La sera del 24 aprile, una degli attivisti più conosciuti di Karachi, Sabeen Mahmud, è stata uccisa [en, come tutti i link successivi salvo diversa indicazione] al termine di una serata dal titolo “Togliere il silenzio al Belucistan”, organizzata dalla sua associazione “Il Secondo Piano” (T2F). Anche la madre dell'attivista è rimasta ferita dagli spari provenienti da un auto ed è in condizioni critiche.
All'evento erano presenti due fra gli attivisti pakistani più spesso oggetto di calunnie: Mama Qadeer e Farzana Majeed, da tempo impegnati per far conoscere il problema delle persone “scomparse” nella provincia sud occidentale del Belucistan. Qadeer e Majeed sono spesso presi di mira dalle campagne diffamatorie contro i “traditori e terroristi” sui social media, e ad entrambi è stato recentemente impedito di prendere parte ad una conferenza sui diritti umani negli Stati Uniti.
Sabeen aveva pubblicato questo screenshot su Facebook la notte prima dell'evento:
“Boicotto questa stupida serata e il T2F.. Spero che l'intelligence porti via dal vostro evento questi terroristi e criminali che si oppongono allo stato”
Sabeen aveva organizzato questo dibattito dopo che una precedente tavola rotonda sullo stesso argomento, che prevedeva ugualmente la presenza di Qadeer e Majeed, era stata cancellata da un'importante università privata chiamata LUMS. I professori hanno affermato di essere stati costretti a cancellare il dibattito per via di minacce ricevute dall'agenzia di spionaggio Pakistana ISI.
Per un approfondimento: Lo spionaggio statale in Pakistan blocca un dibattito accademico sul Belucistan?
Su Twitter, gli attivisti pakistani hanno evidenziato il legame tra l'omicidio e l'evento:
When you ask us to put our trust in this state, this is why we fucking can't.
— Sadaf Baig (@nuqsh) April 24, 2015
Se ci chiedete di riporre la nostra fiducia nello stato, questa è la ragione per cui non lo possiamo fare
Il giornalista di Karachi Shaheryar Mirza ha pubblicato il seguente tweet:
Tonight before the talk on #Balochistan Sabeen said while smilinf, “thankfullt we have not been told by anyone to not hold this talk”.
— Shaheryar Mirza (@mirza9) April 24, 2015
Stasera, prima del dibattito sul Belucistan, Sabeen aveva detto con un sorriso,”Meno male nessuno ci ha detto di non tenere questo dibattito”.
Traumatising beyond belief. We were always scared for her, but didn't think we'd actually see this say. https://t.co/JxJCnbKAJ4 — Raheel Khursheed (@Raheelk) April 24, 2015
Oltremodo sconvolgente. Eravamo costantemente preoccupati per lei, ma non pensavamo che avremmo visto questo
Il Belucistan, la provincia più grande, meno popolata e più povera del Pakistan, è oggi attraversato dal suo quinto movimento separatista dal 1947. I dibattiti pubblici sulla guerra in Belucistan sono rari e le notizie provenienti dalla regione sono scarse.
Secondo la Commissione per i diritti umani del Pakistan, dal 2010, sono stati rinvenuti i cadaveri di centinaia di Beluci “scomparsi”, con evidenti segni di tortura. Nel solo 2013, 116 corpi furono trovati in tutta la provincia, 87 dei quali furono identificati dalle famiglie che accusarono i servizi di intelligence pakistani di aver rapito i loro cari.
Guarda: GV Face: Rompere il silenzio del Pakistan sul Belucistan
Il politico di opposizione e attivista per i diritti umani Alizeh Haider ha twittato:
You speak you die. ISI ‘s message, loud and clear to all those speaking up for Balochistan. #UnsilencingBalochistan #SabeenMahmud. — Alizeh Iqbal Haider (@AlizehIHaider) April 24, 2015
Se parli muori. Questo è il messaggio, forte e chiaro, che l'ISI rivolge a tutti coloro che si esprimono sul Belucistan.
Un follower ha ribattuto affermando che Sabeen potrebbe essere stata uccisa anche dall'Esercito di Liberazione del Belucistan (ELB), una fazione armata che combatte per l'indipendenza della regione dal Pakistan. L'ELB è considerato fuorilegge in Pakistan.
@Adil_A93 @omar_quraishi clamp down on LUMS initial seminar was also BLA? — Alizeh Iqbal Haider (@AlizehIHaider) April 24, 2015
Il giro di vite sul seminario alla LUMS era dovuto all'ELB?
