Washi: la carta giapponese patrimonio immateriale dell'UNESCO

画像:Flickrユーザーのmadichanより。埼玉県小川町、埼玉伝統工芸会館で撮影されたもの。CC BY-NC 2.0

Foto dell'utente Flickr madichan, scattata al Museo delle arti di Saitama, distretto di Ogawa nella prefettura di Saitama. CC BY-NC 2.0

Il 27 novembre 2014, washi, “la tecnica giapponese di fabbricazione manuale della carta”, venne registrata ufficialmente tra i patrimoni immateriali dell'UNESCO. Questo avveniva due anni dopo la proposta del Giappone e un anno dopo la registrazione del washoku [tecniche di preparazione e consumazione del pasto tradizionale giapponese, ndt].

La tecnica di washi registrata come patrimonio immateriale si suddivide in tre tipi: sekishū banshi [ja, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] (della città di Hamada nella prefettura di Shimane), honmino-shi [en] (della città di Mino nella prefettura di Gifu) e hosokawa-shi (del villaggio di Higashichichibu, nel distretto di Ogawa nella prefettura di Saitama).

NHK: La tecnica di fabbricazione a mano della carta washi registrata come patrimonio immateriale. Registrate la sekishū banshi della prefettura di Shimane, la honmino-shi della prefettura di Gifu e la hosokawa-shi della prefettura di Saitama. Di queste la sekishū banshi era già stata registrata come patrimonio immateriale nel 2009.

La preparazione della carte washi richiede diversi passaggi [en]. La materia prima della washi, di solito la fibra del gelso da carta [it], viene estratta e esposta al vapore, quindi scortecciata, messa a mollo nell'acqua e ripulita delle impurità.  La fibra ammorbidita viene bollita e spezzata in pezzi più piccoli percuotendola con un martello in legno. Terminata questa fase si passa finalmente alla fabbricazione della carta, in cui si affronta il difficile compito di creare i fogli di carta tutti dello stesso spessore.

La carta washi non è usata solo per scrivere, ma è usata nella manifattura di diversi prodotti. Sottile ma resistente, la carta washi lascia passare la luce e per questo è molto usata negli arredi interni. La sua resistenza e durabilità sono tali che esistono esistono oggetti in washi realizzati 1000 anni fa ancora in buono stato di conservazione.

Questa carta è usata anche nel restauro di quadri, persino al di fuori del Giappone. In uno dei suoi articoli la blogger shouko, che studia restauro di opere d'arte in Italia, descrive una tecnica di restauro dei quadri mediante l'uso della washi.

修復ではまず表面の黒っぽい汚れ・昔使用されていたろうそうの蝋によるしみ、
昔行われた修復での補色された部分 これらを洗浄します。
洗浄作業は、石灰とアンモニアを水で溶いたものを和紙を使って↓のようにパックします。
さらにこの和紙の上から、海綿スポンジを使ってよ~く石灰とアンモニア水をしみこませながらたたきます。
この作業は本当に腕が痛くなるくらい何度も、力を入れながら表面を洗浄します。
この作業が終わると、和紙をはがすことができます。

Nelle operazioni di restauro per prima cosa si puliscono dalla superficie le macchie nerastre causate dalla cera applicata in passato e le tracce di colori complementari risalenti a precedenti restauri.
Poi, dopo aver coperto con un foglio di washi, si usa una spugna imbevuta di calce spenta e soluzione di ammoniaca per tamponare l'opera, con molta attenzione.
Si ripete l'operazione tantissime volte (tanto che alla fine fa male il braccio), ripulendo energeticamente la superficie.
Terminato questo processo si può rimuovere il foglio di washi.

In un articolo sull'edizione giapponese dell'Huffington Post vengono illustrate le tre tipologie di washi registrate come patrimoni immateriali dell'UNESCO e le loro differenze.
Innanzi tutto, la grande particolarità di questi tre tipi è che utilizzano solo la fibra della pianta chiamata kōzo come materia prima.

