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La storia inedita dei social media e delle elezioni del 2015 in Nigeria

Categorie: Africa sub-sahariana, Nigeria, Citizen Media, Elezioni, Politica, Tecnologia
Former Nigerian President Goodluck Jonathan with newly sworn-in President Muhammadu Buhari during his inauguration ceremony on May 29, 2015. Public Domain photo from the US State Department.

L'ex presidente nigeriano Goodluck Jonathan insieme al presidente, fresco di giuramento, Muhammadu Buhari durante la sua cerimonia di insediamento il 29 maggio 2015. Dominio pubblico della foto del Dipartimento di stato degli USA.

Una [en, come tutti i link seguenti, salvo diversa indicazionepalpabile speranza [1] ha invaso il continente successivamente all'insediamento di Muhammadu Buhari come presidente della Nigeria, il 29 maggio 2015. Il presidente Buhari ha sconfitto l'uscente Goodluck Jonathan.

Non solo tutto ciò è stato inusuale, ma la conseguente accettazione della sconfitta da parte di Goodluck è una novità in un continente saturato da leader attaccati alla poltrona [2]. Tuttavia, c'è un altro elemento, anche se ancora inedito, di questa elezione: la storia dei social media.

Questa non sarà di sicuro la prima volta in cui i social media hanno giocato un importante ruolo nelle elezioni nigeriane. Le elezioni generali del 2011 portano alla luce un segno del potere che i soacial media hanno sul panorama politico nigeriano. Goodluck Jonathan è stato il primo presidente nigeriano ad avere un account Facebook; ha scritto un libro, “My Friends and I”; e, sempre sullo stesso social, ha anche palesato l'intenzione di candidars alle elezioni del 2011. Questo, secondo il giornalista nigeriano, Tolu Ogunlesi [3] ha portato Facebook ad essere sempre più importante nella politica nigeriana (processo chiamato faddification):

President Jonathan took the shine off the IBB [Ibrahim Babangida [4]] presidential declaration in Abuja by choosing that morning to announce his own bid on Facebook [5]. Ibrahim Babangida launched a YouTube campaign [6] video, and had an aide boast that he had become an avid Facebooker.

Il presidente Jonathan ha rubato la scena alla dichiarazione presidenziale ad Abuja di [ita] Ibrahim Babangida [7] scegliendo di annunciare su Facebook, quella stessa mattina, la sua candidatura. Ibrahim Babangida ha lanciato una campagna video su You Tube e ha cominciato a girare la voce che fosse un utente appassionato di Facebook.

Allo stesso modo, una delle ragioni attribuite al successo ottenuto dal re-branding di Muhammadu Buhari e dalla sua ascesa al potere è sicuramente la sua strategia sui social media. Il giornalista della CNN, Lauren Said-Moorhouse [8] riporta:

Social media has globally become one of the most important tools for candidates during election campaigns — and Nigeria's race was no exception. Cynthia Mbamalu, programs manager at Nigerian youth charity YIAGA, said platforms like Twitter and Facebook helped the Buhari campaign to reach population pockets that they could have otherwise missed.

“Social media provided the opportunity to connect with Nigerians, especially young people,” she explains. “For the first time in a long while there were tweets targeted mainly at promoting the person of General Buhari and the party's vision for Nigeria.”

I social media sono diventati a livello globale uno degli strumenti più importanti per i candidati durante le campagne elettorali e la gara della Nigeria non ha fatto eccezione. Cynthia Mbamalu, responsabile dei programmi presso l'associazione giovanile nigeriana YIAGA, ha affermato che piattaforme come Twitter e Facebook hanno aiutato la campagna Buhari a raggiungere tasche della popolazione che altrimenti avrebbero potuto perdere.

“I social media hanno fornito l'opportunità di connettersi con i nigeriani, in particolare i giovani”, spiega. “Per la prima volta da molto tempo ci sono stati tweet mirati principalmente a promuovere la persona del generale Buhari e la visione del partito per la Nigeria”.

Non è stato, perciò, sorprendente che il presidente Buhari, nel suo discorso di insediamento [9], ha riconosciuto che “la stampa nigeriana è la più dinamica in Africa.” Inoltre, la sua tacita graditudine nei confronti dei suoi sostenitori e dei suoi oppositori non è passata inosservata: “il mio appello ai media oggi, inclusi i social media, è quello di esercitare il loro potere con responsabilità e patriottismo.”

