In Ecuador l'aborto diventa un crimine punibile col carcere

Marita Seara, scrivendo per Voces Visibles [es, come tutti gli altri link], ci mette al corrente sulla crescente criminalizzazione degli aborti in Ecuador, uno dei paesi dell'America Latina in cui è più difficile per una donna ottenere un aborto, subito dopo il Venezuela.

Hay dos únicos casos en los cuales es permitido el aborto: cuando corre peligro la vida de la mujer y cuando se trata de una “violación a una discapacitada mental”. A mi parecer, inaudito. Leo en el medio ecuatoriano, Plan V, y no salgo de mi asombro, el proceso en el cual se trata de despenalizar el aborto en dicho país, un país donde, según se señala en dicho medio, 380 mil mujeres aproximadamente han sido víctimas de violación, un país donde una de cada cuatro mujeres han sido víctimas de algún tipo de agresión sexual, un país en el cual ha aumentado un 74,8% los embarazos de niñas entre 10 y 14 años, muchos de los cuales parecen estar ligados a violación sexual; un país donde más de 3.600 niñas menores de 15 años son madres producto de una violación.

Ci sono solo due casi in cui viene concesso un aborto: quando la vita della madre è in pericolo e quando si tratta di “uno stupro nei confronti di una donna con difficoltà di apprendimento”. Per me è vergognoso. L'ho letto sul nuovo sito web ecuadoriano Plan V e sono sbalordita da questi tentativi di criminalizzare l'aborto in questo paese — un paese in cui, come fa notare proprio Plan V, circa 380,000 donne sono state vittime di stupro, in cui una donna su quattro è stata vittima di abusi sessuali, e dove la percentuale di gravidanze tra le ragazzine dai 10 ai 14 anni è cresciuta del 74,8% — la maggior parte legata probabilmente a violenze sessuali. Si tratta di un paese in cui più di 3,600 ragazze non ancora quindicenni sono madri a causa di uno stupro.

Criminalizzare l'aborto avrebbe profonde ripercussioni sul rapporto confidenziale tra paziente e dottore, e soprattutto porterebbe ad un peggioramento delle sconvolgenti disuguaglianze sociali già presenti nel paese.

Sembra inoltre che il concetto di criminalizzazione si stia diffondendo. Più di dodici donne sono ora rinchiuse in una prigione de El Savador, colpevoli di “omicidio aggravato” dopo aver avuto un aborto spontaneo. Alcune di esse dovranno scontare una pena di 30 anni in prigione.

Potete seguire Voces Visibles e Marita Seara su Twitter.

L'articolo qui revisionato fa parte della rubrica #LunesDeBlogsGV (Il lunedì dei blog su GV) del 2 marzo 2015.

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