和紙の原料には、楮(こうぞ)や三椏(みつまた)、雁皮(がんぴ)などのほか、パイナップルや竹、木材パルプなどがある。原料の違いによって紙の風合いも異なるとされるが、今回登録された3つの和紙は全て、楮のみを原料としている。

楮は光沢があり、雁皮や三椏に比べると繊維が長いため、美しい和紙を漉くことができる。

Tra le piante la cui fibra può essere usata come materia prima della washi ci sono kōzo (broussoneria kazinoki), mitsumata (Edgemorthia papyrifera) e ganpi (Diplomorpha sikokiana), ma anche l'ananas e il bambù. In base alla pianta usata cambiano l'aspetto e la consistenza della carta. Le tre tipologie di carta registrate dall'UNESCO usano tutte le fibre di kōzo come materia prima.

Da questa pianta, con fibre più lunghe di quelle di mitsumata e ganpi, si ottiene una splendida washi dalla superficie lucida.

Un'altra grande differenza fra questi tre tipi di washi e gli altri, è il fatto che si “sbianchi naturalmente” con il passare del tempo.

通常、白い紙を作るための漂白には薬品が使われるが、今回登録された3つの和紙には薬品による漂白が行われない。そのため、だんだんと紙が白くなるという。

例えば、現在よく使われる障子紙は、大部分が塩素漂白されている。塩素漂白をすることで、紙を漉いた直後は紙の白さがより鮮やかになるが、紫外線により黄ばみができる。一方で、塩素漂白をしない場合は、出来上がった当初は鮮やかな白ではないが、紫外線により少しずつ白みを増す。

Normalmente per produrre della carta di colore bianco si usano della sostanze chimiche sbiancanti, ma non per questi tre tipi di carta. Infatti questa carta sbianca gradualmente nel tempo.

Ad esempio gli shōji [porte o finestre di carta usate nelle case tradizionali giapponesi, ndt] che si usano generalmente oggigiorno, sono quasi tutti sbiancati con sostanze a base di cloro. Con lo sbiancamento al cloro la carta appena fabbricata è di un bianco vivido, ma finisce per ingiallirsi con l'esposizione ai raggi ultravioletti. Se invece non si usa lo sbiancamento al cloro, la carta fresca di produzione non è bianca, ma lo diventa gradualmente con l'esposizione ai raggi.

Ma l'aspetto più importante di tutti, è che queste tre sono tecniche di fabbricazione “a mano”, artigianali.

今回登録された和紙には、紙を漉く過程にも日本固有の「流し漉き」の方法が使われている。

古代中国で紙が発明されたころからの「溜め漉き」の技法とは異なり、紙料液を漉き簀(す)に入れ全体を揺り動かす技法だ。揺り動かすことで紙の繊維を絡めやすくしており、破れにくいなどの紙の強度を上げることができる。

Le tre tipologie di washi registrate usano il processo detto “nagashizuki” caratteristico del Giappone.

A differenza della tecnica “tamezuki”, inventata in Cina contemporaneamente alla carta stessa, questa tecnica consiste nell'immergere la carta in acqua e agitare, facendo così aggregare le fibre della carta, producendo una carta resistente e difficile da strappare.

Anche se oggi esistono dei macchinari che possono operare a ripetizione, ci sono prodotti di carta che possono essere realizzati solo a mano. L'avanzata età di molti degli artigiani e la scarsità di apprendisti sono fonte di preoccupazione, ma si stanno impiegando molti sforzi per trasmettere alle nuove generazioni le tecniche di fabbricazione della washi.

Ci sono anche scuole che consentono agli studenti di sperimentare la produzione di washi in classe.

Diploma in sekishū banshi. Cinquantaquattro studenti del terzo anno delle superiori nella città di Hamada, della prefettura di Shimane, fabbricano a mano la carta per i loro diplomi.

27 novembre 2014. È giunta la notizia che la “tecnica di fabbricazione a mano della carta washi” del Giappone è stata registrata come patrimonio immateriale dell'UNESCO. Registrate le tecniche di fabbricazione manuale della honmino-shi della prefettura di Gifu e della hosokawa-shi della prefettura di Saitama. Il nostro inviato racconta l'emozione della comunità locale.

Si dice che il periodo più freddo dell'anno, da dicembre a maggio, sia il periodo migliore per produrre carta giapponese di alta qualità, perciò anche quando l'acqua è gelida la washi viene prodotta a mano. Questa tecnica raffinata e il lavoro di intere generazioni sono oggi riconosciuti in tutto il mondo.

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