I social media fomentano la “guerra” politica

Twitter in Nigeria è un dinamico campo di conversazione. Questo rispecchia la stessa società nigeriana, che è “un luogo così pulsante che anche il più ordinario scoppia di energia.” Christian Purefoy [10], direttore del canale di informazione e intrattenimento BattaBox, ha affermato nel 2012, “con l'esplosione dei cellulari (e delle loro video camere!) e l'affermarsi di internet – ci sono nuovi mezzi nelle mani di ogni nigeriani,per esplorare, condividere e far sentire la propria voce.”

Twitter è diventato un campo di combattimento per i sostenitori dei due canditati principali alla presidenza, Buhari e Jonathan. La “guerra” è stata spietata e divisiva con ciascuna delle parti impegnata a difendere fermamente le proprie posizioni. Quelli che inizialmente erano indifferenti, hanno osservato attentamente e alla fine hanno preso la loro decisione.

Tuttavia, su Twitter Nigeria, è nata una diversa concettualizzazione della partecipazione politica, chiamata “Fencism [11].” Come ho spiegato in un artcolo per The Scoop all'inizio di quest'anno:

Fencism is not neutralism! I have my political bias but I will not be bullied into displaying it on Twitter. Fencism is objectivism, realizing that both candidates have their flaws and not turning a blind eye – as many do – on them. Fencism is having the courage to tweet for and against any of the candidates. Not being held under the fanatical slavery of ‘my candidate better pass your candidate’. Fencism also means that I will vote on that day but will not waste my precious time only tweeting about the elections.

“Fencism” non significa rimanere neutrali! Ho le mie inclinazioni politiche ma non voglio essere bullizzato per averle espresse su Twitter. Fencism significa obbiettività, comprendere che entrambi i candidati hanno i loro difetti e non chiudere un occhio, come fanno molti, sui loro errori. Fencism è avere coraggio fi tweettare a favore e contro ciascuno dei candidati, non diventare schiavi del fanatismo e del pensiero che “il mio candidatò batterà il tuo”. Fencism significa anche che io andrò a votare quel giorno ma non sprecherò del tempo prezioso passandolo a scrivere tweet sulle elezioni.

Questa posizione è stata oggetto di discussione. Molti utenti di Twitter l'hanno considerata ipocrita e un modo per nascondere delle idee politiche ben consolidate.

Tuttavia, lo scontro è diventato reale nel momento in cui i risultati delle elezioni sono stati raccolti. Tony Egbulefu riporta [12]:

Late in the evening on Saturday, March 28, Social Media users hit the net with the report that President Goodluck Jonathan had lost in the two Aso Rock polling units. The post went viral in an instant and buoyed hope in All Progressives Congress, (APC) supporters that such loss by the president within the perimeters of the seat of power could only be an indicator of matters that could go worse for him in the wider, far-flung political spaces. It turned out that the president won in Unit 021, which was located nearer to the seat of power with 293 votes against Buhari’s 263, while Buhari won in Unit 022, located in the outer reaches with 348 to 302. […]

No matter the perspectives, it is a hard fact that the social media proved handy in bringing anxious Nigerians up-to-speed with the voting outcomes. From Facebook alone, many became certain of the direction the wind would blow, well ahead of President Jonathan’s Tuesday evening concession of victory to Gen. Muhammadu Buhari, and Prof. Attahiru Jega’s early Wednesday morning election returns.

Il 28 marzo, nel tardo pomeriggio, gli utenti dei social media hanno invaso il web con la notizia che il Presidente Goodluck Jonathan ha perso le elezioni nei due seggi elettorali di Aso Rok. Il post è diventato virale in un attimo e ha alimentato la speranza nei sostenitori del Congresso di tutti i progressisti (All Progressive Coungress, APC) in quanto, una tale perdita del presidente nel perimetro della sede del potere, non poteva che essere indice di una sconfitta ancora più schiacciante considerati gli sconfinati spazi politici della Nigeria. È uscito fuori che il presidente ha vinto nelle sezioni 021, situata molto vicino alla sede del potere, con 293 voti contro i 263 di Buhari, mentre Buhari ha vinto nella sezione 022, situata nella periferia con 348 contro 302 […]

A prescindere dall'orientamento, la verità è che i social media hanno svolto un ruolo esemplare nel tenere aggiornati gli ansiosi nigeriani durante il conteggio dei voti. Solo tramite Facebook , molti hanno avuto la certezza della direzione che le elezioni stavano prendendo, molto prima del riconoscimento della vittoria del Gen. Muhammadu Buhari da parte del presidente Jonathan, avvenuta martedì pomeriggio e molto prima dei risultati elettorali dati dal Prof. Attahiru Jega nella prima mattinata di mercoledì.

