Le cinque giovani donne, arrestate dalla polizia cinese alla vigilia della festa della donna [1] [it] sono ormai scomparse da più di una settimana. Il 12 marzo sono state trattenute in stato di fermo per sospetto “ disturbo della quiete pubblica e provocazione di disordini”, ma la polizia ha rifiutato di dare ulteriori informazioni.
Il 21 marzo ad Hong Kong, associazioni di cittadini manifesteranno contro i rappresentanti del governo della Cina continentale, chiedendo il rilascio delle donne.
Le cinque attiviste per i diritti delle donne sono: Wu Rongrong, Wei Tingting, Wang Man, Zheng Churan e Li Tingting, conosciuta anche come Li Maizi. Le rispettive famiglie e avvocati non sono riusciti a mettersi in contatto con le ragazze da quando sono state arrestate, e la polizia si rifiuta di dare particolari sul loro fermo.
Sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea hanno espresso [2] [en, come tutti i link seguenti] la loro preoccupazione per le cinque donne. Samantha Power, ambasciatrice delle Nazioni Unite, ha criticato le autorità cinesi per averle arrestate con l’accusa di aver pianificato e causato disordini:
In Cina parlare contro la persecuzione sessuale è “creare disturbi”. Il disturbo vero è ostacolare le organizzazioni non governative che combattono per i diritti universali.
— Samantha Power (@AmbassadorPower) 12 marzo, 2015 [3]
In Cina se si parla contro la persecuzione sessuale significa “creare disturbo”. Il disturbo vero è ostacolare le organizzazioni non governative che combattono per i diritti universali.
Le autorità cinesi dovrebbero rilasciare immediatamente le “Pechino+20 cinque”. Triste riflessione su “i diritti delle donne sono diritti umani”. #FreeBeijing20Five [4]
— Samantha Power (@AmbassadorPower) 12 marzo, 2015 [5]
Le autorità cinesi dovrebbero rilasciare immediatamente le “cinque ventenni di Pechino”. Triste riflessione su “i diritti delle donne sono diritti umani”.
Anche un portavoce per gli Affari Esteri e i Servizi di Sicurezza dell’UE ha fatto una dichiarazione, [6] nella quale esorta la Cina a rilasciare immediatamente le giovani femministe e a dare loro accesso all'assistenza legale.
Nonostante le condizioni politiche ostili, diverse organizzazioni femminili, di studenti e di lavoratori della Cina continentale [8] continuano a richiedere il rilascio delle cinque ragazze, caricando foto sui social media e firmando petizioni.
E le autorità cinesi tengono sott'occhio i nomi sulle petizioni. L'utente @swye105 ha riportato su Twitter:
Studenti cinesi che hanno firmato la petizione per il rilascio delle attiviste per i diritti delle donne, hanno detto di avuto delle pressioni dai dirigenti scolastici #FreeTheFive [9]
— Ye Shiwei ☂ 葉詩蔚 (@swye105) 15 marzo, 2015 [10]
Studenti cinesi che hanno firmato la petizione per il rilascio delle attiviste per i diritti delle donne, hanno detto di avuto delle pressioni dai dirigenti scolastici
Al di fuori dalla Cina, associazioni femministe e di cittadini da tutte le parti del mondo hanno condannato la brutale repressione delle autorità cinesi. Amnesty International ha lanciato una campagna tramite la pagina Tumblr [11] e su Twitter con l’hashtag #FreeTheFive, per raccogliere messaggi e fotografie di sostegno da tutto il mondo.
Un gruppo femminista nato a tale scopo, che si chiama Free Chinese Feminist, ha lanciato una campagna di raccolta firme [12] e una campagna delle cartoline [13]. Il gruppo esorta i sostenitori a mandare cartoline alla polizia di Pechino per richiedere il rilascio delle cinque giovani donne.
In Malesia, un paese con una grande presenza cinese nella popolazione, 26 organizzazioni locali hanno firmato [6] una dichiarazione che condanna le autorità cinesi ed esprime la loro preoccupazione per la sicurezza delle giovani femministe.
Gruppi femministi di Taiwan hanno espresso la loro indignazione per l'arresto e hanno esortato il loro Presidente Ma Ying Jeou [15] ad includere nell'ordine del giorno questioni inerenti ai diritti umani e legati all'uguaglianza dei sessi.
Dal momento che le autorità cinesi continuano a giocare tra il silenzio e la critica, ad Hong Kong diverse associazioni di cittadini hanno deciso di manifestare [16]davanti al Liaison Office del Governo Centrale il 21 marzo, e di presentare una dichiarazione firmata [17] da 50 associazioni locali e da 2,500 persone.
Al momento, sta avendo luogo la 59esima sessione della Commissione sullo Status della Donna, nella sede centrale delle Nazioni Unite a New York, [18] per fare il punto degli aggiornamenti che andrebbero aggiunti nella Dichiarazione di Pechino e nel Programma d'Azione, [19] che sostiene l'uguaglianza dei sessi e l'empowerment della donna. La detenzione delle cinque femministe a Pechino è diventato un caso di studio per comprendere le barriere che ostacolano il raggiungimento di tali scopi.