Il film festival giordano Karama Human Rights Film Festival [en, come tutti i link seguenti, salvo diversa indicazione] ha steso il red carpet nel quartiere Shuja'iyya di Gaza.
La scelta di Shuja'iyya, nominata anche Shejaiya, di ospitare il Karama Gaza Film Festival è altamente simbolica. Una delle zone più povere e più popolate dell'enclave, Shuja'iyya è stato lo scenario del brutale massacro durante l'operazione militare israeliana a Gaza, la scorsa estate. Il massacro ha portato alla morte di almeno 90 palestinesi il 20 Luglio 2014
Il Karama (che arabo significa “dignità”) Festival, che è cominciato il 13 maggio e terminato il giorno successivo, si autodefinisce come “una piattaforma che usa le arti cinematografiche che convolgono i diritti umani e la giustizia sociale, per creare una piattaforma multiculturale che raggiunga il maggior pubblico possibile insieme a registi, artisti, attivisti e persone interessate, accrescere la presa di coscienza pubblica e incoraggiare il loro impegno in azioni che possano eliminare la violazione dei diritti umani”
Tra i film che sono stati proiettati al Karama Gaza Film Festival ci sono “I'm Human” (Razan Haikal, Giordania/Germania), “Baghdad Messi” (Sahim Omar Kalifa, Iraq) e “Roshmia” (Salim Abu Jabal, Palestina).
Dan Cohen, giornalista americano di base a Gaza, ha interpretato questo evento come una simbolica ripresa dei palestinesi:
The red carpet was rolled out through the rubble of Shujaiya. What a deep display of resilience from these survivors! pic.twitter.com/d320Nmg4B4
— Dan Cohen (@dancohen3000) May 12, 2015
Il Red Carpet è stato srotolato sulle macerie di Shujaiya. Che manifestazione di ripresa da parte di questi sopravvissuti!
Un paio di mesi dopo il massacro, DemocracyNow! ha intervistato Eran Efrati, la spia israeliana che era stata arrestata [it] da Israele dopo la sua pubblicazione con i dettagli sul massacro, basata su interviste condotte a soldati israeliani presenti a Shuja'iyya. Efrati ha parlato del massacro inclusa l'uccisone del ragazzo 23enne Salem Khaleel Shamaly, la cui morte è stata filmata dall’International Solidarity Movement.