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La Russia zarista che censura il porno su internet

Categorie: Citizen Media, Film, Ultim'ora, RuNet Echo
Ilya Repin's "Ivan the Terrible Killing His Son," featuring former porn star Sasha Grey. Images edited by Kevin Rothrock.

Il quadro di Ilya Repin “Ivan Il Terribile Uccide Suo Figlio,” con l'ex porno star Sasha Grey. Immagine modificata da Kevin Rothrock.

Un tempo Vladimir Putin disse [1] [en, come gli altri link, eccetto ove diversamente segnalato] che metà delle cose che troviamo su internet non è altro che “materiale pornografico”. Nonostante un importante studio accademico del 2010 abbia rivelato [2] che in realtà solo il 4% dei siti internet siano pornografici, è comunque un dato di fatto incontrastato che ci siano appunto in rete molti contenuti per adulti.

Ma se il sistema giudiziario russo dovesse avere la meglio, il numero di siti pornografici legali sull'Internet russo potrebbe calare a zero. Proprio così: un tribunale distrettuale della Repubblica del Tatarstan ha bloccato 136 siti pornografici e ha emanato una sentenza secondo cui tutto il materiale del genere disponibile in rete è da considerare con la presente illegale.

Il 13 aprile 2015, il giornale Izvestia ha riferito [3] [ru] che un tribunale del distretto di Apastovsky, in Tatarstan, ha ordinato al Roskomnadzor, l'organismo di sorveglianza dei media del governo federale, di aggiungere 136 siti web alla sua lista nera di siti internet, nel caso in cui questi non dovessero rimuovere tutto il materiale pornografico entro i prossimi tre giorni. La lista include xHamster, uno dei siti pornografici più popolari del mondo.

Come ha riportato Izvestia, l'ufficio del procuratore distrettuale locale, responsabile di aver presentato la domanda al tribunale per applicare la tolleranza zero sulla pornografia online, ha menzionato nella sua querela degli accordi internazionali poco chiari sin dagli inizi del ventesimo secolo.

Innanzitutto, l'accusa ha fatto notare che secondo la costituzione russa i trattati internazionali siano una parte fondamentale della legge russa. Ed è arrivata persino a sostenere, in modo poco ortodosso, che gli impegni internazionali siano più importanti della legislazione nazionale nel caso in cui i due si trovassero in conflitto. In seguito, l'accusa ha menzionato la Convenzione Internazionale per la Repressione della Circolazione e del Traffico delle Pubblicazioni Oscene, firmata a Parigi nel 1910, e l'accordo internazionale successivo firmato a Ginevra nel 1923, che vietano la produzione, il possesso e la distribuzione di materiale pornografico.

Le firme su questi accordi internazionali appartengono ovviamente all'Impero Zarista e all'Unione Sovietica, e il procuratore del distretto di Apastovsky sostiene che la Federazione Russa di oggi sia ancora vincolata a questi accordi.

Un regista di film porno, intervistato da Izvestia, ha dichiarato che la legge russa è molto vaga sulle norme legate alla pornografia. Ha affermato poi che l'unica legge che si trova sui libri è l'Articolo 242 del codice penale federale, che delinea molti tipi di distribuzione illegali, ma che invece non fa chiarezza sui modi legali di promozione, promulgazione e commercio di materiale pornografico.

Come ha fatto il pubblico ministero del Tartarstan a segnalare 136 siti web — la richiesta di censura più grande di sempre in Russia — nella lista nera del Roskomnadzor? L'ufficio del procuratore distrettuale dichiara di aver cercato su Yandex (il motore di ricerca più usato in Russia) i termini “prostitute di Kazan” e “video porno”. Esperti cinematografici del Ministero della Cultura hanno poi esaminato i siti sulla lista e confermato che sono infatti pieni di contenuti pornografici.

Non è ancora chiaro se Roskomnadzor bloccherà questi siti in tutta la Russia o se si limiterà al Tatarstan. Inoltre non è ancora chiaro se il Roskomnadzor e il procuratore distrettuale di Apastovsky si fermeranno a questi 136 siti o se si batteranno con una campagna ancora più grande, contro gli altri milioni di siti porno online.

Qualsiasi cosa accada, questo è solo l'episodio più recente della più ampia repressione su internet [4]in corso in Russia da quando Vladimir Putin è tornato al Cremlino nel 2012. Per molti utenti russi, come il musicista Sergei Shnurov, il terzo mandato presidenziale di Putin ha già distrutto la pornografia, qualsiasi cosa accada in Tatarstan [ru]:

Putin in tv. Putin alla radio. E ora Putin anche su Internet. Ho persino paura di guardare il porno…