Our wonderful, friend heroine and fallen soldier @sabeen May you rest in peace but we will not until your killers are found and prosecuted — Fifi Haroon (@fifiharoon) April 24, 2015
La nostra meravigliosa amica, eroina e combattente caduta Sabeen. Riposa in pace, ma noi non troveremo pace finché i tuoi assassini non saranno trovati e processati.
La brillante attivista di Karachi
L'associazione di Sabeen “Il Secondo Piano”, conosciuta come T2F, era uno spazio comune creato per favorire un dialogo aperto, con l'obiettivo di rendere possibile una svolta sociale a Karachi, la città più grande del Pakistan.
Secondo il sito internet dell'associazione, da quando fu fondata nel 2007 il “T2F ha ospitato centinaia di eventi, spaziando dalle letture di poesia alle proiezioni di film, a vibranti dibattiti su tematiche controverse. Con il supporto e la partecipazione di musicisti, artisti, scrittori, registi, scienziati, comici, pensatori ed un pubblico impegnato, T2F ha contribuito a rivitalizzare il contesto culturale di Karachi e ha offerto uno spazio alternativo, indipendente e sicuro per il dibattito”.
RIP. Activist @sabeen behind Pakistan's first hackathon reportedly shot in Karachi today. Profile from @LoisParshley http://t.co/Eb8u8wC2Wj
— WIRED (@WIRED) April 24, 2015
RIP. L'attivista Sabeen, organizzatrice del primo Hackathon del Pakistan, è stata uccisa oggi a Karachi.
Sabeen was like titanium. So strong. So dignified. In every way. A huge supporter of all voiceless people. A voice. Ya Allah. — Mosharraf Zaidi (@mosharrafzaidi) April 24, 2015
Sabeen era come il titanio. Così forte. Così piena di dignità. In tutti i sensi. Una grande sostenitrice di tutte le persone senza voce. Una voce.
Wajahat Ali, un giornalista e attivista pakistano-americano ha pubblicato su Facebook il seguente messaggio:
The privileged among us suffer name-calling, petty insults, hurt feelings for principled positions and critical dissent. The truly brave, like Karachi's Sabeen Mahmud, pay for it with their lives. She was shot and killed tonight leaving her cafe T2F (The Second Floor).
Her alleged crimes are numerous, scandalous and note-worthy: With T2F, she created and sustained a remarkable safe space and community that housed, nourished and celebrated diverse, critical Pakistani intellectuals, artists, entrepreneurs, tech geeks and colorful personalities. As Sabahat Ashraf eloquently writes, she was a “‘qutub’, a pole–in networking parlance, a hub, a connector. very critical to civil society in Pakistan. To say she was an institution in herself is putting it mildly.”
I privilegiati tra di noi soffrono per i nomignoli che ci vengono affibiati, gli insulti gretti, e siamo spesso feriti nei nostri sentimenti per via delle posizioni di principio e del dissenso critico. Quelli realmente coraggiosi, come Sabeen Mahmud di Karachi, pagano tutto questo con la loro vita. E’ stata uccisa stanotte mentre lasciava il caffè dove aveva sede l'associazione T2F (Il Secondo Piano).
I suoi presunti crimini sono numerosi, scandalosi e di grande rilevanza: con il T2F aveva creato e sostenuto uno spazio e una comunità notevoli, che ospitavano, promuovevano e celebravano vari intellettuali, imprenditori, esperti di tecnologie e brillanti personalità del Pakistan. Come scrive eloquentemente Sabahat Ashraf, Sabeen era un “qutub”, un polo –nel dibattito pubblico, un hub, un connettore, estremamente importante per la società civile pakistana. Dire che era un'istituzione è descriverla in maniera pacata.
Saad Hamid, un promotore di comunità ed esperto di tecnologia, ha twittato da Islamabad:
Here's in remembrance of @sabeen – the beautiful, the crazy, the genius who transformed the concept of open dialogue. pic.twitter.com/UowdEjjaUU — Saad Hamid (@SaadGH) April 24, 2015
Qui in memoria di Sabeen, la persona bella, folle e geniale che ha trasformato il concetto di dialogo aperto.
La già premiata scrittrice anglo-pakistana Kamila Shamsie ha twittato:
Two summers ago in london i told @sabeen to be careful and she said, ‘someone has to fight.’ Goodbye, my friend. You were the best of us.
— Kamila Shamsie (@kamilashamsie) April 24, 2015
Due estati fa a Londra dissi a Sabeen di essere prudente, e lei disse, “Qualcuno deve pur combattere”. Addio, amica mia. Eri la migliore tra noi.
I tributi a Sabeen continuano ad aggiungersi sulla sua pagina Facebook e sul suo account Twitter @sabeen.
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