamente al vertice ufficiale NETmundial, un gruppo di personaggi di spicco ha discusso la redazione di una “Magna Carta” globale per il Web.
Tra i partecipanti troviamo: l'inventore del World Wide Web Tim Berners-Lee; il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla Libertà di opinione ed espressione Frank La Rue; l'ex ministro della cultura brasiliano Gilberto Gil [it]; Demi Getschko, membro del Comitato Brasiliano di Gestione di internet (CGI.br) nonché uno dei primi a proporre l'adozione di internet in Brasile, e Alessandro Molon [pt], membro del Congresso e relatore del Marco Civile [it]. I cinque promotori della libertà di internet hanno discusso l'importanza dell'istituzione di principi legali e parametri che permettano la tutela dei diritti umani sul web in tutto il mondo.
Frank La Rue ha descritto internet come un veicolo fondamentale per la realizzazione di alcuni diritti umani, dall'accesso e la diffusione delle informazioni alla libertà di parola, associazione, diversità culturale e il diritto allo sviluppo. A questo proposito, ha sottolineato come l'accesso ad internet non possa essere privilegio di una minoranza, ma piuttosto debba rappresentare uno strumento di uguaglianza, con un costo basso o nullo.
A proposito del più ampio discorso sulla sorveglianza, che è stato uno dei principali temi affrontati al NETmundial, La Rue definisce la sorveglianza online una forma di intimidazione che può intaccare non solo la privacy dell'individuo ma anche il diritto alla libertà di parola.
Tim Berners-Lee, che in precedenza si è espresso a favore di una Magna Carta per il Web, ha affermato che, siccome la rete è un mezzo globale che deve essere visto nella sua totalità, iniziative come il Marco Civile possono e dovrebbero ispirare l’istituzione di una vasta serie di diritti da esercitare a livello globale. In aggiunta, ha rimarcato l'importanza delle leggi locali nell'applicazione e nell'imposizione di questi principi. Infatti, in mancanza di una forte tutela dei diritti umani da parte dei governi nazionali, il valore di tali straordinari parametri globali sarà, nel migliore dei casi, limitato.
Il famoso cantautore Gilberto Gil [it], che è stato Ministro della Cultura in Brasile sotto il governo di Lula Da Silva, e che ha condotto iniziative per favorire l'accesso agli strumenti digitali in tutto il paese, ha confessato alla platea che quando ha dovuto affrontare la questione della discussione del Marco Civile, non sapeva nulla del Web.
“Ho dovuto iniziare da zero” ha affermato. “Mi sono trasformato in un Ministro Hacker”, un termine che molti dei suoi sostenitori hanno attribuito al musicista settantunenne. Gil ha definito la parola “hacker” non come un termine tecnico e oscuro, ma come “qualcuno che ha provato curiosità e l'ha condivisa con gli altri, per poi trasformare questa curiosità in uno strumento di ricerca”.
Demi Getschko e Alessandro Molon hanno discusso dei principi esposti nel Marco Civile e del fatto che questo non debba essere considerato un progetto di legge sulla rete, ma sui diritti umani in rete. Inoltre, hanno sottolineato l'importanza di creare un modello nel quale nessun governo possa disporre di un potere superiore a quello degli altri, per quanto riguarda il modo in cui le decisioni e le politiche riguardanti il web vengono stabilite.
Al termine del pannello, le promotrici della campagna Web We Want Renata Avila (leader della community di Global Voices) e Nnenna Nwakanma, consulente per le ITC (tecnologie dell'informazione e della comunicazione) in Nigeria e promotrice dei software liberi e open source, sono state invitate a partecipare alla discussione. Nwakanma ha commentato l'importanza di leggi come il Marco Civile, chiedendo a gruppi e governi di tutto il mondo di discutere e approvare legislazioni simili. Ha inoltre sollevato una questione cruciale, ovvero come la natura globale del web comporti che la violazione dei diritti di una persona in un altro paese continui a incidere sui diritti dei cittadini altrove, anche in un paese che tutela i loro diritti.
Infine, Avila ha spronato i governi ad ascoltare le voci e le opinioni del pubblico quando si sviluppano modelli sociali, legali e politici per il web. In aggiunta, ha incoraggiato ad aderire all’iniziativa “Web We Want”, sottolineando il fatto che, anche se i cittadini di tutto il mondo non partecipano ai processi decisionali, le decisioni vengono prese ugualmente. Le leggi locali rispetteranno solamente gli interessi della comunità globale, se gli utenti di internet di tutto il mondo dedicheranno tempo e fatica nell’esprimere le proprie opinioni.
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