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L'America Latina piange Eduardo Galeano, uno dei più grandi scrittori del continente

Categorie: America Latina, Uruguay, Citizen Media, Letteratura, Media & Giornalismi
#Galeano by #Chumbi. Image from Instagram

Eduardo Galeano ritratto dal fumettista argentino Pablo Fernando Chumbita “Chumbi”. Immagine acquisita da Instagram con previa autorizzazione.

L'autore uruguaiano Eduardo Galeano amava scrivere di eventi storici avvenuti nel mese di aprile. Ha scritto del colpo di stato militare del Brasile del 1964, della morte di Picasso nel 1973 in Francia, del completamento di un muro da parte del Marocco nel deserto del Sahara nel 1987  e molto altro ancora. (tutti questi eventi storici sono avvenuti proprio nel mese di aprile) Ed è stato in un giorno di aprile di quest'anno che Galeano è morto all'età di 74 anni, dopo aver combattuto contro un cancro ai polmoni per diversi mesi.

Il giornale uruguaiano Brecha [1][es, come i link seguenti], di cui Galeano era fondatore e collaboratore di lunga data, ha pubblicato un necrologio in seguito alla notizia della sua morte:

A veces, la muerte miente, escribió hace poco más de un año, impactado por el fallecimiento de su amigo Juan Gelman. Y dijo más, aseguró que el poeta seguiría “vivo en todos los que lo quisimos, en todos los que lo leímos, en todos los que en su voz hemos escuchado nuestros más profundos adentros”.

Hoy, cuando su propia muerte nos obliga a miramos en el espejo de aquellas palabras, amanecemos con tristeza a la noticia de que se nos fue Eduardo Galeano, fundador y referente de nuestro semanario, integrante durante años de su Consejo Asesor y colaborador asiduo de sus páginas.

Hasta siempre.

Tus compañeros de Brecha

A volte la morte mente, scrisse un anno fa, scioccato dalla morte del suo amico Juan Gelman. Ha detto che il poeta “avrebbe vissuto in tutti coloro che lo hanno amato, in tutti coloro che lo hanno letto e in tutti coloro la cui voce ha raggiunto il suo intimo, ovvero la sua parte più profonda”.

Oggi, la sua stessa morte ci costringe a guardarci allo specchio di quelle parole, ci siamo svegliati con tristezza alla notizia di aver perso Eduardo Galeano, il nostro fondatore, membro da anni del nostro Consiglio consultivo, e collaboratore regolare.

Addio.

I tuoi amici di Brecha

Negli anni '70, Galeano ha ottenuto il riconoscimento mondiale per il suo libro del 1971,  “Le vene aperte dell'America Latina” ​​- lo stesso libro che Hugo Chávez ha dato a Barack Obama, quando si sono incontrati per la prima volta nel 2009. Più tardi negli anni, Galeano ha criticato il suo stesso libro, che viene tuttora usato nelle lezioni sulla politica latinoamericana.

In “Vene Aperte”, Galeano ha scritto  [2]che il Cile con i suoi vasti giacimenti di nitrato, il Brasile con le sue abbondanti foreste pluviali e le piccole città venezuelane con le loro riserve di petrolio “avevano dolorose ragioni per credere nella mortalità delle fortune che la natura dona e l'imperialismo usurpa”.

Il teologo brasiliano e fondatore della Teologia della liberazione, Leonardo Boff, ha pianto la dipartita di Galeano su Twitter [3]:

Eduardo Galeano è stato un grande fraseggiatore. Si è sempre schierato dalla parte delle vittime. Qualche giorno fa a Montevideo ho provato a fargli visita, ma era ormai troppo tardi.