Propaganda e commenti che incitano all'odio

Oltre alle invettive e alla mobilitazione che ha avuto luogo nella blogosfera nigeriana durante la campagna, queste elezioni hanno fatto emergere uno scambio reciproco di notizie tra social media e media tradizionali. Dal momento che il popolo del web riescosce spesso ad essere più immediato, i media mainstream nigeriani hanno dovuto, più volte, mettersi al passo.

Tuttavia, il rovescio della medaglia è che i media tradizionali sono caduti nella rete delle notizie non verificate  che impazzavano sul web durante le elezioni. È stato un periodo di propganda senza sosta, ha espresso Opeyemi Agbaje [13]:

This was one Nigerian election that was decided largely on account of propaganda and messaging! The [opposition] APC’s “change” message was compelling and the campaign stayed on message throughout the campaign. This effective message was complemented with devastating deployment of propaganda, often false or contrived but which most voters believed. President Jonathan’s and [the People's Democratic Party]’s communication machinery was in response hapless! A […] ruling party could be so completely incoherent in its communication that it soon became portrayed in the media (and sometimes in its own mindset) as a de facto opposition party. The election also marked the coming of age of social media as a critical force in Nigerian politics, for good or bad!

Il risultato di queste elezioni in Nigeria è stato ampiamente condizionato dagli account di propaganda e comunicazione! Il messaggio di “cambiamento” del partito all'opposizione, l'APC, è stato convincente e l'intera campagna si è basata su di esso. A questo efficace messaggio si è aggiunta l'impressionante messa in pratica della propaganda, spesso falsa e artificiosa ma alla quale molti votanti hanno creduto. La comunicazione del Partito Democratico dei Popoli è apparsa, invece, senza speranza! Il partito al governo è risultato talmente incoerente nella sua strategia di comunicazione dall'essere ben presto ritratto dai media (e a volte dalla sua stessa logica ) di fatto come un partito di opposizione. Così, queste elezioni hanno segnato il riconoscimento ufficiale dei social media come una forza di vitale importanza nel panorama politico nigeriano, nel bene e nel male!

Emmanuel Onwubiko [14] ha dato un assaggio del commento di odio più diffuso sulla blogosfera durante le elezioni:

It is regrettable that the popular social media platforms like FACEBOOK, TWITTERS, and INSTAGRAM among others have become potent weapons for near diabolical attacks targeted at political opponents as Nigeria prepares to hold one of the most contentious general elections in over five decades or indeed since after Nigeria gained her so -called flag independence from the British overlords in 1960. The 2015 General elections have been turned into a theatre of hate speeches and campaigns colored in a form that defies logic and common sense. Various politically motivated hate speeches about various candidates and especially the two leading Presidential candidates of All Progressives Congress and Peoples Democratic Party have been bandied. I am sure if experts should collate analyses of contents of the social media this year, Nigeria will rank tops because arguably more than 40 million young Nigerians who have since graduated and have no means of livelihood have found solace in the various social media platforms and are busy churning out divergent messages.

È disdicevole vedere piattaforme social popolari come Facebook, Twitter e Instagram tra tutte, diventare potenti armi per attacchi al limite del diabolico rivolti agli oppositori politici, mentre la Nigeria si prepara a quelle che sono tra le più controverse elezioni politiche degli ultimi cinquant’anni, o addirittura da quando il Paese ha ottenuto l’indipendenza dai sovrani britannici, nel 1960. Le elezioni generali del 2015 si sono trasformate in un teatro di commenti che incitano all'odio e campagne ellettorali tracciate in una maniera che sfida la logica e il buon senso. Sono stati sbandierati diversi commenti pregni di odio a sfondo politico rivolti ai diversi candidati e soprattutto ai due principali candidati del Congresso di tutti i progressisti e del Partito democratico dei popoli (All Progressives Congress e Peoples Democratic Party). Sono sicuro che, se quest’anno gli esperti analizzassero i contenuti dei social media, la Nigeria sarebbe al primo posto, in quanto, probabilmente, gli oltre 40 milioni di giovani nigeriani che si sono diplomati e non hanno mezzi di sostentamento hanno trovato conforto nell’utilizzo dei diversi  social media e un occupazione nel rigurgitare messaggi di ogni tipo.

Ad ogni modo, la verità è che in Nigeria l'ecosistema dei social media ha subito una strabiliante trasformazione nel corso degli anni. Se si evolverà o meno in una piattaforma che spinge o ostacola il cambiamento lo verificheremo più in là. Ciò che è ovvio è che, d'ora in poi, nessun politico nigeriano potrà permettersi di correre alle elezioni nazionali senza aumentare la propria presenza sui social media e/o la sua attività su di essi.