Prima di lavorare come giornalista, Galeano ha svolto molti lavori, da cassiere di banca, a operaio di fabbrica, a fumettista. Ma fu soltanto nel giornalismo, al quotidiano Marcha (che pubblicava autori del calibro Juan Carlos Onetti e Mario Benedetti) e successivamente al Brecha, che Galeano trovò la sua vera vocazione. Quando l'Uruguay è finito sotto il regime dittatoriale, Galeano ha dovuto lasciare il paese, trascorrendo i suoi anni di esilio in Argentina e in Spagna. Anni dopo, nel 1985, Galeano è tornato in Uruguay. Ha sostenuto il primo governo di sinistra dell'Uruguay, scrivendo un famoso articolo filogovernativo su The Progressive, intitolato “Where the People Voted Against Fear.” [4] (“Dove il popolo ha votato contro la paura”) L'anno scorso, i suoi fan hanno accolto con favore una voce [5] secondo la quale Galeano avrebbe voluto candidarsi per un seggio al Senato. Nel giro di poco tempo però lo scrittore ha cambiato idea. Pur non rivestendo nessuna carica elettiva, tuttavia, Galeano è rimasta una figura politicamente influente. Come riporta il quotidiano uruguaiano El País [6]:

El 1° de marzo pasado recibió al mandatario boliviano, Evo Morales, en su casa y eso le significó un esfuerzo muy grande ya que se encontraba desde hacía tiempo con problemas de salud.

Lo scorso 1 marzo Galeano ha ricevuto a casa sua il presidente della Bolivia Evo Morales. Per lo scrittore è stato un grande sforzo a causa delle sue difficili condizioni di salute.

Nella giornata di ieri, famosi cantanti, politici, giornalisti e accademici da tutta l'America Latina hanno pubblicato le loro condoglianze per la morte di Galeano. La scrittrice messicana Elena Poniatowska ha scritto questo tweet: [7]

Galeano ha raccolto episodi, sentimenti e idee dalla nostra storia che lo hanno colpito di più e ce li ha restituiti affinché noi non li dimenticassimo.

Rene, della band portoricana Calle 13, ha pubblicato una lettera su Facebook [8], ricordando in che circostanza ha incontrato Galeano per la prima volta:

“Eduardo, tengo un problema, soy muy despistado y a veces se me hace muy difícil seguir una conversación”. A lo que él me contesto, “yo también soy despistado y de los peores”. Desde ese momento en adelante todo fluyó de forma natural, como si fuésemos amigos de antaño. Eduardo empezó a hablar mientras mi esposa y yo escuchábamos. Fue como escuchar al tiempo narrando historias.

“Eduardo, ho un problema, sono davvero un imbranato, a volte ho difficoltà a seguire una conversazione.” E lui mi ha risposto: “Anch'io sono un imbranato, e ti dirò di più, uno dei peggiori”. Da quel momento in poi, tutto è proseguito naturalmente, come se fossimo amici di vecchia data. Eduardo ha iniziato a parlare e io e mia moglie siamo rimasti ad ascoltare. Era come se fosse il tempo a parlare e a raccontare storie.. Sì, abbiamo ascoltato il tempo.

La Presidente del Brasile Dilma Rousseff ha scritto [9] su Facebook:

Hoje é um dia triste para todos nós, latino-americanos. Morreu Eduardo Galeano, um dos mais importantes escritores do nosso continente. É uma grande perda para todos que lutamos por uma América Latina mais inclusiva, justa e solidária com os nossos povos.

Aos uruguaios, aos amigos e à nossa imensa família latino-americana, quero prestar minhas homenagens e lembrar que continuamos caminhando com os olhos no horizonte, na nossa utopia.

Oggi è un giorno triste per tutti noi latinoamericani. È morto Eduardo Galeano, uno degli scrittori più importanti del nostro continente. È una grande perdita per tutti quelli che combattono per un'America Latina più inclusiva, equa e solidale con i nostri popoli.

Voglio rendere omaggio agli uruguaiani, agli amici e alla nostra immensa famiglia latinoamericana, e voglio ricordare che continuiamo a camminare con lo sguardo alto verso l'orizzonte, verso la nostra utopia.

¡Hasta siempre Galeano! Potresti anche essere andato via, ma la tua voce rimarrà sempre viva attraverso i tuoi scritti.

L'autrice di Global Voices Fernanda Canofre [10] ha contribuito alla stesura di questo testo.